I Sonics in Duum: intervista ad Alessandro Pietrolini

I Sonics in Duum: intervista ad Alessandro Pietrolini

I Sonics in Duum: unica data martedì 01 marzo 2016 al Teatro Duse di Bologna.

Alessandro Pietrolini è insieme con Ileana Prudente, il  fondatore e direttore dei Sonics, una Compagnia di danzatori acrobati, battente bandiera tricolore. Nata in Piemonte nel 2001, i “Sonics” la cui etimologia è  solo un ricordo  un po’ sbiadito e frutto più del caso, secondo il  co-fondatore, ma tant’è! La parola Sonics, per lo spettatore  richiama alla mente invece  una crew esperta che si è già messa in luce per un considerevole numero di ragioni. Attiva non solo in Italia ma anche all’estero, ha realizzato spettacoli, in seguito portati in giro per il mondo, acclamati come al celebre Fringe Festival di Edimburgo,  garantendosi un dorato lasciapassare grazie a performances coraggiose e alquanto originali, create da un lavoro di  equipe frutto della grandissima collaborazione  che avviene al suo interno,   dove tutti sono chiamati a dire la loro, in un rapporto che pare davvero alla pari  abolendo come avviene, ogni organizzazione piramidale  che  fa un po’ pensare ai cavalieri della Tavola Rotonda, visto la partecipazione così corale. Presenti a eventi importanti non solo italiani  come la cerimonia di chiusura dei  Giochi Invernali di Torino, ma soprattutto all’estero come a Kiev durante l’inaugurazione dello stadio olimpico in concomitanza con i Campionati Europei di Calcio, i Sonics  hanno contagiato il pubblico che li ama e li segue con sempre rinnovato interesse, certi di assistere a qualche stupefacente novità. Riguardo Duum in scena martedì primo marzo al Teatro Duse di Bologna  si tratta di uno spettacolo della durata di ben settantacinque minuti tutto di seguito, “con cambi di scena ogni tre minuti, otto acrobati più un attore, costumi particolari, di fattura artigianale”  l’uso privilegiato di  “macchine sceniche e macchine volanti” fanno presagire che anche questa volta i Sonics abbiano fatto centro, essendo i loro spettacoli davvero meravigliosi, in quanto vedremo: nuove scenografie, un uso di effetti speciali quali il matte Painting (scenari videoproiettati) e in aggiunta si legge dai comunicati  che la colonna sonora è stata composta ad hoc per lo spettacolo!  Anche in Duum esiste una storia, essendo una favola moderna raccontata con un gusto antico per la complicazione. “Duum è il rumore di un salto, quello che permetterà agli abitanti di questo regno leggendario situato nelle viscere della Terra di fare ritorno sulla superficie terrestre, dove c’è ancora qualcosa di buono che merita di essere visto e vissuto. Mosso da questa convinzione dopo un lungo tempo di forzato esilio lontano dalle malvagità della Terra, l’architetto Serafino, aiutato dai suoi compagni di avventura, si muove nello spazio scenico di una caverna elaborando formule matematiche e costruendo strambi trabiccoli per uscire, una volta per tutte, dal mondo sotterraneo che li ospita”.

La settimana prima del debutto bolognese ho modo di confrontarmi proprio con Alessandro Pietrolini, di seguito la nostra conversazione.

E’ difficile definirvi perché siete un’amalgama di tanti atleti differenti – un danzatore è sempre un atleta! – però al vostro interno avete più provenienze anche in termini di background formativo, come riuscite a dialogare fra di voi, dopotutto dovete convergere nella stessa piattaforma artistica, avete creato un immenso ombrello e i vostri spettacoli sono anche degli ipertesti in sostanza: c’è di tutto, c’è di più e c’è di bello!

Allora…quando io devo raccontare queste cose qua faccio sempre l’esempio della cucina fusion: è quella magia per cui ti ritrovi a mettere insieme lo spaghetto col gamberetto, in cui riesci ad accostare delle cose che  sono distantissime e che insieme funzionano! Quindi è difficile identificare qual’è la qualità tecnica professionale di ogni singolo artista, perché ognuno di noi ha un percorso tutto suo: io ad esempio facevo il calciatore.

E’ quello infatti e lo posso capire: ho conosciuto degli ex nuotatori che però avevano la danza nel sangue, Moses Pendleton è stato un campione di sci i percorsi possono essere vari!

Proprio questa mattina parlavo coi ragazzi di quella che per me è un po’ la giustificazione di tutto, sia nella mia vita reale che nel mondo, cioè   la teoria del caos: noi viviamo in una situazione di caos generale di movimento, di acrobazie e di idee che per me se messe insieme prendono un senso, prendono un perché: non abbiamo inventato nulla! Perché comunque siamo nel 2016  non si parla di invenzioni per chiunque ma di reinterpretazioni di qualcosa che esiste già perché  siamo tutti figli di qualcos’altro. Quindi non mi sento di dire che i Sonics abbiano inventato qualcosa, penso piuttosto che abbiano interpretato una chiave acrobatica diversa in cui in una situazione molto intima e famigliare, perché comunque è una Compagnia molto piccola la nostra (dove n.d.r.) c’è stata la volontà di creare delle forti alla base di tutto, è necessario l’affiatamento della compagnia, cioè come si recepiscono fra di loro i performers e gli artisti che di conseguenza poi trasmettono al pubblico.  Duum è il secondo lavoro teatrale,  è nato da questo concetto dello stare insieme perché sono spettacoli visuali, quindi  è inutile andare a cercare la filosofia perché… il circo contemporaneo di cui si parla tanto in questo momento è probabilmente un lavoro più di ricerca, noi facciamo  parte di questo filone Nouveau Cirque ma in realtà siamo un’altra cosa,  un qualcosa di diverso perché puntiamo a essere per tanti, mentre invece la ricerca è qualcosa per pochi quindi ci plasmiamo  un pochino con lo spettatore, siamo a servizio di chi viene a vederci, quindi accettiamo mantenendo il più possibile la nostra identità creativa e quindi anche scelta, però cercare di capire che cosa può piacere a tanti, a differenza di quello che può essere un lavoro di ricerca come nel circo contemporaneo. Quindi abbiamo “portato in scena” questo genere che sta un po’ in mezzo in cui c’è della danza, c’è dell’acrobatico c’è del teatro, c’è della musica, ci sono tanti colori, ci sono delle scenografie,  le tecnologie: giochiamo un po’ con tutto quello che ci permette il 2016 di fare!

