Rosario Fiorello all’ora del Rosario

Rosario Fiorello all’ora del Rosario

BOLOGNA – Sold out annunciato per il nuovo spettacolo di Fiorello “nell’ora del Rosario” all’EuropAuditorium.

Uno spettacolo irripetibile scritto da Fiorello, Francesco Bozzi, Claudio Fois, Piero Guerrera, Pierluigi Montebelli e Federico Taddia con la regia di Giampiero Solari; con l’accompagnamento musicale di Carmelo Isgrò, al basso, Massimo Pacciani alla batteria, Antonello Corraduzza alla batteria, alle tastiere il maestro Enrico Cremonesi e la partecipazione delle belle voci, del trio vocale i “Gemelli di Guidonia” ovvero Pacifico, Luigi ed Edoardo Acciarino.

Non c’è niente da fare, appena si muove Fiorello, i teatri registrano il tutto esaurito e anche all’EuropAuditorium si è verificato lo stesso: Sala Cagli ieri sera, era così affollata, sin nelle ultime file, al punto che saranno costretti a replicare lo spettacolo il 9, 10 e 11 aprile del 2016, prenotatevi perché lo spettacolo merita, eccome!   “Replicare”, parlando di Fiorello, può non essere il termine esatto, perché pur avendo un copione, riesce lo stesso a improvvisare e ad aggiungere elementi al suo spettacolo adattandolo ad hoc in base al pubblico che ha di fronte, quasi fosse un abito tagliato su misura: ogni volta che cambia destinazione, passa la prima giornata, fra la gente   e riprendendo umori, vicende e incontri durante questi scontati bagni di folla e mostrando poi, il risultato in sala, a fine spettacolo una trovata sicuramente geniale. Showman fra i più amati, artista a tutto tondo, Fiorello si impone per quello spirito indomito, capace di cogliere sottigliezze e particolari ovunque lui si trovi.

Dovunque lui vada, presenta uno spettacolo vario o differente, poiché assorbe in tempi record persino gli accenti, i termini dialettali e le parlate locali. Pronto, sferzante, solare, divertentissimo, ma mai volgare; persino quando, si tratta di insegnare ai maschi, una tecnica tutta sua per fare pipì, senza far rumore. Che trovata!

Lo spettacolo è iniziato con una puntualità rigorosa, esce “Don Fiorello” nei panni di un sacerdote del Sud, con tanto di chierichetto al suo fianco, si muove fra il pubblico, prende cellulari, di cui minaccia riempirne la memoria, scattando foto a caso sui presenti. Si indirizza al pubblico che chiama “peccatori” e che suddivide solo in base al posto da loro occupato: i “poveri” in galleria, mentre gli “evasori fiscali” nelle prime file del parterre. Una gagliarda sarabanda la sua, ricca di citazioni, aneddoti, grondante attualità che non risparmia niente e nessuno ma che diverte, inesorabilmente tanto. Un fulmineo cambio d’abito e avanti tutta.

A partire dall’auto elogio di : “ho 55 anni, una prostata piccolissima”, “guardate quanti capelli” o addirittura lui che non usa lo shampoo ma Perlana ecco perché “mi chiamano il Rapunzel italiano”.

Tira in ballo tutti e non risparmia nessuno: sia colleghi, come nel caso dei Pooh che a 70 anni non hanno un solo capello bianco ma che “se in quattro si buttano in acqua, lasciano le macchie come le seppie”. Ironizza sui costumi, le abitudini, le diete, i vegani che secondo lui se andassero all’inferno si ritroverebbero tutti a Bologna dove “i prosciutti girano per le strade”.

Ironizza sulla sua salute, chiede se c’è un medico in sala e trova proprio un ortopedico al quale si raccomanda per avere almeno un massaggio cardiaco, semmai lui avesse un malore e cominciasse a parlare con la zia morta, 30 anni prima. Insomma ne ha una per argomento, concatena benissimo fasi e passaggi ma li arricchisce anche in base agli episodi di cronaca o di costume più recenti. Parla di cultura, lui che sente di averne ogni diritto, avendo fatto il liceo in nove anni anziché cinque. Tratta le grandi invenzioni di italiani, introduce anche un’ipotetica  “sicilianità” riguardo a Shakespeare; che del Bardo non vi siano dati certi, è sicuro ma lui a modo suo sostiene che solo uno fuori di testa, avrebbe potuto scrivere Otello: quando mai gli inglesi sono gelosi? Oppure scrivere un finale dal sapore così doppiamente tragico, come quello di Romeo e Giulietta, se il suo autore non fosse stato un figlio di Trinacria? Le citazioni sono molteplici, le trame sono irresistibili: “più è grande la minchiata, più forte è la risata”, sembra un suo leitmotiv che ripete ogniqualvolta prevede, di sortire quell’effetto. E ci riesce sempre, caspita se ci riesce! Insomma, uno spettacolo che non delude, due ore in compagnia di un mattatore che canta brani inediti, accenna alla lirica, duetta virtualmente con Mina e addirittura con Tony Renis da Las Vegas. Fiore che chiede riservatezza qualora dovesse andarsene dove sono i più, evitando quei necrologi scontati “RIP, RIP, RIP” che tanto piacciono ai social addicted e poi, per carità: nessuno vada a programmi come “Porta a Porta” dove fra gli esperti potrebbe esserci un Salvini in grado di liquidarne il decesso con: “Un terrone in meno!”

Insomma uno spettacolo da vedere, quindi prenotatelo quel posto, finché siete ancora in tempo, o perché no? Vedetelo di nuovo, tanto con Fiorello, nulla sarà, come è stato prima.

Che altro aggiungere? Il pubblico si è divertito? Eccome: risate, applausi da spellarsi le mani!

Fiorello, “nell’ora del Rosario”, Teatro Europauditorium, Sala Cagli, Bologna.

Bologna – Teatro EuropAuditorium
9, 10 e 11 aprile 2016
Aperte le prevendite

Daniela Ferro

One Response to "Rosario Fiorello all’ora del Rosario"

  1. lina   22 Dicembre 2015 at 17:45

    Letto e prenotato! 9 aprile!

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