FERRARA – Dopo poco più di cinquant’anni dall’ultima mostra dedicata a Piero Guccione, Ferrara torna ad omaggiare uno dei grandi maestri del Novecento. Vittorio Sgarbi ha scritto: «dopo la morte di Fontana, Gnoli e Burri ha rappresentato la sintesi suprema di pittura figurativa e astratta» in Italia. Ho visitato l’esposizione allestita presso il Padiglione d’Arte Contemporanea e vi racconto qui le mie sensazioni scaturite dall’incontro con l’arte di un maestro che con i suoi colori, i pastelli e con la sua grande sensibilità ha messo su tela un enorme patrimonio di emozioni e di pura bellezza.
Piero Guccione è senza ombra di dubbio uno degli artisti che ha segnato maggiormente l’arte del secolo scorso. Le sue opere sono di una preziosità e bellezza rara. La sua arte è una vera poesia per gli occhi e per la mente.
Giovedì 6 ottobre a Ferrara è stata inaugurata un’esposizione dedicata all’artista, che si protrarrà fino al 8 gennaio 2023.
Leonardo Sciascia nel 1985 ha detto di lui:
Un quadro di Guccione dà il senso dell’amore, della poesia:
l’occhio vi si posa e vi indugia come su qualcosa di raro,
di ricreante, che ancora ci fa sentire valida, autentica,
l’equazione bellezza-verità
Ripercorriamo brevemente la vita dell’artista
Conosciamo meglio questo grande maestro della seconda metà del Novecento. Piero Guccione nasce il 5 maggio 1935 a Scicli in provincia di Ragusa. Frequenta la Scuola d’arte di Comiso, quindi si trasferisce a Catania, dove frequenta l’istituto d’arte e si diploma nel 1954.
Nell’ottobre dello stesso anno si trasferisce a Roma e si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Lavora come grafico in uno studio romano. Qui ha la possibilità di sperimentare nuove forme espressive quali manifesti pubblicitari e caricature per giornali. Nel 1960 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Elmo di Roma presentata dal critico d’arte Duilio Morosini. Nel 1962 interpreta il ruolo di sé stesso nel film I giorni contati di Elio Petri. Dal 1962 al 1964 fa parte del gruppo Il pro e il contro insieme ai pittori Attardi, Calabria, Farulli, Guerreschi, Gianquinto e Vespignani e i critici d’arte Antonio Del Guercio, Dario Micacchi e Morosini. Nel 1965 Renato Guttuso lo definisce «il più pittore dopo Turcato (e dopo Mafai) che fosse comparso in Roma». Durante il 1966 diventa suo assistente all’Accademia di Belle Arti di Roma e, in seguito, titolare di cattedra fino al 1969. Nel giugno del 1971, la città di Ferrara gli dedica la prima antologica a Palazzo dei Diamanti con l’esposizione di ottanta opere realizzate tra il 1962 e il 1970, presentata da Enzo Siciliano.
Il ritorno definitivo nella sua amata terra, la Sicilia
Nel 1979 torna a vivere in Sicilia, immerso nella campagna tra Scicli e Modica dove trascorrerà tutto il resto della sua vita. Diventa punto di riferimento di un gruppo di artisti denominato il Gruppo di Scicli che comincia a frequentarsi per condividere la passione per la pittura e la scultura. Durante il periodo 1981-1985 inizia una nuova fase artistica per Guccione. Abbandona quasi totalmente la pittura a olio per dedicarsi soprattutto ai disegni e ai pastelli. Nel 1988 è finalista insieme a Burri, Schifano e Perez al premio Artista dell’anno a Napoli, promosso da 120 critici italiani. Nel 2008 le città di Milano e Roma lo celebrano dedicando all’artista una mostra antologica. Piero Guccione si spegne il 6 ottobre 2018 nella sua casa-studio di Quartarella, nella sua tanto amata campagna modicana.
Dopo 4 anni esatti dalla sua scomparsa Ferrara torna ad omaggiare l’artista
A poco più di cinquant’anni dall’ultima mostra dedicata a Piero Guccione, Ferrara torna ad omaggiare questo grande maestro del Novecento che, come ha scritto Vittorio Sgarbi, «dopo la morte di Fontana, Gnoli e Burri ha rappresentato la sintesi suprema di pittura figurativa e astratta» in Italia.
