Josef Albers in Messico

Josef Albers in Messico

VENEZIA – Ospitata negli spazi espositivi della Collezione Peggy Guggenheim, è stata inaugurata la mostra Josef Albers in Messico, a cura di Lauren Hinkson.

Lauren Hinkson curatrice della mostra e Karole Vail direttrice del PGC alla presentazione della mostra nella terrazza del Palazzo Venier dei Leoni, sede della Peggy Guggenheim Collection
Lauren Hinkson curatrice della mostra e Karole Vail direttrice del PGC alla presentazione della mostra nella terrazza del Palazzo Venier dei Leoni, sede della Peggy Guggenheim Collection
Vista della esposizione 01
Vista della esposizione 01
Vista della esposizione 02
Vista della esposizione 02

È un’esposizione che permette di focalizzare un aspetto non ancora molto conosciuto del lavoro di Josef Albers (Bottrop, Germania, 1888 – New Haven, Connecticut, 1976); il rapporto tra la sua indagine di fotografo verso le architetture precolombiane del Messico e l’esito della sua ricerca artistica. Artista, poeta, teorico, professore di arte e design prima al Bauhaus a Dessau, poi a Berlino, e successivamente, una volta trasferitosi negli Stati Uniti nel 1933, al Black Mountain College e all’Università di Yale, durante la sua carriera Albers ha lavorato con diverse tecniche, dalla pittura all’incisione, dall’arte murale all’architettura.

Josef Albers, Mitla, 1935-49, Stampe alla gelatina d'argento e cartoline montate su cartoncino
Josef Albers, Mitla, 1935-49, Stampe alla gelatina d’argento e cartoline montate su cartoncino
Josef Albers, Astrazione senza titolo, Olio su carta assorbente, 1940 ca
Josef Albers, Astrazione senza titolo, Olio su carta assorbente, 1940 ca
osef Albers (1888-1976), Mitla, 1956, Stampe alla gelatina d'argento e cartoline montate su cartoncino
Josef Albers (1888-1976), Mitla, 1956, Stampe alla gelatina d’argento e cartoline montate su cartoncino

Insieme alla moglie, l’artista Anni Albers, viaggiò molto in Messico e in altri paesi sudamericani, tra il 1935 e il 1967, realizzando centinaia di scatti in bianco e nero raffiguranti piramidi, templi, santuari, e raggruppando insieme immagini multiple, stampate in diverse dimensioni su fogli di cartone. Ed è proprio questo il focus della mostra dove emergono in modo chiaro i legami tra le astrazioni cromatiche e geometriche di Albers e le architetture presenti presso i tanti siti archeologici messicani.

Vista della esposizione 04
Vista della esposizione 04
Vista della esposizione 03
Vista della esposizione 03
Josef Albers, Studio per Variante_Adobe, Olio su carta assorbente, s.d
Josef Albers, Studio per Variante_Adobe, Olio su carta assorbente, s.d
Vista della esposizione 05
Vista della esposizione 05

Sono esposte una selezione di dipinti giovanili, di oli su masonite appartenenti alle serie “Variante/Adobe” (1947-1952) e “Omaggio al quadrato” (1950-1976), insieme a opere su carta e a una ricca selezione di fotografie e foto-collage, molte delle quali per la prima volta presentate al pubblico, realizzate da Albers durante le sue tante visite in Messico.

Vista della ultima sala con alcune tele della serie Omaggio al quadrato (1950-1976)
Vista della ultima sala con alcune tele della serie Omaggio al quadrato (1950-1976)

Una mostra in qualche modo rilassante, nei luminosi e bianchi spazi del Guggenheim, dove la scansione delle opere, ben rapportata ai collage fotografici, contestualizza e in parte svela il lavoro sulle forme e sulle cromie dell’artista tedesco.

Dal 19 maggio al 3 settembre alla Collezione Peggy a Venezia

Roberto Zanon

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