Recensione Un giorno di pioggia a New York: Woody Allen è tornato davvero?

Recensione Un giorno di pioggia a New York: Woody Allen è tornato davvero?

MONDO – Il nuovo film dell’ottantaquattrenne regista americano ci ha convinto solo in parte. Ecco cosa funziona e cosa no di Un giorno di pioggia a New York.

Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning) sono una coppia di giovani studenti di college intenzionati a trascorrere una spensierata giornata romantica a Manhattan. Lui è un ragazzo diverso dagli altri, ama il cinema, la musica dei vinili e l’odore del fumo delle sigarette. Lei è figlia di un banchiere milionario, ma è una ragazza colta e raffinata. Ma quando entrambi decidono di trascorrere una giornata romantica e senza pensieri a Manhattan, il destino ci metterà sempre di mezzo lo zampone. Questa, in soldoni, la trama di Un giorno di pioggia New York, commedia romantica che per tutta la sua durata dà la sensazione di brutta parodia di un film di Woody Allen che ha l’aggravante di essere stata girata da Woody Allen stesso.

VIALE DEL TRAMONTO PER IL CARO VECCHIO WOODY?

Recensione Un giorno di pioggia a New York: Woody Allen e Timothée Chalamet sul set newyorkese

L’autore newyorkese, ormai superata l’ottantina, dà vita al suo peggior lavoro dai tempi di To Rome with Love, un’opera che pur possedendo tutti gli elementi distintivi del cinema alleniano sguazza con certo compiacimento nei sintomi di una creatività brillante che, dopo le sporadiche fiammate di Blue Jasmine, Irrational Man e La ruota delle meraviglie, ha raggiunto l’inevitabile capolinea imposto dall’anzianità. La freschezza dei dialoghi latita, la trama procede con stanchezza attraverso snodi narrativi mai davvero interessanti, e nemmeno visivamente la pellicola offre elementi sufficientemente ispirati da emergere dallo schermo come era avvenuto in altre occasioni. In particolare sorprende, in negativo, come Vittorio Storaro, probabilmente il miglior direttore della fotografia del mondo, si sia lasciato inglobare dalla piattezza generale del progetto con una fotografia digitale senz’anima o colore.

JUDE LAW IN STATO DI GRAZIA, MA I DUE PROTAGONISTI DELUDONO

Recensione Un giorno di pioggia a New York
Recensione Un giorno di pioggia a New York: Jude Law e Elle Fanning

Venendo al cast, da sempre il punto di forza dei film di Allen, e pur annoverando vari nomi di richiamo e di prima fascia, è lasciato visibilmente allo sbando, e la loro pigrizia si ripercuote malamente sul risultato finale. Chalamet, apparentemente a suo agio nei panni del bohémien un po’ snob, è fiacco, mentre la Fanning, bellissima ed eterea per Nicolas Winding Refn, qui è semplicemente irritante. Meglio di loro lo fa un Jude Law sugli scudi, protagonista dell’unica sottotrama meglio gestita in assoluto, ma ciò non impedisce alle interazioni tra i veri personaggi di essere tratteggiate con arguzia assente e scarso interesse da un Allen che, evidentemente, era interessato solo a rispettare la cadenza annuale con cui porta in sala le sue pellicole.

RECENSIONE UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK: C’E’ QUALCOSA CHE SI SALVA?

Qualcosa, sotto certi profili, è tuttavia salvabile, come i soliti richiami a Dostoevskij o la sobrietà generale di una messa in scena ad alto rischio di stucchevolezza, ma il tutto è troppo blando per poter spiccare e imprimere il marchio di fabbrica di un autore che (e ormai non è più una sorpresa vista l’incostanza e le clamorose cadute) non ha perso la capacità di rovinare il ricordo dei suoi anni migliori.

 

testo di Riccardo Antoniazzi

Autore MyWhere

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