MONDO – Le bibite gassate sono ormai diventate un must sulla tavola di molti italiani. Nonostante sia difficile correggere una cattiva abitudine, soprattutto se dal gusto dolce e zuccherino, è sempre bene informare sui possibili rischi legati a un consumo eccessivo di queste bevande, in particolare in una fase della vita particolarmente delicata come quella della menopausa.
Quanto incidono sulla forma corporea le bibite gassate? Se restare in forma da giovani è piuttosto semplice grazie a svariati fattori che giocano a favore di tale scopo, come ad esempio il maggiore tempo a disposizione da dedicare al movimento, i più alti livelli di energia, il metabolismo ottimale, lo sviluppo e così via, da adulti le cose si complicano, e non di poco.
Con l’avanzare dell’età, infatti, gli ormoni iniziano a fare “degli scherzetti”. In particolare nelle donne, con l’avvicinarsi della fine del ciclo mestruale, il progressivo calo di produzione degli estrogeni comporta un notevole aumento dell’appetito e, di conseguenza, del peso corporeo, al punto da arrivare a chiedersi spesso come dimagrire in menopausa. Non aiuta in tal senso nemmeno il rallentamento del metabolismo che tipicamente caratterizza questa particolare fase della vita femminile: per questo è molto importante, ancor più del solito, seguire un’alimentazione corretta e praticare regolarmente attività fisica, anche leggera ma costante.
Bisogna fare particolare attenzione, quindi, specie durante una fase di intense fluttuazioni ormonali come quella della menopausa, a ridurre ancor più del solito i cosiddetti “sgarri”, abolendo i cibi spazzatura e alcuni veri e propri non-alimenti, come le bibite gassate, che incidono considerevolmente non solo sulla forma corporea, ma anche sulla salute.
Queste ultime, difatti, contengono solo grandi quantità di zuccheri, con l’aggiunta di qualche aroma, ma nessun valido nutriente di cui l’organismo abbia realmente bisogno per funzionare. Si tratta, dunque, di tante calorie vuote, assunte unicamente per compiacere il senso del gusto.
Anche il meccanismo, piuttosto comune, di eliminare completamente gli alcolici e le bibite gassate “standard”, ma continuare a usufruire di analcolici gassati presenti in commercio con la famosa dicitura “zero”, non porta grandi risultati. Questo perché il problema principalmente legato al consumo di bibite con le bollicine in menopausa, è che queste ultime stimolano ulteriormente il gonfiore addominale, oltre – in linea generale – ad aumentare i livelli di insulina nel sangue (dato che anche nelle bibite “zero zuccheri” questi ultimi sono comunque sostituiti da dolcificanti) e a favorire l’insorgenza di malattie visibili, come l’obesità, o invisibili, come l’ipercolesterolemia e il diabete.
Oltre a queste conseguenze sulla salute maggiormente note, tuttavia, durante la fase della menopausa le bibite gassate interagiscono con l’organismo in modi che probabilmente per molti suoneranno come una novità. Uno studio della San Diego State University rivela infatti che un consumo eccessivo di bibite gassate in menopausa – circa 14 lattine in una settimana, quindi una media di due al giorno – è correlato a un maggior rischio di fratture all’anca, che aumenta addirittura del 32%. Le bibite con le bollicine, infatti, sembrano interferire con la densità ossea, frequentemente già ridotta nelle donne in menopausa a causa del calo degli estrogeni, che le sottopone a un maggiore rischio di osteoporosi e fratture.
Inoltre, l’elevato consumo di bibite frizzanti, anche nella loro versione “light”, nelle donne in menopausa è strettamente correlato all’aumento del rischio di ictus, infarto e altre patologie cardiache. Tale rischio aumenta in particolare nelle persone che si trovano già in una condizione di sovrappeso, ragione per cui risulta evidente quanto seguire un’alimentazione ben bilanciata e praticare attività fisica regolarmente sia più che mai fondamentale.
Insomma, non ci sono escamotage. L’unica soluzione è bere acqua liscia naturale per dissetarsi mentre, per apportare all’organismo liquidi extra fuori pasto più piacevolmente e raggiungere i 2 litri giornalieri necessari in media alla perfetta idratazione, si consiglia di prepararsi delle tisane – meglio ovviamente senza l’aggiunta di zuccheri – e, talvolta, di consumare:
- delle ottime spremute, soprattutto in inverno, preferibilmente all’arancia, per non perdere completamente il gusto dolce dell’aranciata assumendo al tempo stesso una buona dose di vitamine essenziali;
- dei frullati o frappé fatti in casa, ad esempio a base di banana e kiwi o fragole e latte;
- o dei saporiti succhi 100% frutta, come i nettari di pera, di pesca o alla mela.
In questo modo, seppur si tratti comunque di bevande che contengono un certo numero di zuccheri, l’organismo riceverà anche vitamine e sali minerali indispensabili per il suo benessere.
Parallelamente, è sempre bene praticare una costante attività fisica, allenandosi almeno 3 volte a settimana – meglio se con l’aiuto di un personal trainer – e, al contempo, se lo si desidera e se ne sente la necessità, farsi seguire da uno specialista del settore nutrizionale, ossia un dietista o un dietologo, il quale, a seguito di una prima visita valutativa, troverà di certo la strategia più adeguata per raggiungere il fine ultimo di ogni singola paziente grazie alla compilazione di una dieta ad hoc.
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