Le plaisir de vivre, arte e moda del Settecento Veneziano in mostra a Bologna

Le plaisir de vivre, arte e moda del Settecento Veneziano in mostra a Bologna

BOLOGNA  – Fino al 12 settembre 2021, il Museo Davia Bargellini ospita un viaggio tra fruscii di sete e filati preziosi, fogge e accessori dalla infinita gamma cromatica, sontuosi arredi dai bagliori dorati, inchini leggiadri tra dame agghindate e gentiluomini in spadino, per un raffinato incontro tra due delle più raffinate civiltà estetiche del Settecento italiano, la bolognese e la veneziana. 

Promosso da Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica in collaborazione con Fondazione Musei Civici di Venezia, il progetto espositivo di Le plaisir de vivre , curato da Mark Gregory D’Apuzzo, Massimo Medica e Chiara Squarcina, costituisce l’apice conclusivo delle celebrazioni che nel 2020 hanno accompagnato il centenario del Museo Davia Bargellini e l’omaggio al suo fondatore Francesco Malaguzzi Valeri, che il 30 maggio 1920 lo inaugurò all’interno del senatorio Palazzo Bargellini nel corso del suo incarico come Direttore della Pinacoteca di Bologna e Soprintendente alle Gallerie di Bologna e della Romagna.

Affascinato dalle grandi raccolte museali di arti applicate e industriali che si andavano moltiplicando in Europa sull’esempio del South Kensington Museum fondato a Londra nel 1852, Malaguzzi Valeri concepì l’idea di istituire un museo autonomo dedicato alle arti decorative, in cui fossero riunite, per scopi didattici e divulgativi, le più alte espressioni della locale tradizione artigianale di pregio. Consapevole della missione di educazione sociale al quale il museo veniva chiamato sempre più insistentemente nel coevo dibattito internazionale, nella trascrizione museografica della sua iniziativa egli predilesse criteri di allestimento secondo una sensibilità nostalgica, orientata verso la rievocazione degli interni e degli arredi dei palazzi senatori, emblematici “di quel magnifico barocco in cui Bologna trionfò su tutte le città per originalità e freschezza”.

Ed è proprio la strategia espositiva dell”“ambientazione”, ovvero l’idea di ricreare le atmosfere del fastoso Settecento con le sue eccellenze nel campo delle arti applicate – oggetti, mobili, quadri legati alle abitudini di vita di cavalieri e dame affaccendati nei rituali della mondanità – che si rivela la carta vincente per facilitare e migliorare la comprensione delle opere all’interno del loro contesto. La rappresentazione quotidiana di un mondo scomparso poteva così rivivere vividamente nell’immaginazione dei visitatori nei modi codificati del vivere, parlare, atteggiarsi, divertirsi.

In questo contesto e con questo “escamotage”, si sviluppare il percorso espositivo della mostra, muovendo dalla presenza nel patrimonio del museo di numerose testimonianze frutto dell’abilità di artigiani, ebanisti e vetrai operanti nelle botteghe veneziane del XVIII secolo. Consoles, cornici, mobili, servizi da tavola in vetro di Murano trovano una eccezionale opportunità di esaltazione nel dialogo con una selezionata campionatura di pezzi provenienti dalle collezioni tessili e di abiti antichi del Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume annesso al Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia.

Le plaisir de vivre, arte e moda del Settecento Veneziano
BOLOGNA, Le Plaisir De Vivre (Photo by Roberto Serra – Iguana Press/Getty Images)

Nelle belle sale del museo trovano temporanea dimora modelli di abbigliamento e accessori della moda sia femminile che maschile (abiti, calzature, copricapi d’epoca e ventagli), perfetti nel rappresentare lo spirito frivolo e spensierato dei veneziani in fatto di moda nel XVIII secolo. Realizzati in tessuti impreziositi da ricami e merletti, questi manufatti documentano la straordinaria perizia degli artigiani del tempo nella creazione della lussuosa eleganza per la quale il patriziato veneziano andava celebre, così come la solennità del potere ecclesiastico rappresentato da raffinati paramenti sacri prodotti nella Serenissima.

Sul piano dell’iconografia pittorica, l’immagine della vita quotidiana osservata nelle calli e negli interni dei palazzi nobiliari  viene ricreata tramite alcuni dipinti di Pietro Longhi e della sua scuola, tra cui la celebre tela Lo svenimento che testimonia l’importanza del gioco e la centralità della figura femminile nei riti dei salotti veneziani. La presenza di “scene di costume” del pittore veneziano illustra,  la “piacevolezza del vivere” scandita da buone maniere, buon gusto e divertimento, ultimi fuochi di una società irrimediabilmente in declino.

