BILBAO – Una città che ha saputo cambiare nella mentalità e nell’aspetto, nel concetto e nella forma, nel pensiero e nel modo di vivere.
Ci sono città che riescono a morire crogiolandosi nella loro stanca geriatria, altre che non vedono soluzioni future e guardano al passato come se fosse l’unico momento vissuto in cui hanno avuto un po’ di notorietà, altre, ancora che non sai nemmeno che esistono per il semplice fatto che nessuno ci andrebbe, nessuno le visiterebbe o ci farebbe foto da postare su facebook e poi c’è Bilbao che con il suo Nervion la accarezza e la fa rispecchiare nelle sue limpide acque. Bilbao, cittadina situata nei Paesi Baschi spagnoli che poco più di vent’anni fa era uno dei più grande porti industriali del Nord-Europa piena di inquinamento, smog, acciaierie e grigiore. Una città che ha saputo cambiare nella mentalità e nell’aspetto, nel concetto e nella forma, nel pensiero e nel modo di vivere. Ha saputo andare contro corrente e fare una rivoluzione interiore che poi l’ha proiettata, in direzione salvezza verso il mondo. La sua rinascita è iniziata nel 1991, con la creazione dell’associazione Bilbao Metropoli 30, da lì ogni anno è stato studiato qualcosa di straordinario per renderla una delle più affascinanti e “belle donne” d’Europa.
TUTTO SULL’ARCHISTAR DI BILBAO
Partendo dallo studio della metropolitana progettata da Norman Foster, primo passo del restyling, proseguendo, con l’approvazione della costruzione del museo Guggenheim, disegnato dall’ArchiStar Frank O. Gerry, Bilbao ha ospitato geni dell’architettura internazionale cucendosi addosso un nuovo abito, il più sfavillante degli ultimi anni. Arrivando in aereo, già l’aeroporto Sondika ci dà la sensazione di ciò che ci aspetta, è, infatti, di Santiago Calatrava la colomba bianca che scorgiamo dal finestrino. Proseguendo il cammino verso il centro cittadino, dall’autostrada sbuchiamo direttamente sul ponte de La Salve e sotto la rossa opera di Daniel Buren (Arcos Rojos) che apre le porte della città e ci immette lo sguardo in direzione museo. Impossibile annoiarsi in una cosi immensa distesa d’arte, il nostro occhio cerca di catturare più immagini possibile, si susseguono freneticamente opere di Yves Klein, Jeff Koons, Louise Bourgeois e Anish Kapoor e il riflesso delle scaglie del grande pesce si stampa sulla nostra retina. Bilbao crea dipendenza già dal primo minuto.
UNA CITTA’ CHE GUARDA SEMPRE AL FUTURO
Sul “Red Carpet” di Bilbao sfilano le opere architettoniche delle ArchiStar. Ammaliati e increduli la visione totale consente di scorgere le torri di Arata Isozaki, il ponte di Calatrava, la Torre di Iberdrola di Cesar Pelli (41 piani e 165 metri di splendore), per poi proseguire lasciando la macchina verso la nuova Alhondiga ridisegnata da Philippe Starck e con il nuovo edificio del Dipartimento de Sanidad del Governo Basco ideato da Coll-Barreu, ma non è ancora finita qui. Zone verdi, a misura d’uomo, si possono vivere in ogni angolo cittadino, in primis la nuova Avenida Mazarredo che con i suoi spazi, parchi, panchine, ciclabili e molto altro ancora fornisce ai cittadini differenti punti di incontro e spunti di socialità. Ma il futuro di Bilbao è ancora oltre. Tra i nuovi progetti, la Cathedral di San Mamés, lo stadio, che si chiamerà San Mames Barrìa ideata da Acxt architetti e il nuovo piano di riqualificazione della penisola Zorrozaurre, concepito da Zaha Hadid in cui l’architetto ha pensato di tagliare la lingua di terra che la collega con la terraferma e poi di ricollegarla direttamente a Bilbao tramite ben otto ponti.
Gandhi disse: “Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere”. Bilbao sembra aver seguito alla lettera la frase del grande pensatore indiano. Guardiamo il cambiamento come una cosa positiva, guardiamo a Bilbao come esempio di rinascita.
- Biennale 2015. La gondola “Armata” di Cristiano Carotti invade la laguna – 8 Maggio 2015
- Biennale 2015. Armenity. Artisti contemporanei della diaspora armena – 7 Maggio 2015
- Biennale 2015. Città irreale, Mario Merz alle Gallerie – 7 Maggio 2015