Io ritorno sul come “si dialoga insieme”, perché vedo che non c’è un coreografo ufficiale, vedo invece che c’è tutta la crew coinvolta non solo il pensiero del singolo e la realizzazione subalterna del gruppo! C’è un lavoro collettivo che è molto interessante, comunicate benissimo al vostro interno, avete creato una piattaforma di dialogo importante che  vi porta a realizzare davvero qualcosa senza apparenti gerarchie piramidali!

No, sono scelte, la Compagnia,  io ed Ileana  l’abbiamo fatta insieme, l’abbiamo sempre pensata su di un concetto di condivisione che è fondamentale,  quindi è ovvio che i problemi ci sono dovunque, è inevitabile! Il lavoro di squadra nasce quasi come obiettivo di base  della Compagnia,  questo poi lo spettatore lo sente, ma anche  la decisione di gestire la Compagnia sia da un punto di vista burocratico che  amministrativo è soprattutto basato su quello: noi non abbiamo free lance, ma artisti che lavorano tutti i giorni con  i Sonics.

Interessante! in Italia direi che questa sia una rivoluzione, viste le difficoltà che ci sono.

E’ difficile soprattutto farlo in Italia, noi non prendiamo soldi e io trovo giusto che non diano soldi alla Compagnia, a volte vengono dati a chi inizia è un po’ come  dar la droga a un drogato, invece credo si debba aiutare chi ha dimostrato di valere qualcosa  e poi dev’essere un aiuto non a fondo perduto comunque: usano dei soldi della comunità e quindi devono servire a qualcosa allora io sono disposto a farmi aiutare tanto se poi devo restituire comunque ha un beneficio anche chi me li ha dati! Invece in Italia spesso si vive degli aiuti agli amici produzione dedicate a cento duecento persone, con biglietti bassissimi che non giustificano (il costo della produzione n.d.r.)

Siete sostanzialmente una Compagnia  che affonda le radici nel Barocco, non ti stupire, vado a random, il Barocco è stupefacente e la vostra organizzazione mi richiama – butto un nome – Vivaldi che oltre musicista era un impresario!

L’età della Meraviglia è l’età del Barocco!

Vorrei dire che se sdoganiamo  rose “petalose”, dico la mia e  per l’insieme artistico-organizzativo  vi definirei dei “post-post-neo-barocchi” (ridiamo). Senti, ho un appunto antipatico da fare, ma la critica (forse dovremmo valutare se in Italia esista ancora!) inizialmente non è sempre stata benevola  con voi. Perché talvolta c’è questa visione strabica secondo te, da parte di chi sente di avere il dito indice più lungo del medio? 

Perché in Italia le decisione sono prese da uno e imposte a tanti: devi piacere al direttore! E’ anche giusto che se un direttore sceglie una strada per il suo teatro, la debba seguire…poi i teatri devono portare la  gente dentro…poi la critica in Italia – ma anche, come ovunque – non rispecchia sempre la realtà: è molto più facile appoggiare uno  spettacolo brutto, che nessuno capisce, che non c’è mai nessuno (a vederlo n.d.r.)  che viene considerato diverso che non  una cosa che funziona!

Mah c’è sempre un discorso di snobismo a monte che si traduce in “grande numero di spettatori = grande schifezza”, ma non è così. L’abilità sta proprio in quello di riuscire a confezionare oggetti fruibili da più punti di vista, avere anche il coraggio di guardare le cose negli occhi e saper darle un nome, l’emozione se esiste e passa, si deve  però valutare!

A questo punto Alessandro Petrolini mi ricorda il rumore che fece il titolo il primo spettacolo dei Sonics: Meraviglia, titolo attribuito con forse un velo di ingenuità perché rischiava  di essere mal interpretato – come poi accadde – e tutto ciò che ne conseguì.  Lui sottolinea invece che quel titolo venne dato non perché reputasse tale il loro spettacolo ma per il senso di stupore che esso era in grado di suscitare nello spettatore.

Sfortunatamente era il primo e io non conoscevo ancora bene il mondo del teatro, oggi non lo farei mai, il mio concetto di meraviglia era legato al concetto di stupore! Einstein ha sempre detto che il mondo non perirà per mancanza di meraviglia ma per mancanza di meraviglie. Io lavoravo sul concetto di stupore!

A questo punto mi viene in mente ancora Einstein quando diceva che era più semplice spezzare un atomo che un pregiudizio!

INFO

SONICS in DUUM 

creato e diretto Alessandro Pietrolini,

testi Antonio Villella

costumi Ileana Prudente e Irene Chiarle

musiche Sergio Mari

luci e effetti speciali a cura di Monica Olivieri e Niki Casalboni.

Prodotto e distribuito da Fanzia Verlicchi per Equipe Eventi.

 

biglietteria: Via Cartoleria, 42 Bologna 051 231836 – biglietteria@teatrodusebologna.it   teatrodusebologna.it

 

Daniela Ferro

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