Com’è cambiato l’amore al tempo del Covid

Com’è cambiato l’amore al tempo del Covid

ITALIA – Dalle restrizioni alla paura di essere contagiati, dalle coppie non conviventi alle separazioni forzate. L’amore ha resistito al Covid? E quanto quest’ultimo ha influenzato i rapporti di coppia? 

Il 2020 è stato un anno complicato dove tutti noi siamo stati sconvolti dall’emergenza sanitaria per il Covid-19. Anche l’amore ha risentito di questo periodo difficile, dove il senso d’incertezza, la paura e la privazione ci hanno completamente bloccato. All’improvviso il mondo è cambiato, abbiamo sentito per la prima volta il termine lockdown e siamo rimasti chiusi in casa per mesi. La nostra vita quotidiana è stata stravolta, così come le relazioni amorose, i baci, gli abbracci e i contatti fisici. 

Il Covid non ha risparmiato nessun innamorato, indipendentemente da sesso ed età. I single, i fidanzati, le coppie, le famiglie, gli amanti, gli anziani sono tutti rimasti in un tempo sospeso pieno d’incertezze e incognite sul futuro. 

L’amore al tempo del Covid: come se l’è cavata con le restrizioni? 

All’inizio del lockdown, molte coppie si sono ritrovate in casa 24 ore il giorno e hanno dovuto scoprire nuovi modi di amarsi. Spesso la casa era piccola, con figli alle prese con la didattica a distanza e il lavoro in smart working. Le coppie collaudate si sono ritrovate così in una convivenza forzata a cui non erano abituate con ritmi e spazi da inventare. I genitori hanno organizzato i pasti, la spesa, lo studio, il lavoro, la cura della casa e i momenti di svago senza poter contare sull’aiuto dei nonni o delle baby sitter. Alcuni non sono sopravvissuti e hanno preso strade diverse. La maggior parte delle coppie collaudate hanno ritrovato un nuovo modo di amarsi, rendendo la loro intimità più creativa. 

La convivenza forzata e continuativa, l’assenza di impegni sociali, di attività ludiche, ricreative e sportive all’esterno e la chiusura delle scuole hanno comunque messo a dura prova le famiglie. Per questo motivo, anche il territorio ha voluto offrire il supporto per alleggerire la quotidianità. Il Comune di Trento, tramite l’associazione Ama che offre servizi per le famiglie, ha predisposto il documento “L’amore ai tempi del coronavirus vademecum per coppie…a stretto contatto!” con suggerimenti e spunti per il benessere relazionale. 

Il punto 2 del vademecum recita: 

[…] Concedersi “momenti speciali”, per fare cose belle insieme (una cena, un film, una lettura); rafforzare ritualità familiari positive già esistenti o nuove per scandire la quotidianità, per creare significato, attesa e desiderio in giornate e settimane spesso “senza tempo”.[…] 

Credo che le coppie debbano concentrarsi anche sul punto 5: 

[…] Intimità in libertà: prendersi i propri spazi di coppia (mamma e papà hanno bisogno di prendersi i loro spazi, anche solo per parlare tra loro!), nel rispetto del desiderio di ciascuno. […]

Riuscire a fare piccole cose belle insieme come un film o una cena speciale e ritagliarsi spazi senza figli sono aspetti fondamentali su cui dovremmo riflettere tutti, indipendentemente dalla pandemia o meno. 

Al di là del Covid, dovremmo prendere l’abitudine di organizzare in casa momenti piacevoli ed esclusivi con il proprio partner. Abbiamo una casa piccola? Non importa avere il giardino o il balcone. Bastano due sedie, due drink e qualche snack. Abbiamo figli che ci chiamano di continuo? Teniamoli occupati con una bella lettura e spieghiamo che questo è un momento solo per la coppia. Ci arrivano di continuo le notifiche di mail di lavoro? Lasciamo il telefono in un’altra stanza. Abbiamo il diritto di prenderci una mezz’ora la settimana per chiacchierare con il nostro partner. 

Come hanno sopravvissuto le coppie non conviventi? 

