Caravaggeschi e non solo in mostra con I pittori della luce da Caravaggio a Paolini

Caravaggeschi e non solo in mostra con I pittori della luce da Caravaggio a Paolini

LUCCA – Negli spazi della Cavallerizza fino al 2 Ottobre 2022 è in corso un’interessante mostra intitolata I pittori della luce da Caravaggio a Paolini.  L’esposizione rende merito a una serie di pittori, in gran parte lucchesi, accumunati dalle ricerche sulla luce dopo l’epocale esperienza di Caravaggio. Vale davvero la pena inserire questa tappa fra le mostre da non perdere per il 2022.

Promossa nello Spazio Cavallerizza dalla Regione Toscana e dalla Città di Lucca e organizzata da Contemplazioni con la collaborazione di Vittorio Sgarbi che ne ha curato l’edizione, la mostra I pittori della luce – da Caravaggio a Paolini vanta oltre un centinaio di opere, provenienti da vari musei e collezioni dall’Italia e dall’estero, offrendo un singolare excursus nella tematica della luce nell’arte.

Un altro progetto espositivo che, come quello di cui già vi abbiamo parlato nel dettaglio in un nostro articolo, rimanda alla genialità di Caravaggio e dei caravaggeschi.

ALLA SCOPERTA DEI PITTORI DELLA LUCE, DA CARAVAGGIO A PAOLINI

Tra i pittori lucchesi, l’accento è stato posto in particolare su Pietro Paolini – figura interessante della pittura toscana del Seicento, ma a quanto pare poco considerata dai grandi nomi della critica storico-artistica, che solo verso la fine del secolo scorso ha cominciato a manifestare qualche curiosità nei suoi confronti.

Ritratto d’uomo che scrive al lume di una lucerna (autoritratto?)

Se nel filone dei cosiddetti pittori caravaggeschi ricorrono costantemente i nomi di Bartolomeo Manfredi, Gherardo delle Notti, Orazio Gentileschi, Jusepe de Ribera o Valentin de Boulogne, tanto per citare i più famosi, Paolini è almeno quello che ha avuto il merito di introdurre il caravaggismo e le questioni luministiche nella sua città di origine, Lucca.

CARAVAGGIO COME PUNTO DI PARTENZA

Opere del Caravaggio presenti alla mostra

Il percorso della mostra I pittori della luce – da Caravaggio a Paolini, tuttavia, non può non partire dal grande iniziatore di questo genere: Caravaggio. Entrando nella prima sala, ecco che tutte e tre le sue opere presenti in mostra sono esposte insieme lungo una parete, e l’impatto visivo è tale che non si sa da dove cominciare, avendo ognuna una sua peculiare bellezza. Dal giovanile Ragazzo che monda un frutto, al  Cavadenti, tipicamente caravaggesco per il suo netto contrasto ombra-luce, all’intensità emotiva del Seppellimento di Santa Lucia, appartenente all’ultimo periodo, il differente uso della luce sintetizza mirabilmente la parabola stilistica del Caravaggio, che ispirerà di lì a breve uno stuolo di pittori.

I CARAVAGGESCHI FRA I PITTORI DELLA LUCE, DA CARAVAGGIO A PAOLINI

Valentin de Boulogne, S. Girolamo (1628) e S. Giovanni Battista (1629)

Tanto per cominciare, rimanendo nella stessa sala, si possono ammirare opere di Gentileschi e Rubens, presenti rispettivamente con Madonna con Bambino ai primi passi e l’Adorazione dei Pastori di Fermo (1609), in cui la bellissima intensità cromatica dei rossi e dei blu delle vesti è esaltata dai bagliori della luce. Delle due sale successive l’adesione al Caravaggio è ben evidente sia nei S. Girolami di Josepe De Ribera e Valentin De Boulogne, dove la luce fa risaltare il contrasto tra l’anzianità del pallido fisico e la vivacità cromatica del manto, sia nelle opere di matrice manfrediana come I giocatori di carte (1620-1630), dove le fattezze e l’abbigliamento del ragazzo a sinistra con la mano sul fianco ricordano quelle di un personaggio nella celeberrima Vocazione di S.Matteo della Cappella Contarelli.

