La storia dei tatuaggi dal Paleolitico ad oggi

La storia dei tatuaggi dal Paleolitico ad oggi

MONDO – Fanno parte della nostra cultura molto più di quello che pensiamo. Conoscete la storia dei tatuaggi? Sapete cosa rappresentavano nella società egizia o in quella cristiana? E quali sono i grandi personaggi della storia ad essersi decorati la pelle? Ecco una carrellata dal Paleolitico ad oggi.

Cos’hanno in comune Asia Argento che vedete nella foto in homepage e Winston Churchill? Appartenente niente, penserete voi. E invece no! Perché Churchill, come altri grandi protagonisti della storia, era tatuato. Ebbene sì, il buon vecchio Winston, durante la sua carriera militare, si era fatto tatuare un’ancora (come quella di Braccio di Ferro) sull’avambraccio. Cosa voleva raccontare con questa decorazione? La sua esperienza militare da corrispondente per il Regno Unito, avvenuta a Cuba, a Johannesburg e in India.

La storia dei tatuaggi è talmente antica, che il tattoo di Churchill vi sembrerà una roba da lattanti. Perché sono tante le testimonianze che confermano che i tatuaggi esistono da millenni. Per scomodare altri protagonisti del 900′, potremo citare lo Zar Nicola II (aveva un dragone disegnato sul braccio sinistro) Theodore Roosevelt che celava uno stemma araldico della sua famiglia sul petto, o ancora Thomas Edison che aveva fatto dipingere sul suo avambraccio un disegno geometrico a 5 punte.

IL TATUAGGIO NEL MONDO ANTICO

Tatuaggio sul volto di un māori, fotografia di fine XIX secolo.

Per essere una pratica comunemente associata alla giovinezza, il tatuaggio è notevolmente antico e fa parte della vita degli esseri umani da oltre 10 mila anni. La prima prova tangibile della sua esistenza porta il nome di Otzi, famoso come l’uomo venuto dal ghiaccio, il cui cadavere conservato è stato scoperto sulle Alpi nel 1991. Secondo gli studiosi, morì nel 3300 a.C e sul suo corpo presentava numerosi tatuaggi.

Gli studiosi però concordano sul fatto che la storia del tatuaggio fosse ancor più antica. In Giappone ad esempio, si pensa che il primo tatuaggio risalga al Paleolitico e non è certo un segreto che in Egitto, questa pratica decorativa fosse all’ordine del giorno: nel 1948, lo scavo delle tombe siberiane, ha rivelato corpi di oltre 2000 anni decorati con tatuaggi di animali e bestie mistiche. Il commercio internazionale dell’Egitto permise ai tatuaggi di diffondersi ad esempio a Creta, in Arabia, ma anche tra le tribù celtiche e nordeuropee.

Europa, Asia e Africa, ma anche America. Il culto del tatuaggio è presente in tutto il mondo da millenni. Sulle isole Samoa è infatti nata la parola tatou e il tatuaggio fa parte della cultura e della religione dei suoi abitanti.

IL CRISTIANESIMO TRASFORMA IL TATUAGGIO IN TABU’ MA LA CORTE BRITANNICA LO FA RINASCERE

La storia dei tatuaggi: la circense Maud Wagner fotografata nel 1907.

Come abbiamo visto, del tatuaggio veniva spesso fatto uno strumento religioso per onorare i propri dei e la propria fede. Ma con l’avvento del Cristianesimo cambiò tutto. Il tatuaggio non veniva visto di buon occhio, veniva associato al paganesimo e alla classe criminale e fu per questo che l’Imperatore Costantino lo proibì totalmente.

La storia dei tatuaggi subì quindi un profondo cambiamento. Non più religione, ma sinonimo di peccato.

Il tempo passa e arriviamo alla fine del diciotesimo secolo, quando la pratica popolare divenne popolare tra i marinai britannici. A portare questa “moda” fu la truppa del capitano James Cook.

E poi? E poi ci fu una vera e propria rinascita, grazie alle figure di Re Giorgio V e successivamente di Edoardo VII che si tatuarono rispettivamente un drago e una croce. I loro tatuaggi provocarono un aumento delle decorazioni sulla pelle da parte della nobiltà britannica e il loro esempio, venne seguito dalle principali corti straniere europee. Insomma, tra il XVIII e il XIX secolo, se eri della nobilità, probabilmente eri tatuato.

SPESSO I TATUAGGI VENIVANO DIPINTI PER SCOPI TERRIBILI

La storia dei tatuaggi
Il modello Andrea fotografato da Marco Serri

È indubbio che le regioni per cui le persone si tatuano, variano da in luogo a luogo. Lo scopo però resta lo stesso, vale a dire trasmettere un messaggio di grande significato attraverso un simbolo visibile.

Un messaggio di grande significato però, può essere triste e tremendo. I romani tatuavano i loro criminali e i loro schiavi e lo stesso facevano i giapponesi. Non si può poi non ricordare il modello nazista che si consumava nel tatuare numeri sulle braccia degli ebrei per disumanizzarli e per identificare i loro cadaveri.

COSA COMUNICHIAMO CON I TATUAGGI DI OGGI?

La storia dei tatuaggi
Foto Marco Serri

Negli ultimi anni, le persone stanno utilizzando i tatuaggi per raccontare le loro storie personale. Li utilizzano come talismani o per commemorare una persona cara. Il fascino del dipinto sul corpo sta nella sua permanenza, con tutto quello che ne consegue.

Fino a qualche tempo fa, la pratica dei tatuaggi veniva percorsa soprattutto dalla sottocultura underground, ma poi ci ha pensato il cinema. E ci ha pensato anche lo sport. Vedere i protagonisti di questi campi decorarsi la pelle, ha eliminato tutti i tabù del tatuaggio e i tatuaggi non sono mai stati così vari nel contenuto e nel design come lo sono ora.

Dallo sport al cinema, dalla musica alla moda, perché anche nel campo del fashion il tatuaggio è ormai stato sdoganato. Anzi, rappresenta un plus per comunicare stili e tendenze e ormai sia tra i modelli che tra le modelle, il tattoo imperversa prepotentemente.

Foto della collezione Midali

Potremmo dire quindi che i tatuaggi avranno sempre un posto nel mondo, perché forse più di ogni altra pratica, rappresentano una forma alternativa di espressione di noi stessi.

 

In homepage Asia Argento Foto Marco Serri

Paolo Riggio

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