Pronti al via per il restauro della Deposizione del Rosso Fiorentino

Pronti al via per il restauro della Deposizione del Rosso Fiorentino

PISA – A settembre partiranno i lavori di restauro della Deposizione di Volterra, celeberrima opera di Rosso Fiorentino, dando così vita al progetto del Dott. Andrea Muzzi ex Soprintendente Archeologia, Belle e Arti Paesaggio di Pisa e Livorno, proseguito sotto l’Alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno e finanziato dalla Fondazione Friends of Florence.

La riunione che sancisce il via al restauro della Deposizione di Volterra di Rosso Fiorentino, si è tenuta recentemente presso la Pinacoteca civica di Volterra, con la presenza del sindaco Giacomo Santi, l’assessore alla cultura Dario Danti, il direttore della Pinacoteca Andrea Furiesi, il funzionario della Soprintendenza archeologica Amedeo Mercurio, il restauratore Daniele Rossi l’esperto dei supporti lignei Roberto Buda, l’assessore alle culture Dario Danti, l’incaricato per la Diocesi di Volterra Andrea Falorni e la restauratrice Elena Salotti.

Come indicato dagli esperti, il restauro prevede innanzitutto un lavoro diagnostico dell’opera tramite analisi chimiche e fisiche, macchinari speciali che consentono di filtrare tutti gli strati del colore, rivelando così non solo la sequenza dei vari passaggi nelle stesure cromatiche nel corso della realizzazione del dipinto, ma anche la loro composizione e i segreti della tecnica del noto manierista fiorentino.

Le indagini riguarderanno, inoltre, il supporto ligneo dell’opera, che ha risentito e ancora risente dei restauri svolti nel corso dei secoli.

I risultati del prezioso procedimento diagnostico, si potranno vedere sia su pannelli che supporti online nel prossimo autunno, in occasione della ricorrenza del cinquecentesimo anniversario della presentazione della Deposizione del Rosso. Subito dopo avrà inizio l’effettivo lavoro di restauro che, grazie all’impiego di una parete di vetro, potrà essere osservato in diretta, coinvolgendo il pubblico presente nelle varie fasi esecutive. Queste saranno, inoltre, raccontante e commentate in un video su uno schermo collocato all’esterno della sala di lavoro.

Realizzata nel 1521 da Giovanbattista di Jacopo di Gasparre, meglio noto come Rosso Fiorentino (per via del colore della sua capigliatura), l’opera venne commissionata da una Compagnia religiosa di frati per la loro chiesa di S. Francesco a Volterra, dove è rimasta per molto tempo, fino a quando, dopo una “sosta” nel duomo cittadino, è passata definitivamente alla Pinacoteca della stessa città.

Questo dipinto, sebbene raffiguri un tema di repertorio legato alla storia di Cristo, segna una vera e propria rivoluzione sia nel contenuto che nella forma rispetto a modelli precedenti (tra i più noti quelli del Beato Angelico e Raffaello), ma si pone in modo del tutto originale anche nel confronto con opere successive sullo stesso tema (Van der Weiden, Caravaggio): alla tristezza e al dolore contrito che, pur con le varietà di stili e interpretazioni, dominano in queste opere, Rosso sostituisce un’atmosfera fortemente drammatica e convulsa, dove la sofferenza dei personaggi si palesa in modo immediato con corpi contorti ed espressioni disperate. I colori contribuiscono ad accentuare questa agitazione fisica e interiore , con drastici accostamenti di colori puri, non sfumati, rendendo l’opera più vicina allo stile moderno-contemporaneo che rinascimentale.

Per questo suo contrasto tra accenti realistici della scena e i toni cromatici quasi surreali, la Deposizione di Volterra ha esercitato un fascino indiscusso non solo nel mondo dell’arte figurativa a venire ma anche in quello letterario, soprattutto del XX secolo.

Ci auguriamo, quindi, di poterla tornare ad ammirare in tutta la sua bellezza e autenticità e nel contempo ringraziamo vivamente tutti i promotori e gli organizzatori di questo progetto perché ci offrono un’occasione veramente unica, quella di poter condividere il lavoro in diretta per riportare allo splendore questo inestimabile capolavoro dell’arte.

Giuliana D'Urso

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