Panem et Circenses

Panem et Circenses

Un’insolita conferenza stampa, quella di oggi, informale ma non per questo meno esaustiva, attorno al tavolo di un noto bistrò bolognese dove con la complicità dell’atmosfera particolarmente rilassata e sapendo che a tavola non si invecchia, l’argomento è stato affrontato con grande brio. Oggetto e soggetto del discorso è stato “Le Cirque Eloize”, una maestosa organizzazione, presto al teatro Brancaccio di Roma, ma che dopo il debutto nella capitale il 25 marzo, farà tappa anche a Bologna dal 10 al 12 aprile ospite al Teatro Europauditorium.
La parola “circo” evoca ai più un grande tendone, leoni, tigri, acrobati e clowns. Dimentichiamoci tutto questo parlando de “Le cirque Eloize” che come già il più noto “Cirque du Soleil”, di cui è il fratello più giovane essendone sotto l’egida. Oltre a condividere la nazionalità canadese, attua un approccio verso lo spettacolo circense ben al di sopra di ciò che la tradizione ha esemplificato.
Chiariamo subito che si tratta di un “circo” – in entrambi i casi – dove la presenza di ogni animale che non sia quella dell’uomo, è bandita! Scelta eticamente rivoluzionaria, ad opera già dello stesso “Cirque du Soleil”, sin dal suo apparire.
Il termine “Eloize” significa “lampi di luce incandescenti all’orizzonte”. È una parola di origine quebecchese, che trova in quest’immagine di luce, energia e forza insieme, il motivo e l’ispirazione alla base di tale progetto. Acrobati, danzatori, pattinatori, equilibristi, trapezisti, musicisti, streep dancers, saranno impegnati nelle 12 discipline circensi canoniche; effetti luminosi, musica e quant’altro la creatività di questo cast – di 15 artisti delle varie nazionalità – saprà esibire, essendo il risultato di un’elaborazione decennale. Un lavoro, il loro, che si legge come un lasciapassare per un show di grande impatto emotivo, di cui leggiamo quanto il Washington Post riporta, riferendosi ad esso: “hard to describe, but easy to like!” (“difficile da descrivere ma facile da amare!”).
L’organizzazione viene annunciata come alquanto imponente: 7 tir, una troupe di 12 tecnici canadesi, un centinaio di persone responsabili del montaggio, 15 straordinari artisti danno lustro e vita a “Le Cirque Eloize”, summa di generi, abilità, virtuosismo che si intersecano e si contaminano,  un grandioso spettacolo frutto del contagio di più e svariati generi, tutti qui confluenti per uno show di annunciata forza e bellezza. Quello che a Massimo Fregnani preme chiarire, riferendosi a le Cirque de Soleil, da lui assieme a David Zard portato in Italia 10 anni fa, è di un circo che non sia solo “gli animali, 7€ di biglietto” e nomadismo tout court, ma soprattutto “di sicurezza” sia per gli artisti che per gli spettatori stessi.
ID” (l’identità di ognuno di noi). Questo è il titolo del nuovo soggetto che presentano, cattura lo spettatore per due ore rappresentando uno scenario raffigurante la vita nell’arco di una giornata, di una piazza metropolitana, di una città futuribile, “rivissuta” e interpretata a “modo loro”, trattandola nella sua “normale” quotidianità.
Massimo Fregnani sottolinea, come “ID” sia “uno degli spettacoli più forti in assoluto del circo Eloize”. È quindi uno spettacolo che va oltre il musical stesso: “metropolitano, giovane, fresco che va dal rap, all’arte dei murales, con una storia molto bella”; “è energia pura meno sofisticato rispetto al fratello maggiore ma di maggior vigore. Addirittura, un numero dello stesso spettacolo “ID” venne ripreso all’interno di uno spettacolo di Michael Jackson, a Las Vegas, alcuni anni fa!”.
Dal canto suo, Filippo Vernazza, sovrintendente dell’Europauditorium, riferisce “noi abbiamo colto subito l’invito” perché come Europauditorium siamo una contaminazione di genere: musical, danza, e grandi artisti, Les Cirques raccolgono bene questa triplice identità”.
Invogliati da tutte queste informazioni, non ci resta altro che trattenere la curiosità e sbrigliarla al prossimo spettacolo – madrina del quale è nientemeno che la campionessa olimpica Fiona May – dopo tutto mancano solo poche settimane, ancora.

iD

Daniela Ferro

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