I 10 calciatori asiatici più forti della storia del calcio

I 10 calciatori asiatici più forti della storia del calcio

MONDO – I calciatori asiatici che sono riusciti a sfondare a livello mondiale nel calcio non sono molti. Spesso sottovalutati o poco considerati, alcuni di loro sono invece riusciti a imporsi e a diventare vere e proprie star. Veri e propri eroi sportivi.

Vi siete mai chiesti quale siano i migliori calciatori asiatici della storia dl calcio? Non molte immagino. Per questo, dopo i 10 calciatori mancini più forti, ho deciso di proporvi questo articolo, per portarvi alla scoperta di quei calciatori asiatici che si sono guadagnati l’ingresso nella storia.

10 – Ahn Jung-hwan

Siamo a Daejon, il 17 giugno del 2002, al minuto 117 del secondo tempo supplementare. Si sta giocando Italia-Corea del Sud valida per gli ottavi di finale della Coppa del Mondo. L’Italia subisce il golden goal che la elimina dalla competizione. Chi è il coreano che ci ha condannato? Si, è Ahn Jung-hwan. Lui che a inizio partita sbagliò un rigore, ipnotizzato da Buffon. Lui che militava nel Perugia di Gaucci.

La sua avventura in Italia non ha lasciato molto il segno nei cuori dei tifosi e dopo i mondiali, volò in Giappone, Germania e Corea. Concluse la sua carriera in Cina nel Dalian Shide. La sua miglior stagione fu il 2010, con 10 reti in 24 presenze.

Non fu certo un goleador o una promessa del calcio, ma il sue nome è indelebile nelle nostre menti.

9 – Maksim Shatskikh

Chi lo conosce? Pochi, forse nessuno. Calciatore uzbeko che risulta essere, ancora oggi, il giocatore asiatico con maggior numero di goal in competizioni UEFA (Coppa dei Campioni e Champions League) con ben 23 segnature. Ha giocato nella Dinamo Kyev per ben 10 anni, vincendo la classifica marcatori del campionato per ben 2 volte e quello della coppa per 3.

Nel 2014 è diventato il miglior marcatore del campionato ucraino con 124 reti. Anche in Nazionale non ha smesso di brillare, segnando 34 goal in 61 presenze.

Nel 2003 e nel 2005 è salito sul podio dei migliori calciatori asiatici dell’anno.

8 – Keisuke Honda

Tutti i milanisti si ricorderanno di lui, forse più per la capigliatura biondo platino che per le sue giocate. Dopo le prime avventure in patria, si lega al VVV-Venlo, squadra olandese, con la quale segna 26 goal in 76 presenze, guadagnandosi il soprannome di Keizer Keisuke (Imperatore Keisuke). Passa poi al CSKA di Mosca, dove milita per ben 4 anni, prima di raggiungere Milanello. Qui fatica, e non poco, a trovare spazio e posizione in campo e, nonostante qualche ottima prestazione, nel 2017 lascia la squadra.

Girovaga dal Messico all’Australia, per tornare prima in Olanda, poi al Vitesse (lascia la squadra dopo soli 4 giorni), infine si lega al Botafogo, diventando il primo giocatore a segnare in tutti i continenti.

Adesso, oltre a calcare ancora i campi come giocatore, allena la nazionale cambogiana.

7 – Shinji Ono

Tra i calciatori asiatici con una carriera di tutto rispetto, spunta Shinji Ono. La carriera di questo trequartista, inizia nel 1998, in prima divisione Giapponese, nell’Urawa Red. Sarà il suo trampolino di lancio per gli anni avvenire.

Il 2001, infatti, gli porta in regalo un contratto con il Feyenoord. Quella stagione, la squadra olandese vince la Coppa Uefa e Ono gioca quasi tutta la finale. Risulta così il primo calciatore giapponese a vincere un trofeo continentale europeo. Oltre alla finale vinta, viene nominato calciatore asiatico dell’anno. Resterà in Olanda fino al 2006, anno in cui tornerà alla squadra che lo lanciò: l’Urawa Red.

Dopo alcune parentesi sportive che lo portano prima al Bochum, in Germania, e poi in Australia, nel 2019 torna in patria al Ryukyu.

6 – Kazuyoshi Miura

Detto Kazu, Miura è un calciatore giapponese e, a 53 anni, è il professionista più anziano in attività. Di questo bomber, in Italia, avranno dolci ricordi i tifosi del Grifone, per il quale segnò l’unico goal italiano proprio nel derby della Lanterna (tuttavia perso 3 a 2).

A 15 anni partì per il Brasile insieme a suo fratello per realizzare il sogno di diventare professionista. Dal 1982 al 1985 gioca per il Club Atlético Juventus. L’anno successivo approda al Santos dove, tuttavia, non riesce a farsi notare collezionando solo 2 presenze. Comincia allora a cambiare varie casacche e a farsi sempre più notare. Tornato in patria, allo Yomiuri insieme al fratello, comincerà a segnare fino alla convocazione in nazionale nel 1990. Diventa così una vera star in Giappone e a livello internazionale, vincendo campionati, coppe e Coppa d’Asia del 1992 con la Nazionale. Premiato nel 1994 come calciatore asiatico dell’anno, arriva in Europa. La scelta ricade sulla Serie A. Lo prende il Genoa. La sua stagione non è brillante e colleziona solo 21 presenze e un solo goal. In nazionale, che trascina ai Mondiali del 1998, segnerà 55 goal in 89 presenze.

