MONDO – Dopo aver letto l’ottimo articolo di Rossella Belardi sui libri che contengono il numero 7 nel titolo, vediamo quali sono quei sette che ognuno di noi, secondo me, dovrebbe avere sul proprio comodino.
Leggere un libro è una delle cose più belle, rilassanti e piacevoli che si possano fare in una giornata. Tra i momenti (pochi a dire il vero, causa lavoro) che preferisco per immergermi in un buon libro è la sera, magari sotto le coperte. Aiuta a rilassarmi dopo le fatiche della giornata, mi concilia il sonno e l’attività onirica. Per questo sul mio comodino c’è sempre un buon libro (e il mio kindle)!
Ho cercato di selezionare generi differenti sperando d’ingolosire più persone possibile. Vediamo insieme quali sono i “magnifici 7“:
“LA STORIA INFINITA” di Michael Ende (1979)
Quanti di voi lo hanno letto? Immagino (e spero) molti. Forse con questo primo romanzo mi dilungherò di più, ma è uno di quelli che ti capita di portare sempre nel cuore.
Un fantasy fiabesco, un metaromanzo (un libro che parla di un libro dentro un libro). La storia è ambientata a Fantàsia, un mondo che sta scomparendo a causa di un’entità chiamata Nulla. Il compito di salvarlo spetta a un bambino: Bastiano Baldassarre Bucci. Un fanciullo che, però, proviene dal mondo reale. Ma com’è finito Bastiano in un mondo fantastico?
In un giorno di pioggia inseguito dai perfidi compagni, decide di trovar riparo in una vecchia libreria. Proprio qui s’imbatte in un volume intitolato “La storia infinita”. Il libraio non vuole venderlo, ma l’attrazione per quel libro è tale che Bastiano lo ruba e ci si immerge. Letteralmente. Non è solo spettatore delle meravigliose avventure che vi sono narrate, ma ne è anche protagonista.
Particolarità editoriale di questo romanzo è la celebre stampa a due colori (rosso e verde acqua) per distinguere il filone narrativo del mondo reale da quello di Fantàsia. I 26 capitoli sono contrassegnati da un capolettera che ricorda le miniature medievali. Davvero unico nel suo genere!
Un libro che apre la mente e che ci fa volare di nuovo con la fantasia. È il regno che sognavamo da fanciulli, è forse la nostra stessa vita in bilico tra realtà e immaginazione. Un romanzo per riscoprire il nostro lato più creativo.
Ogni storia è una storia infinita – M. Ende
Qui dove poterlo acquistare, per chi fosse interessato.
“Generazione perduta” di Vera Brittain (1933)
Il secondo è un libro più crudo, anche fin troppo reale rispetto al precedente. Vera Brittain ci racconta l’esperienza vissuta della Prima guerra mondiale. Lei, giovane e di famiglia benestante, lascerà gli studi (entrò con estrema fatica a Oxford) per diventare infermiera nella V.A.D. (Voluntary Aid Detachment). Mentre viene spostata da un paese all’altro, la Guerra, tra le tante anime che si porta via, la priva del fratello ( Edward, seppellito sull’Altopiano di Asiago), del fidanzato (Roland) e dei sui due più cari amici (Geoffrey e Victor).
L’autrice raccoglie qui gli stati d’animo e quei i ricordi di anni tremendi che hanno segnato lei e tutta l’umanità. Dolorosa è la lettura di questo libro. Troppi gli orrori che le pagine descrivono, troppi gli spaccati di Storia che andrebbero, non dimenticati, ma ricordati per onorare chi vi perse la vita e per non permettere che accadano di nuovo.
Non l’ideale prima di andare a dormire, lo ammetto, tuttavia è un libro che fa riflettere molto…
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“In Vespa. Da Roma a Saigon” di Giorgio Bettinelli (1997)
Per gli amanti del viaggio, da amante del viaggio (e della Vespa) mi sento di proporre questo bellissimo libro del compianto Giorgio Bettinelli che, nato con il viaggio nel sangue, ci racconta il primo dei sui numerosi viaggi in sella al mezzo italiano più famoso al mondo: la Vespa.
Questa passione nacque durante un soggiorno in Indonesia. Qui ricevette in regalo una vecchia Vespa. Durante quei mesi iniziò a girare da sud a nord l’isola di Sumatra e fu allora che decise di intraprendere, al suo rientro, il viaggio dall’Italia al Vietnam. Da Roma a Saigon, appunto.
24.000 chilometri da godersi, un’avventura da assaporare, una sera alla volta.
“Il presente è molto più vivo nel futuro, quando è già passato” – G. Bettinelli
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“Cecità” di José Saramago (1995)
Inserisco questo libro non solo perché mi è piaciuto moltissimo (come molte altre opere dell’autore) ma perché tornato, purtroppo, di moda a causa dell’esperienza del Covid-19.