Le coppie non conviventi hanno subito un vero shock. Improvvisamente si sono visti privare della loro intimità e del rapporto fisico. Sicuramente c’è stata tanta fatica ad amarsi a distanza. I baci, gli abbracci e i contatti fisici hanno lasciato il posto ad un’intimità on line che spesso ha imbarazzato e bloccato le persone. Qualunque sia la nostra età, abbiamo dovuto imparare tutti a usare le nuove tecnologie digitali trovandosi a parlare con chiunque attraverso uno schermo. 

Le coppie non conviventi hanno allora provato a trasformare la quarantena in un punto di forza del loro rapporto. Se hanno dovuto rinunciare a intimità e affettività fisica, hanno anche imparato a vivere nel silenzio della loro casa senza poter vedere nessuno. 

I vari DPCM non hanno certo aiutato. Prima c’è stato il problema che il nostro partner abitava in un comune diverso, poi c’è stato il dubbio su chi fosse il congiunto. Infine ci siamo persi a capire cosa fosse possibile fare in base alla colorazione della nostra regione. Tutte misure che sono servite per limitare il contagio dal virus, ma hanno inevitabilmente creato mancanze e rinunce. 

L’impossibilità di vedersi o di abbracciarsi ha scatenato la fantasia e la creatività. I partner non conviventi hanno dunque dovuto affidare il loro amore alle piattaforme digitali. Si sono dati degli appuntamenti fissi per cenare insieme a distanza, godersi un aperitivo on line o guardare un film insieme che, seppur lontani, li hanno aiutati a sentirsi più vicini. 

Che cosa è successo quando il partner è risultato positivo? 

Ho osservato a lungo la coppia di vicini di casa dove la ragazza è risultata positiva al Covid-19. Grazie a loro, ho avuto la conferma di quanto l’amore possa essere commovente e struggente. 

Oltre alla grande solidarietà dei vari condomini che si sono alternati a portarle fuori il cane, a lasciare la spesa davanti alla porta d’ingresso, ci sono stati gli amici che si sono alternati a tenerle compagnia sotto la terrazza. Considero queste attenzioni come belle forme di amore. Ma il fidanzato della ragazza è stato il più dolce di tutti.  In un mondo dove siamo tutti dietro alla tastiera, mi sono emozionata nel vedere questo ragazzo che ogni sera andava sotto casa di lei. Si portava la sedia e chiacchierava con lei affacciata al balcone. Trascorrevano ore insieme. Il ragazzo avrebbe potuto telefonare o fare una video chiamata. Sarebbe stato molto più comodo e meno freddo. Invece lui è stato lì ogni sera. 

Lui non ha voluto rinunciare a vedere il suo amore, ha voluto essere vicino a lei che con la sua mascherina si commuoveva ogni volta. Entrambi muniti di un tablet, guardavano i film insieme, prendevano gli aperitivi (che lui lasciava davanti a casa), cantavano e chiacchieravano. È mancato il rapporto fisico, un abbraccio, un bacio o una carezza per sconfiggere la difficoltà del momento. Ma quanto amore in quel ragazzo seduto al freddo! 

Sono convinta che, dopo questo periodo difficile, di distanza e di impossibilità di frequentarsi, la coppia è uscita più forte di prima. In mezzo agli applausi di tutto il condominio (me compresa)! 

E quando ci siamo rivisti? 

ll russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij diceva sempre che in amore: “È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama”. 

Chissà se veramente tutti hanno capito l’importanza del loro partner durante la separazione. La pandemia ci ha imposto proprio di fermarsi all’improvviso. Non è stato facile trovare un equilibrio per questi ragazzi e per tutti coloro che non hanno potuto vivere insieme. L’isolamento forzato li ha costretti a inventarsi un nuovo modo di amare. 

Spero che ognuno di noi abbia capito quanto siano importanti una carezza o un abbraccio. Da un giorno all’altro potremmo di nuovo rischiare di non poter più vivere quotidianamente il nostro amore. 

Tanto amore per tutti. Ne abbiamo bisogno.

Testo di Francesca Giannoni

Autore MyWhere

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