ROMA – A Palazzo delle Esposizioni, fino al 21 gennaio 2018, troverete la mostra Mangasia. Wonderlands of Asian Comics, in cui potrete vedere un’ampia e valida selezione di tavole originali di fumetti asiatici. Un’esposizione unica nel suo genere, presentata dal Barbican Centre di Londra, un appuntamento che gli appassionati non possono perdere.
Mangasia ci offre la possibilità di conoscere da vicino l’affascinante mondo dei fumetti, portando a Roma opere provenienti dall’intero continente asiatico: Giappone, Corea del Nord e Corea del Sud, India, Cina, Hong Kong, Indonesia; per arrivare ai paesi emergenti in questo genere, tra cui Mongolia e Vietnam.
Una buona parte delle opere portate a Roma, non è mai stata mostrata fuori dal proprio paese d’origine, poichè é custodita gelosamente dai collezionisti; qui sono raccolte oltre 281 tavole, tra cui le originali realizzate a mano, esposte accanto alle loro controparti commerciali, stampate per il mercato di massa.
Sono sei le sezioni tematiche, attraverso cui si sviluppa il percorso espositivo. In Mappare Mangasia, troviamo un’introduzione al mondo dei manga; questo fumetto ha avuto origine in Giappone e si è diffuso in tutta l’Asia e nel resto del mondo. Le sue caratteristiche principali, nonché i suoi punti di forza, sono la narrazione basata sui dialoghi, collocati all’interno di tipici balloon del fumetto, l’integrazione tra testo e onomatopee, ovvero espressioni che replicano effetti sonori. A ciò si aggiunge la caratterizzazione estetica dei personaggi popolari che animano queste scene, spesso estremizzati nel loro aspetto fisico (occhi grandi, capelli al vento, espressioni facciali amplificate ecc.); inoltre le storie raccontate sono “decompresse”, cioè narrate momento per momento, scena dopo scena.
Materialmente le tavole sono realizzate a mano; osservando i disegni originali si vede chiaramente che i testi scritti all’interno dei balloon del fumetto sono riportati su una specie di “etichetta”, i cui contorni, nel momento in cui la tavola verrà stampata, non saranno più visibili così da far apparire il testo senza margini all’interno del disegno.
É ben evidente come il manga giapponese non abbia mai incontrato crisi: nel settore editoriale, a differenza di molti altri generi, è da sempre attivo con fatture mondiali da capogiro. La diffusione del fumetto giapponese in tutta l’Asia è strettamente legata alla sua storia politica. Di fatto il fumetto è stato utilizzato come strumento di propaganda quando era necessario illustrare la politica imperiale del paese sotto un’ottica di liberazione delle popolazioni asiatiche dagli oppressori occidentali.
Del resto, come Osamu Tezuka (1928-1989), uno dei creatori di fumetti più attivo in Giappone, chiamato “Dio del manga”, ha affermato “Il fumetto parla un linguaggio internazionale e può attraversare confini e generazioni […] i fumetti sono un ponte tra tutte le culture”.
Dunque è opportuno allontanare definitivamente l’associazione fumetto-bambini; come si evince chiaramente dalla sezione cinque del percorso, Censura e Sensibilità, il fumetto tratta argomenti molto delicati, divenendo un vero e proprio strumento di divulgazione politica; al tempo stesso diviene anche mezzo di opposizione ai governi e di denuncia delle condizioni socio-politiche: per questo spesso è stato censurato nei regimi asiatici.
In mostra non mancano tavole che si soffermano sugli orrori della guerra, sull’atomica, rappresentando in fumetto i devastanti effetti di entrambe.
Quanto esposto in Mangasia ci permette di comprendere come quanto questo genere sia particolarmente duttile; i suoi temi spaziano dalle storie per bambini, a, come già accennato, crude scene storico-politiche, fino a contenuti per adulti. La vastità e le sfaccettature dell’Asia, con i suoi numerosi paesi dalla cultura e storia eterogenee, si rispecchiano nella moltitudine di fumetti prodotti in questo continente: il termine “Mangasia” è stato scelto proprio per indicare la fusione tra l’Asia e una sua creazione per eccellenza: il mondo dei Manga.
Favole e folclore, mostra opere che si basano su miti e leggende tramandate nelle culture popolari, spesso densi di significati dal valore universale. Molti di essi godono di popolarità grazie anche alle loro versioni a fumetto: ad esempio, all’interno della letteratura cinese, del romanzo di avventura e ricerca spirituale “Il viaggio in Occidente” è quello di cui esistono tantissimi adattamenti a fumetti.
La quasi totalità dei fumetti asiatici hanno una storia complessa; ogni nazione rilegge e racconta le proprie vicende in modo vario, e si rivolge alla popolazione utilizzando il fumetto, con l’obiettivo di raggiungerne una fetta sempre più ampia: molto spesso all’interno di questi fumetti “piegati” al patriottismo sono presenti prospettive non oggettive nella narrazione dei fatti. Alcuni fumetti trattano anche temi quali la corruzione o la violazione dei diritti: sembrerebbe, quindi, che i mangaka si trasformino in giornalisti per raccontare vicende del passato o del presente, dimenticate o ignorate dalla stampa ufficiale.
Mangasia copre due secoli di storia del fumetto: dalle prime forme di narrazione per immagini, rintracciabili nei libri illustrati indiani e nelle stampe giapponesi, fino ai fumetti digitali di ultima generazione.
La mostra si concentrerà inoltre sul processo creativo: su di esso ruota la sezione Manga multimediali, che presta attenzione al backstage del fumetto, dall’elaborazione con schizzi e layout fino alla tavola conclusa. Anche nel mondo del disegno sono state introdotte importanti novità grazie all’impiego di computer e software, che permettono di realizzare storie partendo da schizzi grafici che, acquisiti, vengono rielaborati e completati attraverso procedimenti digitali per arrivare alle tavole finali complete. Alla luce della vastità di generi e temi trattati, i fumetti asiatici influenzano e interagiscono con altri mezzi espressivi. Molte delle loro immagini divengono finte di ispirazione per il cinema d’animazione: molti manga si trasformano in anime, film di animazione.
In direzione delle nuove tecnologie applicate al mondo del fumetto, molto divertente l’installazione digitale interattiva, realizzata da Shōji Kawamori, mecha designer di successo (famoso per il cane robot AIBO della Sony e il suo lavoro in Macross), che, sfruttando la tecnologia del body tracking permette ai visitatori di pilotare un enorme macha (i tipici robot che popolano manga e anime) progettato appositamente per l’occasione.
Grande assente all’interno del percorso espositivo Studio Ghibli o meglio, le opere di pere di Hayao Miyazaki e Isao Takahata. Tuttavia la loro presenza è abbondante nelle proiezioni che Palazzo delle Esposizioni ha inserito all’interno di una fitta programmazione collaterale legata, come sempre, alla mostra. La rassegna di capolavori del cinema d’animazione giapponese prevede la proiezione degli splendidi mondi immaginari creati da Miyazaki, Takahata. In questa rassegna, saranno proiettati un gran numero di Anime nella Sala Cinema di Palazzo delle Esposizioni (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Accanto ai film, da ora fino a dicembre, è previsto il ricco calendario Incontri a Mangasia: tante occasioni per avvicinarsi al mondo del fumetto attraverso esperti, disegnatori, sceneggiatori ed editor attivi in Italia.
Mangasia. Wonderlands of Asian Comics
Palazzo delle Esposizioni
via Nazionale 194 – Roma.
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