Serodine – particolare del Cristo deriso (1625 ca)

Nella folta e variegata schiera dei caravaggeschi non poteva mancare Orazio Riminaldi, presente qui con il famoso Amore vincitore (1620 ca) innegabilmente debitore della serie dei S. Giovanni Battista del Caravaggio. Prima di arrivare alle sale dedicate al Paolini, viene istintivo fermarsi davanti al Cristo deriso (1625 ca) di Serodine, nel quale le ricerche sulla luce vengono elaborate in modo personale mirate a creare forti bagliori.

UN OMAGGIO A PIETRO PAOLINI

                                                                              Pietro Paolini – S. Agostino allo scrittoio (1650)

La quarta e la quinta sala, dove ci accompagna una musica antica, sono un vero omaggio a Pietro Paolini, le cui opere spaziano sia nei contenuti, in quanto vanno dalle tematiche religiose a quelle di storia, a quelle di genere, sia nello stile. Se da un lato rivelano una rielaborazione del linguaggio caravaggesco per i contrasti chiaroscurali delle figure, come nel bellissimo S. Agostino allo scrittoio, 1650, Le tre età della vita, 1628 e nel Cantore, 1625 – opera in cui all’intenso e raffinato cromatismo si affianca una grande naturalezza espressiva – dall’altro si accostano anche al linguaggio di De Boulogne per le tonalità perlacee: S. Rocco, Madonna con Bambino e S. Domenico /1630-1640.

Pietro Paolini – Cantore (1625)

Nelle scene più corali, inoltre, Paolini rivela una certa vena teatrale (Martirio di S. Bartolomeo, Eccidio degli ufficiali del generale Wallenstein /1634, Concerto a cinque figure /1635-1640, Banchetto musicale /1650).

Proseguendo nelle sale successive si possono ammirare le opere di altri artisti lucchesi come G. Domenico Lombardi, Filippo Gherardi, Simone del Tintore e Pietro Ricchi, che sperimenta con effetti speciali le possibilità della luce (Giuditta con la testa di Oloferne, 1640-1645, Fumatrice al lume di candela /1653-1657).

Pietro Ricchi – Giuditta con la testa di Oloferne (1640-1645)

La lista è lunga e a questi nomi, infine, si affiancano personalità più celebri come i napoletani Giovan Battista Caracciolo (S. Caterina da Siena contepla il Crocefisso 1622) e Mattia Preti (Cristo Risorto /1675-1685, Giacobbe benedice i figli di Giuseppe Efraimo e Manasseh /1660-1680) la cui teatralità fa da corollario ai contrasti di luce.

Mattia Preti – Giacobbe benedice i figli di Giuseppe Efraimo e Manasseh (1660-1680)

L’ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA

Una delle sale della mostra

All’atmosfera caravaggesca si ispira anche l’allestimento della mostra, che con le pareti scure e le luci focalizzate principalmente sulle opere, contribuisce ad un maggiore risalto delle stesse. Quest’atmosfera viene anche sdrammatizzata dalla presenza di mega sculture che rappresentano alcuni degli oggetti che compaiono nei quadri – una viola, un sudario, un candelabro… – e sono opere di Cesare Inzerillo e Marilena Manzella.

Per questo motivo, non sono stati messi pannelli esplicativi del percorso e delle opere. Ma niente paura: potete far affidamento sulle audioguide!Una mostra ricca, controcorrente, che non punta solo sui grandi nomi (e spesso sempre i soliti), ma cerca di far conoscere quel grande “sottobosco” dell’arte, ignorato dai più e talvolta sottovalutato anche dagli addetti ai lavori, e che invece meriterebbe uno sguardo più attento. In questo caso lo sguardo si è posato su Lucca, ma ci auguriamo che l’orizzonte possa ampliarsi per far arrivare stavolta la luce… sugli stessi pittori!

INFO: I pittori della luce da Caravaggio a Paolini

spazio Cavallerizza, Piazzale Verdi Lucca

dall’8 Dicembre 2021 al 2 Ottobre 2022

La mostra è aperta ogni giorno dalle ore 10:00 alle ore 20:00.

Per tutte le informazioni, l’indirizzo mail a cui scrivere è: lucca@contemplazioni.it.
Oppure, chiamare il numero di cellulare: 389-2346010.

Giuliana D'Urso

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