Escher continua a stupirci nella mostra a Palazzo dei Diamanti

Escher continua a stupirci nella mostra a Palazzo dei Diamanti

FERRARA – Ha inaugurato sabato 23 Marzo (il 22 per stampa e addetti ai lavori) alla presenza del Sindaco di Ferrara Alan Fabbri, di Marco Gulinelli, Assessore alla Cultura di Ferrara e di Vittorio Sgarbi, Presidente di Ferrara Arte, la nuova mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher, visionario artista del novecento, nella splendida cornice di Palazzo dei Diamanti.

Appena abbiamo appreso che la mostra di Escher di Palazzo Bonaparte a Roma è stata prorogata fino al 5 maggio 2024, (di cui vi abbiamo ampiamente parlato nel nostro articolo), ecco un’altra strabiliante esposizione di questo artista geniale e visionario.

Dal 23 marzo al 21 luglio 2024 le sale espositive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara accoglieranno per la prima volta circa 130 opere di Escher, artista da sempre amato dai matematici e ri-scoperto dal grande pubblico in tempi relativamente recenti. Il percorso espositivo si snoda attraverso cinque sezioni che raccontano la varietà e la complessità del suo lavoro, dagli esordi alle tassellature, dalle metamorfosi ai paradossi geometrici ed è arricchito da installazioni interattive ed esperienziali che consentono al pubblico di “entrare” nelle sue creazioni, dove confluiscono innumerevoli temi esuggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica, senza dimenticare l’intreccio con il tessuto artistico della sua epoca e di quelle passate.

Nato nel 1898 a Leeuwarden in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha conquistato l’apprezzamentodi milioni di visitatori grazie alla sua straordinaria capacità di trasportarli all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili. Nelle creazioni del grande maestro olandese, che ha vissuto in ltalia fra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica. Le sue inconfondibili opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

E Palazzo dei Diamanti, con il suo inconfondibile bugnato, si presta magnificamente ad esaltare il mondo metamorfico di Escher. Così come Ferrara stessa con il suo perfetto schema razionale da Addizione Erculea, sembra giocare ed intersecarsi infinitamente con le linee ed i disegni di Escher in cui razionalità, ordine e precisione si fondono indefinitamente con metafisica, sogno ed irrazionalità in un continuum che travolge la vista e la mente del visitatore portandolo a scandagliare angoli remoti della mente.

Ciò che ci affascina di Escher è la vertigine: entrare in uno spazio come in un labirinto e non sapere come uscirne. Questo perdersi, questo cadere nel vuoto lega la sua esperienza a Möbius, il cui nastro ci consente di passare da una parte all’altra senza attraversarlo. Le superfici ordinarie hanno sempre due facce, per cui è sempre possibile percorrerne idealmente una senza mai raggiungerel’altra, se non attraversando una linea di demarcazione costituita da uno spigolo, un bordo, bucando la superficie: si pensi ad esempio alla sfera, al toro, o al cilindro. Per queste superfici è possibile stabilire convenzionalmente un lato “superiore” o “inferiore”, oppure “interno” o “esterno”. Nel caso del nastro di Möbius, invece, tale principio viene a mancare: esiste un solo lato e un solo bordo. Dopo aver percorso un giro, ci si trova dalla parte opposta. Solo dopo averne percorsi due ci si ritrova sul lato iniziale. Si potrebbe quindipassare da una superficie a quella dietro senza passare attraverso il nastro e senza saltarne il bordo. Nessun mistero che nelle sue spettacolari incisioni, Escher abbia pensato a Möbius e al suo nastro: quell’anello creato in modo tale che, come nella sua notissima incisione delle formiche, ci si ritrovi esattamente al punto di partenza  senza mai scavalcarne i bordi.

Di grandissimo impatto anche le sue composizioni architettoniche e geometriche: distorsioni prospettiche che, a prima vista, appaiono assolutamente attendibili ma che, a ben vedere, sono impossibili. Ma che solo l’osservazione attenta rivela.