Le plaisir de vivre, arte e moda del Settecento Veneziano
Le plaisir de vivre : Pietro Longhi (Pietro Falca) (Venezia, 1701-1785) Lo svenimento, circa 1760 Olio su tela, cm 54 x 65 Collezione Intesa Sanpaolo Vicenza, Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari

Pietro Longhi, forse il più noto tra i “cronisti” delle oziose giornate della Serenissima, apprezzato ma forse non pienamente compreso dai suoi contemporanei, trovò la giusta gloria quando il celebre Roberto Longhi, storico e critico dell’arte, lo definì come uno degli interpreti più originali nella realtà ricca di fermenti illuministici che raggiunsero la città lagunare nella seconda metà del Settecento. E nel contesto di questa iniziativa espositiva, giova ricordare che fu proprio lo storico e critico d’arte a riconoscere in Giuseppe Maria Crespi un ascendente diretto della pittura di Longhi. Sulla cui prima produzione, incentrata sul mondo rustico, dovette influire il ricordo di un giovanile soggiorno di studio a Bologna nella bottega del Crespi quando quest’ultimo, ormai in tarda età, si dedicava a quadri di genere con scene di vita popolare dopo i grandi cicli della decorazione a fresco di tema mitologico.

PlaisirdeVivre

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Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

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Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna

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BOLOGNA, ITALY - DECEMBER 05: The "Le Plaisir Du Vivre" (Pleaure Of Living) about the venetian arts in 18th century exhibition preview at Davia Bargellini Museum on December 05, 2020 in Bologna, Italy. (Photo by Roberto Serra - Iguana Press/Getty Images)

BOLOGNA, ITALY – DECEMBER 05: The “Le Plaisir Du Vivre” (Pleaure Of Living) about the venetian arts in 18th century exhibition preview at Davia Bargellini Museum on December 05, 2020 in Bologna, Italy. (Photo by Roberto Serra – Iguana Press/Getty Images)

La fama di Venezia è poi anche indissolubilmente legata all’arte fragile e luminosa della lavorazione del vetro. Uno dei suoi saperi più autentici e fonte di prosperità commerciale della città per secoli, seppe attirare l’attenzione ammirata di spettatori in visita da tutta Europa grazie all’invenzione di un vetro incolore e purissimo, denominato cristallo o vetro cristallino, perfezionato nelle vetrerie di Murano intorno alla metà del XV secolo.
E a questo scopo, la mostra si configura infatti come occasione ideale per presentare in anteprima al pubblico 8 pregevoli manufatti, di varia tipologia e funzione, appartenenti alla collezione di vetri Cappagli-Serretti, recentemente donata al Comune di Bologna con la finalità di incrementare le collezioni del Museo Civico Medievale e del Museo Davia Bargellini. Realizzati da fornaci veneziane e muranesi, essi documentano in gran parte la diffusione nella prima metà del Settecento del cosiddetto cristallo “ad uso di Boemia”, un tipo di vetro con notevoli percentuali di ossido di piombo in aggiunta all’ossido di potassio, lavorabile a caldo secondo la tradizione muranese, da cui si ottiene una maggiore brillantezza.

Tra le altre opere di grande importanza storica il Teatrino delle marionette, raro esemplare di manifattura veneziana del XVIII secolo, dotato di un ricco corredo di 74 marionette abbigliate con i costumi dell’epoca, 9 cavalli e una scimmia. La struttura, tra le più importanti in Italia, è dotata di cinque cambi di scena, e appare di indubbia matrice bolognese e bibienesca, come attesta lo stemma della famiglia forlivese degli Albicini presente sul prospetto, mentre le marionette, coeve anche se appartenenti a serie diverse, sono di fattura veneziana.

Le plaisir de vivre : Ignoto bibienesco Teatrino per marionette
1770 circa
Boccascena: legno dipinto, cm 130 × 218
Fondale: tempera su tela, cm 82 × 172
Coppia di quinte: tempera su tela, cm 81 × 34,5
Coppia di quinte: tempera su tela, cm 81 × 25,1
Bologna, Museo Davia Bargellini

Grazie alla generosa collaborazione prestata da 8cento APS, la mostra si prolunga online con una serie di 14 video-clip in cui rievocatori e figuranti in costume danno vita a una suggestiva
rievocazione del Settecento attraverso momenti di racconto, danza e lettura. Nelle sale del museo si animano così brevi scene di vita quotidiana con accessori d’epoca, accompagnate da spiegazioni di dipinti e curiosità sui numerosi passatempi settecenteschi. Ogni video è incentrato su un aspetto specifico: il gioco, la vestizione, il trucco, il ventaglio e il suo linguaggio, la musica e i momenti della giornata, oltre a note introduttive sulle ragioni della mostra e le particolarità del museo.
La serie di video, curata da 8cento Media, è visibile sulla pagina Facebook dei Musei Civici d’Arte Antica.

Durante il periodo di apertura della mostra Le plaisir de vivre  è previsto un calendario di attività rivolte al pubblico degli adulti e delle famiglie, a cura di RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza.
Prenotazione obbligatoria: tel. 051 236708 (dal martedì alla domenica h 10.00 – 14.00) – musarteanticascuole@comune.bologna.it.

Marianne Bargiotti

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