2020: il mondo si è fermato, ci avrà insegnato qualcosa? Intervista all’autore Giovanni Margarone

2020: il mondo si è fermato, ci avrà insegnato qualcosa? Intervista all’autore Giovanni Margarone

ITALIA – Il futuro incerto, le mille teorie e voci discordanti che ci hanno accompagnato giorno dopo giorno, la paura e le difficoltà mai vissute prima. Ecco la nostra intervista allo scrittore Giovanni Margarone che ci racconta il suo nuovo libro in uscita su Amazon.

Giovanni Margarone, scrittore, ci lascia riflettere con il suo saggio scritto nel 2020, anno che resterà nei ricordi di tutti quanti noi. Non solo Giovanni ci fa pensare all’anno passato, ma ci fa rivivere e rivalutare la nostra quotidianità attraverso i suoi pensieri scritti e raccolti nel libro 2020 Il mondo si è fermato – Ci ha insegnato qualcosa?.

Spesso diamo per scontato anche un piccolo gesto, un piccolo saluto, una mano di conforto che si appoggia sul nostro braccio, ma mai quanto lo scorso anno, anche ai più fastidiosi, questi gesti sono mancati e sono stati rivalutati, soprattutto sono risultati fondamentali per ognuno di noi e per la nostra parte psicologica. E Giovanni Margarone ha voluto prendere spunto da questi gesti, per parlarcene.

Gli abbiamo quindi fatto qualche domanda, ecco le sue risposte.

La copertina del libro di Giovanni Margarone

Buongiorno Giovanni. Il saggio è stato scritto durante la pandemia, in questi mesi di lock-down e non, cosa era/è principalmente la fonte di ispirazione?

Il saggio è una raccolta di articoli che ho pubblicato su un blog letterario, non tutti riguardano la pandemia, ma anche temi letterari, filosofici e sociologici. Tanti sono stati scritti proprio durante il lock down, un periodo che mi ha indotto molto alla riflessione, essendo stato meno distratto dal mondo esterno. Intercalavo la scrittura degli articoli con la stesura di un mio romanzo: l’attività letteraria, per fortuna, non si è mai fermata. La riflessione ispira, perché scava nel nostro profondo, così scaturiscono le idee.

Sulla base di questo saggio e di tutto ciò che ha espresso, pensa che un giorno riusciremo a trasmettere tutti questi valori ai nostri figli/nipoti?

Me lo auguro, le riflessioni che ho scritto portano a una rivalutazione dei valori, tanti dei quali ritenevamo per scontati e che proprio la condizione esistenziale dovuta alla pandemia ci ha fatto riscoprire. Ma non tutto è stato bene, perché durante la pandemia sono affiorati anche aspetti negativi: il “vogliamoci tutti bene” non è stato proprio così e questo deve farci riflettere. Come da tutte le vicende umane, anche da questa si spera che se ne traggano insegnamenti da trasmettere alle generazioni che verranno, un po’ come è stato per la nostra generazione con la guerra che i nostri predecessori hanno vissuto.”

Dopo questa esperienza, di questi altalenanti lock-down, quali sono, secondo lei, gli aspetti più importanti che dovremmo ricordare sempre?

Il proseguire a “tira e molla” continua a portare scompenso sia sotto il profilo sociale, sia sotto il profilo economico. Per questo credo che sia importante non dimenticarsi, per esempio, dei giovani che stanno vivendo un’esperienza anormale, in cui è vietata ogni forma di aggregazione tanto importante per loro. L’essere distanziati non fa parte della natura, non solo umana; è una violenza sul nostro essere e ci fa soffrire. La socialità è veicolo di cultura, rende vivi tutti gli scibili umani, come lo sport. Se un giorno tutto finirà, sono certo che apprezzeremo ancor di più la socialità, perché ci sentiremo più vivi, liberi di esprimerci come meglio crediamo. Dovremo inoltre ricordare per sempre coloro che sono stati sconfitti, morendo, in questa pandemia. Abbiamo perso un patrimonio immenso in termini di testimonianze e ricordi del passato. Gli anziani sono e saranno un bene prezioso per l’intera collettività e vanno sempre trattati con rispetto e umanità. Ricordo ancora che non andrà obliato l’aspetto economico, perché dietro l’economia ci sono persone che hanno perso tanto se non tutto: le loro attività, il lavoro. 

Queste persone non devono essere lasciate sole, sia messa al bando l’indifferenza. Dobbiamo essere tutti promotori della vicinanza, che sia posta prima di ogni cosa la solidarietà umana. Ora abbiamo una speranza: i vaccini; mi auguro caldamente, come tutti del resto, che si arrivi ad una immunità di gregge, unico rimedio per uscire da questa crisi pandemica e dalle sue limitazioni. Prego affinché questa speranza non si spenga e che chi ha responsabilità e potere utilizzi le sue prerogative con la diligenza del buon padre di famiglia per il bene della collettività intera e che la pandemia non sia un’occasione di beceri interessi economici e ingiustificabili velleità politiche a scapito di una popolazione sempre più sofferente ed esausta.

Giovanni Macarone
L’autore Giovanni Margarone

Crede che la lettura e scrittura, siano un buon metodo di evasione da consigliare a chi la/ci segue durante questo periodo?

Lettura e scrittura sono sempre buoni metodi di evasione, perché ci fanno entrare in un altro mondo, ci distaccano un po’ dalla realtà. La mente ha bisogno di svago e in questo periodo tale bisogno è più accentuato. Leggere fa sempre bene e può essere una soluzione quando la psiche è abbattuta.

Quando ha iniziato a scrivere, per quale motivo?

Iniziai sui dodici anni, dopo aver solo letto. Quella volta mi chiesi se anch’io potessi mettermi dall’altra parte: quella dello scrittore. Mi affascinava l’idea di creare qualcosa di mio, che con il tempo potevo condividere con gli altri. Scoprii così la mia propensione allo scrivere, cosa che continua ad appassionarmi, perché scrivendo entro in un’altra dimensione, preso dalle idee e dalla foga di creare personaggi e storie. Lo scrittore è un grande sognatore e cosa può essere più affascinante dei sogni?

Continuiamo quindi a sognare, ma a non dimenticare mai l’importanza di tutto ciò che ci circonda, ed esserne grati. Grazie soprattutto a Giovanni Marcarone, che ci racconta tutto questo!

Testo di Sasha Baronio

Autore MyWhere

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