“Una svolta importante  avviene nel 1954, anno in cui vengono esposte alcune stampe di Escher durante il Congresso Internazionale dei Matematici ad Amsterdam. Da quel momento il suo lavoro è sempre più apprezzato dalla comunità scientifica e l’artista inizia un dialogo serrato con matematici e cristallografi, che si rivela una vasta fonte di ispirazione per la sua ricerca sulle strutture impossibili, le illusioni ottiche e la rappresentazione dell’infinito.

Di grande ispirazione sono per Escher le architetture italiane viste nei suoi viaggi a Genova, Siena, San Gimignano, Genazzano, Amalfi, Ravello, Atrani, Scilla, Tropea, Rossano. A San Gimignano fu completamente travolto dall’architettura cittadina:

 “Mentre le 17 torri di San Gimignano si avvicinavano sempre più ero incredulo. Era come un sogno che non poteva essere vero”.

Vedute di luoghi perfetti ed intrinsecamente onirici. Come fa notare Vittori Sgarbi, anche Ferrara potrebbe aver contribuito alla visione di Escher:

A Ferrara Escher fu almeno una volta, il 5 giugno 1922, prima di raggiungere Venezia. Nel Palazzo dei Diamanti potrebbe avertrovato l’archetipo delle sue geometrie, delle sue metamorfosi, delle sue strutture paradossali. E percorrendo le strade di Ferrara, nelle direttrici della Addizione Erculea, giunse alla cattedrale di SanGiorgio dove potrebbe aver visto le profetiche tarsie di Cristoforo e Lorenzo da Lendinara, prospettive di strade che finiscono nel nulla, interni, scaffali, gabbie, dodecaedri, ante semiaperte,nature morte di oggetti e di libri, solidi geometrici, inun campionario di immaginazioni, di invenzionie di incastri che appare sorprendente. Sono veri e propri teoremi, un mondo di fantasie senza limite. E che ritroviamo tutti in Escher.

Dopo l’Italia è il mondo arabo che ispira Escher: decorazione e moltiplicazione. Nel 1936 visita per la seconda volta l’Alhambra a Granada e l’esperienza si rivela fondamentale: le elaborate decorazioni geometriche in stile moresco lo affascinano e lo inducono alla procedura della “tassellatura”, in geometria, il riempimento del piano attraverso figure ripetute all’infinito senza sovrapposizioni e spazi vuoti. I cosiddetti “tasselli”, ovvero poligoni o figure a contorni curvilinei (come in Ciclo, Giorno e notte, Rettili e Incontro).

Escher porta la rappresentazione oltre il limite del possibile nei Salire e scendere, Belvedere, Cascata, Galleria di stampe, Relatività.

Nelle parole di Vittori Sgarbi:

Perfettamente coetaneo di Magritte, nato come lui nel 1898, Escher ha la stessa vocazione, o meglio, missione enigmistica del pittore, lo stesso mistero da rendere visibile, e usa solo l’incisione per sottolineare il primato della ragione, anzi del ragionamento, del calcolo. Il disegno attiva la mente, chiede soluzioni, più di quante ne offra. Proprio come l’enigmistica.

Rappresentazione esemplare di questo rebus della mente ne è un altro suo capolavoro: Mani che disegnano, e si disegnano. Un cortocircuito logico che spiega il senso dei paradossi di Escher. Le sue immagini non rappresentano la realtà, fanno pensare, attivano ragionamenti, come rebus.

©Marianne Bargiotti Photography 2024

EscherPalazzoDiamanti

Date al pubblico: 23 marzo – 21 luglio 2024

Orario apertura: Tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30(la biglietteria chiude un’ora prima)

BigliettiIntero € 15,00 (audioguida inclusa)

Ridotto € 14,00 (audioguida inclusa)

Informazioni e prenotazioni

T. +39 0532 244949

T. +39 0532 185851

Sito

www.palazzodiamanti.it

www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale

#EscherFerrara

@palazzodiamanti

@arthemisiaarte

Marianne Bargiotti

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