L’esposizione è organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara che, in collaborazione con Il Cigno Arte e l’Archivio Piero Guccione, ripercorre cronologicamente l’intera produzione dell’artista presentando al pubblico oltre settanta opere tra dipinti e pastelli suddivisi in due capitoli: gli anni a Roma (1957-1972) e il ritorno in Sicilia (1970-2014).
Il percorso espositivo è allestito al Padiglione d’Arte Contemporanea e mette a fuoco i temi prediletti dal pittore. Un percorso nel quale si passa dal rapporto fra il paesaggio urbano e la natura alle poetiche e delicate variazioni sul tema del mare e del cielo. Non mancano gli omaggi ai grandi maestri del passato.
Ammirando ogni opera ho percepito le sue emozioni, una per una, trasferite su ciascuna tela. In ognuna riecheggia tutto il lungo percorso artistico e i vari temi sviluppati dall’artista durante la lunga carriera. Rivedo le varie fasi, ripercorro mentalmente i periodi vissuti, i tanti riconoscimenti ricevuti nel tempo. La sua ricerca continua, lo studio incessante, la capacità di trasmetterci una magia unica tramite i suoi colori e le luci soprattutto nei paesaggi marini.
Ripensando alla sua storia, ricordo che nel fermento dell’ambiente romano prende avvio il suo studio e la sperimentazione artistica. Nascono così i paesaggi urbani, quali i Balconi, i Giardini e Interni-esterni: opere caratterizzate da un taglio innovativo e tratte da una quotidianità comune e intima in cui riecheggiano rimandi a Cézanne, Bonnard e Morandi, solo per citarne alcuni.
L’arte di Piero Guccione è astratta, ma al contempo l’artista resta ancorato alla realtà
Alla fine degli anni Sessanta, con il ciclo delle Attese, lo spazio si fa più metafisico e hopperiano e a partire dal decennio successivo, con il rientro definitivo in Sicilia, comincia a dipingere il mare cercando di coglierne le infinite vibrazioni e variazioni. Ed è in queste opere che l’artista porta la propria ricerca ai limiti dell’astrazione restando, tuttavia, ben ancorato alla realtà.
«Mi attira la sua assoluta immobilità, che però è costantemente in movimento»
così amava ripetere l’artista che ammirava quotidianamente quel suo paesaggio mediterraneo fino alla linea dell’orizzonte.
Parallelamente, lavora anche ai cicli dedicati all’albero di carrubo e ai monti Iblei, realizzati con la tecnica del pastello mentre, con la serie dei d’après, si confronta con alcuni celebri capolavori di artisti del calibro di Masaccio, Signorelli, Michelangelo, Giorgione, Caravaggio, Vermeer, Chardin, Friedrich, Bacon, per citarne alcuni.
Questa mostra è un’occasione imperdibile per contemplare da vicino la delicatezza, il silenzioso lirismo, l’intensità e la bellezza dei dipinti dell’artista siciliano. Un percorso sensoriale, emotivo e poetico che vi consiglio di vivere.
Queste sue parole a mio parere dovrebbero farci riflettere, perchè riecheggiano come un monito fortemente attuale:
«I tempi attuali certo non inducono alla bellezza. E ciò vale pure per l’arte.
Oggi si privilegiano la bruttezza, l’arroganza, l’orrore persino.
Io invece cerco di dipingere la bellezza:
e non mi importa nulla di essere moderno o no.
Essere giudicato non in linea con la modernità mi è del tutto indifferente».
QUI per informazioni sulla mostra di Piero Guccione a Ferrara
Piero Guccione. Mistero in piena luce
Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara
7 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023
Da un’idea di
Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi
A cura di
Vasilij Gusella
Orari di apertura
Dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00
Prenotazioni
https://www.comune.fe.it/prenotazionemusei
Informazioni
artemoderna.comune.fe.it
tel. 0532 244949
Orari di apertura
Dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00
La prenotazione è consigliata ed è gratuita
Foto in homepage: Piero Guccione Vernice mostra – da sx Gulinelli, Di Natale, Sgarbi, Gusella e Paola Guccione
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