Film da vedere al cinema e non solo, da Diabolik in poi

Film da vedere al cinema e non solo, da Diabolik in poi

ITALIA- A proposito di cinema e non solo, è il caso di chiarire cosa non convince di Diabolik, in particolar modo pensando alla scelta dei protagonisti. Andate a cinema, ma se proprio non avete voglia di uscire, ecco cosa vale la pena guardare per fare il pieno di grande cinema anche da casa.

Parlando di film da vedere al cinema e non solo, e dopo aver celebrato Valentina dalla festa degli innamorati in poi, eccoci a parlare della trasposizione cinematografica del famoso fumetto Diabolik creato nel 1962 da Angela e Luciana Giussani, vi racconto perché mi ha deluso questa pellicola.

Quale film boccio e perché?

Diabolik sicuramente. Perché è reso come un fumettone, anche se è giusto che sia così, dato che è la storia del fumetto più celebre. Ma per tutti noi che siamo stati – e siamo  tutt’oggi – appassionati delle storie di Diabolik e di Ginko la delusione è dietro l’angolo! Sia per noi donne, innamorate da tutta una vita di Diabolik, che per tutti gli uomini innamorati di Eva Kant. E bene, la scelta degli attori proprio non la si doveva fare così!

FILM DA VEDERE AL CINEMA E NON SOLO. DIABOLIK: IL PROTAGONISTA

Foto dal profilo Instagram @diabolikfilm

Diabolik è un bamboccione. Un uomo alto, dalla corporatura massiccia, non molto agile e sempre un pò impacciato. Questo aspetto non lo fa assomigliare minimamente a quella bellezza austera ed elegantissima del nostro mito. Il personaggio di Diabolik dovrebbe assomigliare ai primi 007 di un giovanissimo Sean Connery. Invece qui sembra il Superman americano quando torna a casa con gli occhiali da vista spessi e il fare impacciato.

Qui non si ritrova per niente l’espressività dello sguardo di Diabolik. In questi occhi vacui, oltre alla sua imponenza fisica, non rivedrete l’uomo leggiadro Re delle rapine miliardarie. Mille volte l’abbiamo letto tra le pagine agile e leggero come una piuma, seppur robusto. L’abbiamo ammirato nel vederlo destreggiarsi tra raggi infrarossi e cuniculi impossibili. L’abbiamo immaginato atletico nel vederlo scalare nelle pareti interne dei musei più blindati che potessero esistere. L’abbiamo sognato nel vederlo arrampicarsi con estrema leggiadra fuori a grattacieli e palazzi.

Eppure Luca Marinelli ci piace molto come attore e come uomo, ma qui nel personaggio di Diabolik non l’hanno proprio saputo valorizzare! Quindi mi dispiace, bocciato totalmente, perdonaci Luca Marinelli di esser così sinceri.

LA PROTAGONISTA FEMMINILE

Che Miriam Leone sia bellissima non c’è alcun dubbio, ma ci piace al naturale con i suoi capelli rossi. Anzi, come dice il titolo di un film dove è protagonista con una meravigliosa interpretazione drammatica, Marilyn ha gli occhi neri, la preferiamo al naturale. Questo è uno dei motivi per cui questa attrice non può assolutamente interpretare Eva Kant. Non è credibile, non le assomiglia neanche un pò.

Ci voleva qui una donna nordica dalla tipica bellezza algida. Tipo una Virna Lisi contemporanea, con lineamenti e colori di una bionda naturale. Una donna quasi albina, come descritta nel fumetto Diabolik, dallo sguardo penetrante e dagli occhi blu. Inoltre, anzi in primis, la Eva Kant nel fumetto ha i lineamenti molto squadrati, con gli zigomi pronunciati, gli occhi sottili e lunghi, e labbra carnose. Qui, mi dispiace, ma Miriam Leone non c’entra davvero nulla, con le guance tonde, gli occhioni e i lineamenti dolci.

IL MIGLIORE DEL CAST?

L’unica cosa che salvo di questo film è l’interpretazione di Valerio Mastandrea dell’ispettore Ginko! Il nostro grande attore romano non perde occasione di dimostrare che ogni ruolo per lui diventa perfetto. Indossa il personaggio con classe, interpretando l’ispettore con stile e sentimento. Nel film Diabolik, parlando di fascino, sicuramente quello che più ci attrae per eleganza è l’ispettore. Decisamente più sexy rispetto alla figura massiccia e impacciata di Diabolik.

Così il regista è riuscito in un intento diverso: a farci innamorare di Ginko e a distruggere il mito sexy di Diabolik per tutte noi. Ad ogni modo la storia di Diabolik rimane affascinante, e così le riprese sceniche e le ambientazioni. Poi se avete voglia di saperne di più sulla Jaguar E-type di Diabolik non vi resta che aspettare.

Pubblicheremo tutti i retroscena e anche il calendario delle celebrazioni dei 60anni della celeberrima E Type!

Ma il nostro mantra rimane: andate a cinema. Anche questa pellicola, vista sul grande schermo, vi darà altre sensazioni. E questo fumettone è un film da andare a vedere al cinema per essere gustato pienamente, grazie anche agli effetti spettacoli come quelli sonori. E forse sulla comoda poltrona vi conquisterà e coinvolgerà di più. E magari a voi, anche se mi ha lasciato perplessa, piacerà!

A PROPOSITO DI FILM DA VEDERE AL CINEMA E NON SOLO

Foto dal profilo Instagram ufficiale di Miriam Leone @mirimeo

Se proprio al cinema non avete voglia di andare, su Netflix guardate allora Marilyn ha gli occhi neri di Simone Godano.

Stefano Accorsi ha dato più volte testimonianza delle sue capacità attoriali (qui la nostra interista all’attore). Si è scrollato di dosso oramai da decenni l’immagine del belloccio che lo fece emergere in Radiofreccia e ancor più ne l’Ultimo bacio di Muccino. E ci aveva dato un’ulteriore prova di essere un grande attore nel film Veloce come il vento, con l’interpretazione del pilota vittima di droghe e depressione.

Qui la coppia Miriam Leone e Stefano Accorsi è magistrale. I loro dialoghi, sempre sconclusionati e irrazionali, sono tragicamente comici. Dialoghi pieni di sentimento che rendono la pazzia un’esplosione di gioia e sincerità. Così, t’insegna come andrebbe interpretata e vissuta la vita nonostante le difficoltà. I dialoghi tra i due malati di mente, incastrati in un iter di salvataggio dalle dipendenze e dalle malattie mentali, fa emergere le fragilità che ci accomunano tutti. Quelle che tutti noi custodiamo nel privato.

Le paure, le ansie, le bugie, sono le protagoniste di questo film, rese ancor più vere grazie ai due grandi attori, perfetti qui nella loro parte. Ed una nota di merito va decisamente al giovane regista, che personalmente non conoscevo, ma che d’ora in poi seguirò.

Fabiola Cinque

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