60 anni dalla morte di Evita Peròn: icona senza tempo!

60 anni dalla morte di Evita Peròn: icona senza tempo!

ARGENTINA – Il 26 luglio 1952 muore Eva Peròn, seconda moglie del Presidente Juan Domingo Peròn e First Lady Argentina dal 1946, meglio conosciuta da tutti con il diminutivo di Evita.

La vita

Nata a  La Unión, vicino al villaggio di Los Toldos, in provincia di Buenos Aires, da una famiglia di umili origini, fin da ragazza, Evita conosce il valore della povertà e del sacrificio. A soli 15 anni si trasferì in città per inseguire il sogno di diventare attrice. Lavorò come modella e in varie compagnie teatrali di film di serie B. La giovane Evita iniziò a frequentare il GOU (Gruppo degli Ufficiali Uniti), gruppo militare segreto con idee naziste che investiva capitali nelle trasmissioni radiofoniche, le principali fonti di notizie dell’epoca. La donna iniziò così a essere protagonista di numerosi radiogrammi e venne assunta come una delle voci  del programma “Muy Bien”,  trasmesso su Radio El Mundo.

Dopo aver firmato un contratto quinquennale con Radio Belgrano, Evita divenne la voce del programma “Le grandi donne della storia” e, in effetti, lei fu tra queste.

Il matrimonio

In occasione di un festival di radio e cinema conobbe il suo futuro marito, Juan Peròn e, dopo il matrimonio, cominciò a seguirlo come un segugio, dando luce alla politica del presidente.

In fondo, si sa, dietro ogni grande uomo si nasconde una grande donna ed Evita era la mente brillante della coppia, e non solo.

Dopo le elezioni, infatti, Juan diede vita al Partito peronista, cercando appoggio e solidarietà tra gli strati più poveri della popolazione. La moglie, sempre al suo fianco, incoraggiò tale politica.

Dunque, il nome di Evita, risuona tutt’oggi in Argentina: la donna è sinonimo di forza, ribellione e lotta.

Evita: un’icona

“Sebbene vi fossero, nella politica nazionale, donne prima di lei, come Alicia Moreau de Justo, molto importanti nella lotta femminista, ciò che fece Eva fu dar corpo alle intenzioni che avevano le prime femministe e riuscì a ottenere con il governo peronista il suffragio femminile nel 1951. Sebbene fu una conquista femminile, il governo Perón la realizzò. Questo fu Eva. Fu la ribelle, la “negrita” per alcuni luoghi e persone”.

 Lo scrittore Giovanni De Plato, nel suo libro “Studio di Evita”, descrive così la giovane donna. Non dimentichiamoci, infatti, che Evita, nonostante salì al potere accanto al marito, non dimenticò mai le sue umili origini.

Rispetto a Juan che parlava senza agire, la donna si impegnò concretamente, volendo essere, a ogni costo, amica del popolo. Concesse addirittura, come ministro della salute e del lavoro, dei sussidi alle classi sociali più basse e raccolse personalmente oggetti e beni di prima necessità da destinare ai poveri del paese.

Fece costruire anche ospedali con medicine gratuite per tutti, scuole, orfanotrofi, case di riposo, un centro di accoglienza per le donne e le prime colonie, per permettere ai bambini meno agiati di godere delle vacanze.

Inoltre, fece approvare la legge che permise alle donne di votare, contribuendo, in questo modo, a diventare un’icona, un modello da seguire.

Donne come Evita

Prima di lei, come anticipato, Alicia Moreau de Justo, figura di spicco per l’Argentina, si era battuta a favore delle donne, per la loro sanità e istruzione pubblica. Nel 1932 aveva creato una bozza per il suffragio femminile argentino che, però, non venne accolta. La sua politica, un po’ come quella di Evita, si basava sulla salvaguardia dei diritti, sulla difesa dei “più deboli”.

Donne di classe, carismatiche e potenti che si sono imposte, sempre, per far sentire la loro voce, per essere al di sopra degli schemi.

La principessa Diana può essere definita, in tal senso, l’ “Eva Peròn britannica”. First lady, pronta a combattere per far valere il suo credo, in difesa degli altri. Il suo impegno politico, la determinazione e, perfino la morte prematura, ci fa pensare alla nostra Evita, simbolo di una nazione.

Ed è proprio la scomparsa prematura della nostra icona che richiama alla mente la tragica fine di altre donne, il cui nome, nonostante il passare del tempo, riecheggia nelle nostre menti, facendoci tremare l’anima.

Pensiamo a Grace Kelly, Marylin Monroe o Maria Callas, tutte donne che hanno lasciato il segno, sono diventate simboli, icone di valori.

La morte di Evita

Quando Evita morì a causa di un cancro all’utero, al suo funerale parteciparono ben oltre 2 milioni di persone.

A lei sono state dedicate trasmissioni televisive e film, tra cui il più celebre è  “Evita”, del 1996 diretto da Alan Parker. È Madonna a intrepretare il ruolo di Evita, attraverso una performance straordinaria che lascia tutti a bocca aperta, nonostante le critiche, dovute al fatto che, mentre Evita era considerata una santa nel suo paese, Madonna era la protagonista indiscussa di numerosi scandali.

Fatto sta che, a distanza di 60 anni, il nome di Evita riecheggia ancora nell’aria, la sua presenza è ancora molto forte, sinonimo di forza e potenza.

Elena Calabrese

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