Al teatro Duse di Bologna abbiamo assistito alla prima nazionale del musical “LOVE STORY” tratto dal romanzo di Eric Segal e abbiamo anche avuto l’opportunità di intervistare i protagonisti. Lo spettacolo è una produzione The Berstein School Of Musical Theater (BSMT) ed è stato il primo appuntamento della seconda edizione di “A summer musical festival”. Entriamo dalla porta principale del teatro Duse e subito mi vengono consegnati due “strumenti” utili per entrare ancora di più nello spirito della storia: una busta con il programma di sala e un cioccolatino a forma di cuore e dei fazzoletti personalizzati col logo del musical. Idea divertente e originale della produzione che spera di toccare il cuore del pubblico facendolo commuovere come succede guardando l’omonimo film.
Il primo che incontriamo è il regista Gianni Marras già conosciuto durante la conferenza stampa.
Lei ha avuto altre esperienze come regista di musical ma questa è stata un po’ diversa dalle altre.
Io ho fatto per tre anni l’aiuto regista di Saverio Marchioni per la compagnia della Rancia e ho poi mescolato il musical alla mia altra grande passione che è la lirica. Questo però è il primo spettacolo che la BMST produce cercando di formare una piccola compagnia. Per la prima volta siamo noi a offrire il primo lavoro ai ragazzi diplomati della scuola, questo vuol dire far terminare ai ragazzi un percorso in maniera concreta.
Com’è stato dirigere dei ragazzi alla loro prima esperienza?
La poca esperienza viene compensata da una grande passione e forza di volontà. I ragazzi dimostrano un desiderio fortissimo di andare sul palcoscenico. In questo musical i due protagonisti hanno la stessa età degli attori e questo aiuta molto. C’è poi anche un altro vantaggio: la coppia di protagonisti è coppia nella vita da molti anni e nelle scene più intime hanno una sintonia veramente commovente. Anche se è una storia classica di cui tutti conoscono il finale a mio avviso commuove sempre. Speriamo che i fazzolettini siano usati!
I protagonisti come sono stati scelti?
Abbiamo fatto la selezione tra i ragazzi che hanno fatto la BMST o che la stanno facendo ora. Successivamente abbiamo avuto un collegamento col comunale di Bologna presso il quale lavoro e poi col teatro del Baraccano che durante l’estate è un punto di riferimento per il pubblico bolognese e per i turisti. C’è stata poi l’offerta generosa del Duse e del direttore Filippo Vernassa che si è proposto per offrire un’altra location al festival. Bologna ha più di quaranta teatri ed è bello sapere che proprio qui è nato l’unico festival dedicato al musical in Italia
Emozionato?
Abbastanza, è un’emozione molto diversa dalla lirica. Vorrei accompagnare questi giovani fino al palcoscenico. E’ come avere un figlio e vederlo partire da solo. Per me stasera sarà così.
Lasciato il regista salgo sul palco e cerco il camerino dei due protagonisti Luigi Fiorenti e Veronica Appeddu. Li trovo emozionatissimi e concentrati siccome manca meno di un’ora al loro debutto.
Siete emozionati, cosa provate ora?
Molto emozionati anche perché è la prima produzione della scuola dopo più di vent’anni e noi siamo i primi a fare i protagonisti in uno spettacolo del genere quindi è una grossa responsabilità.
Da dove venite?
Io sono sarda di Nuoro invece Luigi è pugliese di Cerignola, siamo venuti qua a Bologna per fare i tre anni di BMST e ci siamo già diplomati
Avete fatto della audizioni per questi ruoli anche se la produzione vi conosceva già?
Sì perché dovevano capire se effettivamente su di noi vedevano questi personaggi.
Mi hanno detto che siete una coppia anche nella vita.
È un vantaggio e uno svantaggio, come tutte le cose ha i suoi pro e contro. Bisogna trovare l’equilibrio giusto.
Perché vi hanno scelto, c’è un motivo particolare?
In realtà siamo quelli della scuola che per età e per fisionomia assomigliano di più ai personaggi e poi vocalmente i ruoli sono adatti a noi. Sicuramente anche il fatto che già eravamo una coppia ci ha dato una facilità in più nel lavoro.
Com’è stato per voi essere catapultati negli anni 70?
Bellissimo perché utilizzavano un modo di vestirsi e comportarsi completamente diverso, il nostro costumista ha fatto un lavoro fantastico, ha girato tantissimi negozi vintage e a noi sembra di essere vestiti come i nostri genitori. Poi è un musical legato a una storia molto conosciuta e il pubblico vedendo questa ambientazione può proprio riconoscere il film a teatro. Altre produzioni magari hanno scelto un abbigliamento non connotato in un’epoca storica, noi invece abbiamo preferito lasciare quello originale.
Esco dal camerino per lasciare concentrare i due protagonisti e incuriosita da quello che mi hanno detto i ragazzi sui costumi e dalle scenografie che vedo sul palco e dietro le quinte mi fermo a scambiare due parole col costumista Massimo Carlotto e con la scenografa Giada Abiendi.
Com’è stato il lavoro di ricerca dei costumi per Love Story?
Carlotto: Abbiamo parlato col regista per capire che tipo di anni 70 volevamo. Poi abbiamo considerato il fatto che siamo perlopiù d’inverno quindi con colori più pacati e opachi a eccezione del matrimonio.Abbiamo poi fatto una ricerca iconografica e dei materiali anche andando alla ricerca di pezzi vintage.
Per quanto riguarda invece le scenografie?
Abiendi: Mi sono confrontata col regista per capire cosa desiderava e abbiamo deciso di mettere in scena questi tre schermi che fungono idealmente da cornici e che racchiudono i ricordi di Oliver mentre racconta la sua storia d’amore. Le immagini infatti non sono mai nitide ma sempre un po’ sgranate per ricreare l’ effetto del racconto che si dipana nella memoria del protagonista.
Il Teatro Duse è pienissimo e un’ora e quaranta di spettacolo senza intervallo scivola via troppo velocemente. Il pubblico sembra aver vissuto quasi in prima persona questa tragica storia d’amore e si è fatto arrendevolmente trasportare dentro un turbinio d’intense emozioni rese possibili grazie anche alla splendida voce e al talento dei protagonisti che hanno fatto rivivere in maniera impeccabile le atmosfere del romanzo e del film.
E se siete curiosi di sapere se i fazzolettini personalizzati Love story sono stati utilizzati… posso solo dire che all’accendersi delle luci in sala gli occhi lucidi e rossi che si vedevano in giro erano veramente tanti.
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