Dopo una serie infinita di squadre si accasa allo Yokohama FC. Sarà il suo elisir di gioventù. Il 12 marzo 2017, a 50 anni e 14 giorni, segna il goal che lo confermerà come il marcatore più anziano di un campionato calcistico professionistico.

5 – Park Ji-sung

Tra i calciatori asiatici più forti, riconosciuti a livello internazionale, spicca Park Ji-sung. Quasi tutti lo ricorderanno alla corte di Sir Alex Ferguson, che lo considerava uno dei migliori centrocampisti al mondo, in grado di dare il massimo fino all’ultimo secondo della gara. Era l’ultimo a mollare.

Da ragazzo, nessuno avrebbe scommesso su di lui data la natura fragile e la bassa statura. Tanto che il padre, per farlo crescere, lo costringeva a bere succo di rana.

Dopo le trafile in Corea, Guus Hiddink lo convince a volare in Olanda, al PSV. Qui, la carriera di Ji-sung decollerà. È infatti il Manchester United ad accaparrarsi il cartellino di questo ragazzo, per soli 4 milioni di sterline.

In Inghilterra si porta a casa 4 campionati e una Champions League.

4 – Cha Bum-Kun

Cha Bum-Kun è una sorta di mito, di eroe per la Corea del Sud. Gli italiani lo conoscono bene perché, prima di Ahn, anche lui ci affrontò, nel mondiale del 1986.

Da ragazzo bruci subito le tappe e a 19 anni fu convocato in nazionale. A fine anni ’70 si trasferì in Germania, dove vince la Coppa Uefa ben due volta (1980 e 1988) prima con l’Eintracht di Francoforte e poi con il Bayer Leverkusen.

Oggi, dopo essersi cimentato come allenatore, commenta le partite della nazionale per Seul Channel A. Sempre qui, conduce un talk show dove commenta… passi della Bibbia.

3 – Shunsuke Nakamura

Torniamo al Bel Paese e siamo sul gradino più basso del podio. Ecco qui un altro giocatore di grande talento che abbiamo avuto la fortuna di ammirare sui campi di Serie A. Il fantasista giapponese che ha infiammato i tifosi della Reggina, prima, e del Celtic Glasgow, poi.

Sin da giovane era un predestinato e a 16 anni fu nominato miglior giocatore del campionato giovanile. Nel 2000 è invece nominato miglior calciatore del campionato in Giappone.

Passa così alla neopromossa Reggina. Alla prima partita va subito a segno. È il 18 agosto del 2002. Nelle prime quattro di A segna subito tre goal. Scoppia l’amore. Le stagioni successive saranno, tuttavia, meno fortunate a causa di qualche infortunio ma si toglierà la soddisfazione, nel 2004, di vincere la Coppa d’Asia in Cina e di essere nominato miglior giocatore del torneo.

Nel 2005 passa al Celtic e vince subito due titoli nazionali (campionato e coppa) e l’anno successivo segnerà il primo goal di un giapponese in Champions League. Dopo quattro anni lascia la Scozia per trasferirsi all’Espanyol, avventura di breve durata.

Oggi gioca con Kazu Miura allo Yokohama F.C. Fanno 95 anni in due. Niente male davvero per questi due “nonnini”.

2 – Hidetoshi Nakata

Al secondo posto metto Nakata. Sostanzialmente l’eroe sportivo del Giappone. Sì, perché proprio grazie a questo sconosciuto ragazzino, la Nazionale si qualifica al mondiale di Francia ’98.

Nakata è l’icona di quel Giappone con i capelli arancio fluo. A settembre è Gaucci, presidente del Perugia, ad assicurarsi il fantasista numero 8. Il suo esordio è straordinario: doppietta alla Juventus. Il suo impatto in Italia è straordinario, tanto da diventare un fenomeno mediatico.

La sua permanenza in terra umbra dura poco e nel 2000 si unisce alla corte di Sensi, alla Roma. Sarà proprio lui, di nuovo contro la Juve, a regalare lo scontro diretto, che varrà di fatto lo scudetto, alla Capitale. Passa poi al Parma e ancora una volta sarà decisivo per la conquista della Coppa Italia (ancora con un goal alla Juve).

Dopo aver militato anche per Bologna, Fiorentina e Bolton, lascia il calcio al termine del mondiale del 2006, a soli 29 anni.

Cosa ha fatto dopo? Ha viaggiato e nel 2009 ha visitato tutte le 47 prefetture del suo paese natio.

1 – Heung-Min Son

Al primo posto metto l’attaccante del Tottenham.

A soli 16 anni arriva alle giovanili dell’Amburgo, in Germania. Tra il 2010 e il 2013 raggruppa 73 presenze e 20 goal. Meglio i successivi due anni al Leverkusen, con 21 goal in 63 presenze.

La consacrazione arriva in Inghilterra. Qui diventa un giocatore completo e un vero e proprio idolo nazionale. Con la palla riesce a fare quello che vuole, abilissimo con entrambi i piedi e dotato di una elevatissima velocità. Ha solo 28 anni e ancora ampi margini di miglioramento. È già considerato da molti esperti il miglior calciatore asiatico della storia.

Un piccola curiosità. Tra marzo e aprile di quest’anno (2020), causa Covid-19, ha dovuto prestare servizio militare per 3 settimane dopo averlo scampato nel 2018 grazie a meriti sportivi.

Francesco Frosini
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