Forse non il più semplice dal punto di vista stilistico (ad esempio non ci sono segni grafici che indichino i dialoghi) da apprezzare la sera, ma vi assicuro che la lettura scorre e tiene incollati lì, pagina dopo pagina.
Qui, con l’espediente di una malattia pandemica (appunto la cecità), Saramago ci fa riflettere sull’uomo in quanto tale, sulle relazioni interpersonali e i rapporti di forza, portando all’estremo le ordinarie caratteristiche dell’animo umano.
La storia (raccontata da una donna che non ha perso la vista) vede i primi cechi che vengono rinchiusi in un ex-manicomio prima della diffusione della pandemia e che, impossibilitati a fare qualsiasi cosa, cominciano a organizzarsi. Emergono quindi le personalità di ognuno (i più forti e i più deboli), insorgono conflitti e le condizioni di vita degradata a livello animalesco. L’autore non risparmia niente, dal bene al male, che finisce per colpire anche i migliori.
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“Guerra e Pace” di Lev Tolstoj (1865 – 1869)
Sono impazzito? Spero di no, ma leggere poche pagine prima di dormire di questa immensa (non solo perché lunga) opera vi aiuterà. Non vi parlerò della trama, posso dirvi che all’inizio sarà faticoso, ma vi presenterà innanzi gli occhi un mondo che parla di storie d’amore, guerra, dilemmi e religione. Vi insegnerà la storia, con le sue grandi battaglie, vi farà comprendere la Russia di oggi.
Si parla di una vera guida alla vita. Tolstoj fornisce tante risposte per il quotidiano, ma ci esorta anche a non cercare di curare gli altri da stranezze e manie, ad accettare tutti per quello che sono, senza dimenticare che ognuno deve provare a rispondere alle domande della propria esistenza e trovare in sé il senso di tutto.
“La storia è quello che ci capita. Il destino è quello che facciamo con queste circostanze.” – L. Tolstoj
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“Il paradiso degli orchi” di Daniel Pennac (1985)
Avete mai letto i libri di Pennac? Se la risposta è no, è un male e potete rimediare leggendo questo. Non rimarrete delusi e le risate non mancheranno. Lo leggerete in una sola serata, grazie a un ritmo narrativo veloce e alle numerose sorprese che rendono ricca di suspance la storia.
Il protagonista è Benjamin Malaussène che lavora in un grande Magazzino. Qui svolge una professione singolare, il capro espiatorio. Il suo compito non così facile come si crede. Deve infatti fare leva sulla bontà d’animo dei clienti furiosi che presentano i più svariati reclami per le merci o altro. Trasformare la rabbia in clemenza, l’indignazione in commiserazione, ecco il vero lavoro di Benjamin.
La sua missione è il ritiro di qualsiasi denuncia e reclamo. Ma questo status quo viene sconvolto da inaspettate e ripetute esplosioni all’interno del Grande Magazzino. Senza volerlo Benjamin si troverà coinvolto in questi casi e parallelamente alle indagini della polizia, per legittima difesa, intraprenderà una personale ricerca della verità.
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“Febbre a 90°” di Nick Hornby (1997)
Eccoci infine all’ultimo dei 7. Ho scelto Febbre a 90°, un libro che parla di calcio (il nostro Paolo in questo articolo ci ha parlato del film basato sul libro) ma soprattutto dell’amore per il calcio, quello viscerale, di “pancia”.
Questo libro ribalta la narrazione sportiva canonica. Il protagonista non è il calciatore o una squadra, è il tifoso, è lui il vero protagonista. I calciatori passano, gli allenatori anche, ma quelli che rimangono sono sempre loro: i tifosi.
Siamo di fronte allo specchio in cui si riflettono le nostre passioni.
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Arrivati alla fine di quest’elenco probabilmente non avrò soddisfatto tutti, mi sono basato su gusti personali e sulla mia libreria. Spero però di aver lasciato il desiderio a qualcuno di voi di godersi uno di questi libri.
Il libro è una bellissima… buonanotte!!
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“Cecità” sembra interessante e anche “In Vespa. Da Roma a Saigon” (i libri che trattano l’argomento “viaggio” ultimamente sono molto apprezzati, visto il periodo).
Ciao Rossella e grazie del commento!
“Cecità” te lo consiglio vivamente, perché è scritto davvero bene (Saramago non avrà vinto il Nobel per sbaglio) e fa riflettere; per il secondo libro che hai citato, che dire, da amante della Vespa non potevo non inserirlo. Spero di averti dato buoni spunti nel mio articolo