Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles

Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles

ITALIA – La storia non solo dei celebri ‘plagi’ ma anche dei ‘plagi inconsapevoli’ che hanno caratterizzato il mondo della musica. Un libro di Michele Bovi che può decisamente rivelarsi una lettura piacevole ed interessante per chiunque. Ecco perché ve lo consigliamo come idea regalo per Natale.

Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles e tu non puoi affidarti ad un nostro consiglio per un regalo di Natale? Suvvia. Per gli appassionati della musica e non solo, questo libro rappresenta decisamente un regalo originale ed interessantissimo.
Influenze, citazioni musicali, “simpatie ideologiche” e veri e propri ‘plagi involontari’. La storia della musica è piena di melodie che si assomigliano, anche molto molto da vicino. Una storia che Michele Bovi, giornalista e autore televisivo che ha firmato numerosi saggi sul tema, racconta molto da vicino.
La sua non è solo una galoppata nel mondo della musica, che va dalla canzone napoletana, con il caso di O Sole Mio, a George Harrison, passando per la querelle tra Al Bano e Michael Jackson, i Beatles e le canzoni dello Zecchino d’Oro. È un viaggio tra echi e rimandi racchiusi nelle canzoni. Brani che conosciamo bene, che ascoltiamo ogni giorno in radio, che ci accompagnano nei momenti chiave delle nostre vite.Un esempio perfetto di questo gioco di “fascinazione” sono proprio le canzoni dei Fab Four.
Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles

Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles

I Beatles costruivano le loro melodie utilizzando la strutturazione classica delle frasi, a partire da forme semplici come il Minuetto, fino a temi di più complessa elaborazione come l’Allegro di Sonata. Bach è presente nel loro repertorio, Mozart è addirittura allegramente citato da McCartney sullo spartito originale di Yesterday tra i nomi degli autori”, fa notare Bovi in un passaggio del libro Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles pubblicato con Minerva edizioni. Anche il quartetto di Liverpool – che non ha praticamente mai citato in tribunale nessuno degli autori dei tantissimi ‘omaggi’ al loro lavoro – non è riuscito a scampare alle carte bollate.
“Proprio uno dei Beatles, George Harrison, ha contribuito alla giurisprudenza specifica con la sua condanna del 1976 per la canzone My Sweet Lord copiata da He’s So Fine– ricorda Bovi – Il giudice distrettuale di New York Richard Owen, un singolare magistrato in quanto uomo di legge ma anche pianista e compositore di musica classica, motivò la sentenza con la formula ‘plagio inconsapevole’”.

Un libro interessante 

Definizione e una circostanza divenute di storico riferimento, perché pochi ricordavano un precedente ancor più clamoroso che riguardava una ‘star’ della musica classica come Giacomo Puccini e il suo capolavoro Madama Butterfly. Ben 46 anni prima, nel maggio del 1930, il tribunale di Londra aveva ospitato il processo intentato dalla casa editrice Ricordi. Processo contro due compositori inglesi per aver plagiato in una commedia musicale una delle arie più note dell’opera. E, nonostante i due brani fossero stati eseguiti in aula dall’allora direttore musicale della BBC mostrando evidenti somiglianze, il giudice non si era convinto e aveva assolto i due compositori parlando di un eventuale ‘subconscious plagiarism’ da parte loro.
Nella storia della musica casi come questo non si contano. E adesso, le insidie di ChatGpt rappresentano la nuova frontiera da esplorare. “Per gli antichi ma sempre più attuali dilemmi del plagio, diverse testimonianze raccolte in questo libro convergono nell’indicare alcune soluzioni.– propone Bovi – Se da una parte il concetto di proprietà privata non appare più compatibile in un contesto di cultura di massa, dall’altra è impensabile disarmare la protezione dell’opera dell’ingegno. C’è una via di mezzo dettata da esperienza e lungimiranza che suggerisce di alleggerire”.

 

 

ANCHE MOZART COPIAVA E PLAGIAVA I BEATLES sarà dall’8 novembre in libreria 

L'Editore

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