BOLOGNA – Dopo il grande clamore suscitato alla Villa Reale di Monza, la mostra Stregherie. Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia arriva a Bologna. Dal 17 febbraio al 16 giugno 2024, nelle splendide sale del quattrocentesco Palazzo Pallavicini. 

Mostra Stregherie a Bologna: percorrendo un cammino esoterico che si snoda in nove sale a tema, il visitatore sarà invitato ad avere accesso e scoprire l’antica religione di Diana, la Grande Madre, vivendone la storia, i luoghi e i riti.

Le prime segnalazioni sulla esistenza delle streghe e della loro attività risalgono al 2015 a.C. e, provengono dall’ antico Egitto: infatti durante il regno di Ramsete III le streghe (così oggi le chiamiamo noi) arrecavano danni al prossimo, costringendo le persone a  sottomettersi al loro volere attraverso l’assunzione di filtri magici, esorcismi, sortilegi e invocando anche l’aiuto di identità spirituali e malvagie. Nel Vecchio Testamento ( la Bibbia, Lev XXII,18, es) è scritto che per vietare la consultazione delle streghe la cosa migliore è quella di sopprimerle.

Le streghe greche che abbiamo conosciute sui banchi di scuola sono Circe e Medea. Dei Romani ricordiamo Candia e la descrizione dei sortilegi descritti nell’ “Asino d’oro “di Apuleio. Inoltre i Romani punivano la magia malefica con la morte. Anche la chiesa primitiva condannava le streghe. I prodromi della inquisizione si hanno dall’anno 1233 con la bolla “Vox in Roma” del papa Gregorio  IX. 

Le streghe iniziano a bruciare

La prima strega al rogo muore nel 1275, dopo aver ammesso rapporti sessuali con uomini e diavoli. Spesso le confessioni delle streghe venivano estorte sotto tortura, ma la confessione era valida se la strega la confermava anche nel successivo interrogatorio in tribunale. Nel 1484 papa Innocenzo VIII promulga la bolla  Summis desiderants con la quale ordina di inquisire, torturare e uccidere le streghe in tutta Europa e in particolare in Germania. Si calcola che dal 1575 al 1700  vi siano stati 1000.000 di giustiziati. L’inquisizione  fu  abolita nel 1797 dopo che durante tutto il 18° secolo in Europa si era perseverato a giustiziare le streghe.

In Svizzera l’ultima esecuzione per stregoneria risale al 1793. Nel XXI secolo l’argomento streghe è ancora attuale ed è comprovato dalle definizioni che  troviamo scritte sui vocabolari della lingua Italiana che così recitano: Strega: definizione storica “Donna vecchia e brutta”. Definizione  classica: “Creatura femminile che la superstizione immagina fornita di poteri soprannaturali ad opera del demonio”. Definizione moderna: “donna o ragazza dotata di particolare fascino e spiccate capacità di seduzione e convinzione e simpatia”. 

Queste definizioni hanno penalizzato per secoli, e tutt’ora penalizzano, ingiustamente il genere femminile. Il vilipendio perpetrato per secoli verso le streghe va interpretato come la lotta estrema dell’ uomo per dimostrare la sua supremazia verso la donna 

Quello che noi oggi nel 21 secolo ci prefiggiamo è di raggiungere la totale parità di genere e rimandare per sempre le streghe e le stregonerie al mittente.  

Mostra Stregherie a Bologna

Questa mostra d’arte sulle streghe per essere compresa non necessita della presenza di guide o dell’ausilio di pannelli posti in ogni ambiente come accade per tutte le mostre tradizionali.  

Infatti, per realizzare questa mostra” è stato necessario immaginare macchine teatrali, scrivere testi, scegliere scenografi, light, design e fonici cinematografici che mettessero in scena uno spettacolo, più che esporre delle opere sulle streghe”. 

In mostra, ci sono circa 300 stampe, oltre che a essere guardate da un punti di vista artistico, vanno lette come la rappresentazione della vita delle streghe e dell’ ambiente in cui vivevano. Vi sono in mostra anche quadri, sculture dedicate al mondo delle streghe e della magia, talismani, bacchette magiche, amuleti e la famosa carta manoscritta trovata, alla sua morte, nello scapolare della strega Conti, in Toscana, databile intorno alla fine dell’Ottocento. L’elemento sonoro, di grande suggestione, accompagna il visitatore lungo tutto il percorso espositivo. Voci, sussurri e grida strazianti evocano antichi rituali e danno voce alle streghe stesse, che raccontano le proprie storie, dalla prima vocazione, sino alla piena realizzazione di sé, grazie all’uso della magia. 

Di particolare interesse locale una sala, dedicata a Gentile Budrioli, “strega enormissima di Bologna”, la cui storia è narrata in mostra attraverso immagini e video. In questa mostra non poteva mancare la Cianciulli di Reggio Emilia che si era specializzata a tramutare gli uomini in sapone.

E’ stata anche allestita una sala dove un numero ristretto di spettatori, seduti al buio, assiste ad un processo di stregoneria avvenuto nel 1539. I visitatori ascolteranno le terribili accuse dell’inquisitore e le risposte, sempre più sfinite, della donna processata disposta a confessare fatti osceni pur di mettere fine alla tortura. 

Una mostra imperdibile

La mostra si conclude con una seconda sala semibuia composta da specchi, luci e un podio centrale su cui è appoggiato il Libro delle Ombre. I visitatori vengono invitati a condividere i loro pensieri e i loro incantesimi con i visitatori che li seguiranno. 

La mostra d’arte stregherie  si svolge a Bologna nel Palazzo Pallavicini in via San Felice 24 e resterà aperta fino al 24 giugno. 

A corollario della mostra è stato pubblicato il volume dal titolo 

Stregherie” “Iconografia, fatti e scandali delle sovversive della storia”, edizioni Skira ,pagg. 206, euro 35. 

Per conoscere la data e gli argomenti trattati nei 24 eventi collaterali (conferenze) programmati fino al 24 giugno:  www.stregherie.it 

Si terranno  in una sala attigua la mostra alle ore 17 . Per parteciparvi  é necessario prenotare.  

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Lamberto Selleri

In prima elementare fui clamorosamente, a giusta ragione, bocciato in italiano, a ottobre rimediai. Ciò accadde quando ancora la scuola non faceva sconti a nessuno.
Così andarono perdute due braccia utili all’agricoltura e cedute incautamente alla penna, che se ne duole ancora. Ma ahivoi è troppo tardi, sono recidivo, continuo a scrivere.

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