Andata e ritorno. La Storia di un figlio di Fabio Geda e Enaiatollah Akbari

Andata e ritorno. La Storia di un figlio di Fabio Geda e Enaiatollah Akbari

ITALIA- Torna nelle librerie Fabio Geda insieme ad Enaiatollah Akbari, con il seguito di Nel mare ci sono i coccodrilli. In Storia di un figlio-Andata e ritorno, Enaiatollah si racconta parlando della sua vita in Italia, dov’è arrivato da bambino nel 2004, dei suoi tentativi di ricontattare la famiglia in Afghanistan, del momento in cui, per la prima volta dopo quasi 8 anni, ha sentito la voce di sua madre al telefono. Un romanzo che lascia il segno, che ci fa assaporare una cultura diversa dalla nostra, complessa e affascinante.

Enaiat è un ragazzo di etnia hazara che all’età di dieci anni ha dovuto lasciare la sua famiglia per salvarsi la vita. Il padre è stato assassinato mentre era in viaggio, costretto a lavorare per un mercante, un collaboratore dei talebani. Dopo la tragedia quel commerciante pretese dalla madre un risarcimento per la merce persa nell’agguato. Quel risarcimento era Enaiat. Già, perché se sei un bambino hazara che vive in Afghanistan, a Nava, non solo devi fare i conti con la povertà, con le difficoltà per sopravvivere, con il pericolo di essere ucciso perché appartieni ad una minoranza, ma devi convivere con una minaccia costante: il rischio di essere venduto o barattato per pagare un debito. La madre di Enaiat vuole proteggerlo ed è convinta che l’unico modo per farlo sia portarlo lontano, così parte per il Pakistan e lascia suo figlio in una comunità di orfani.

Inizia per questo bambino un lungo percorso che lo porterà in Iran, dove vivrà per due anni e mezzo, poi in Turchia e in Grecia, e infine in Italia. Come racconta  in Storia di un figlio (edito da Baldini+Castoldi), Enaiat impiegherà quattro anni a trovare il coraggio di cercare la propria famiglia.

 

Copertina Storia di un figlio-Andata e ritorno

LA RICERCA

Volevo scoprire che fine avevano fatto. Per molto tempo li avevo come cancellati, perché dimenticare è un modo buono per non soffrire e questo non per cattiveria o cosa, ma perché, prima di avere abbastanza spazio nella testa per occuparti degli altri, devi trovare il modo di stare bene con te stesso.

Finalmente nel 2008, grazie all’aiuto di un amico, Enaiat riesce ad avere notizie e a parlare con sua madre. Da questo momento lei e il figlio si telefoneranno costantemente. Il ragazzo verrà a conoscenza delle difficoltà che i suoi cari hanno dovuto affrontare mentre era lontano: la vita nei campi profughi per sfuggire alla violenza dei talebani, i bombardamenti degli americani in risposta all’attacco terroristico dell’11 settembre, il ritorno a Nava e la siccità. Poi, la delusione per la fuga del fratello in Australia alla ricerca di una nuova vita mentre la madre rimane da sola in Afghanistan, notizia che il giovane apprende per telefono.

Enaiat si sente impotente: la sua condizione di rifugiato e la distanza non gli consentono di fare ciò che vorrebbe, se non inviare parte dello stipendio alla madre e ai fratelli per garantirgli un futuro. Ma non traiamo conclusioni affrettate: Storia di un figlio non è un semplice resoconto di eventi tristi. Fabio Geda con il suo stile chiaro e scorrevole ripercorre i momenti della vita di Enaiat, le sue considerazioni e i suoi pensieri, in modo ironico.

Il risultato? Se inizi a leggere non puoi che arrivare alla fine. Il lettore si affeziona e si immedesima, spera, attende, ride, si indigna al fianco di questo ragazzo come se fosse accanto a lui.

Storia di un figlio
Fabio Geda e Enaiatollah Akbar all’ Hiroshima Mon Amour di Torino
Foto di Luca Moschini

 

Storia di un figlio
Foto di Luca Moschini

STORIA DI UN FIGLIO: UN LIBRO ADATTO ANCHE AI RAGAZZI

Io e Enaiat ci siamo trovati, non ricordo dove, forse a casa sua, o a casa mia, e abbiamo deciso che era arrivato il momento: dovevamo provarci, prendere quella storia che lui sapeva raccontare così bene oralmente, ficcarla dentro le pagine di un libro, e vedere cosa ne usciva. Ricordo di avergli detto: “Scriviamolo.”

[…]Mi ha chiesto: “Che tipo di libro? “

“Non so,” gli ho detto. “Si possono fare un sacco di libri diversi. Tu come lo vedi?” Lui mi ha guardato con quegli occhi antichi e profondissimi e ha risposto: “Sarebbe bello potessero leggerlo anche i ragazzi. E sarebbe bello fosse non solo la storia mia, ma di tutti quelli come me.”

Posso affermare dopo aver letto questo libro che lo scopo è stato raggiunto: lo stile è semplice, comprensibile, suscita emozioni. E’ difficile non sorridere mentre Enaiat parla di Fazila, sua moglie, che lascia la porta aperta nella loro casa di Torino affinché i vicini possano entrare quando vogliono (nell’Hazarajat è usanza comune), o rimanere seri quando parla della bicicletta che ha dovuto comprarle per la terza volta, perché per lei l’Italia è un Paese in cui tutti stanno bene, al punto che se qualcuno ha bisogno di qualcosa va e se la compra, mica la ruba agli altri.

 

Storia di un figlio mywhere
Foto di Luca Moschini

Insomma, Storia di un figlio-Andata e ritorno trasmette l’amore per la vita e per gli affetti, la determinazione a non volersi arrendere e a raggiungere gli obiettivi senza perdere l’umorismo e la capacità di sdrammatizzare.

 

 

 

Rossella Belardi

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