MONDO – Il fascino e la curiosità intorno al Pianeta Rosso hanno travolto anche il cinema. Ecco i migliori film su Marte da vedere, rivedere o recuperare.
Sin dai tempi più antichi (quando il suo nome si riferiva all’irruento dio della guerra) le lande cremisi del pianeta Marte hanno affascinato lo sguardo degli uomini di ogni epoca. Con l’avvento dei viaggi spaziali abbiamo potuto constatare che Marte non ospita creature aliene senzienti, ma ancora oggi la ricerca scientifica mira a scovarvi segni di vita presente o antica (probabilmente batterica). Per quanto il progresso dell’intelletto umano abbia compiuto notevoli balzi in avanti, il Pianeta Rosso continua a stimolare la fantasia di sceneggiatori e registi di fantascienza, e con questo excursus ripercorreremo 10 film su Marte, 10 pellicole affermate sull’astro che più hanno segnato l’immaginario collettivo.
Himmelskibet (Holger-Madsen, 1918)
Salutato dalla critica odierna come uno dei primi esempi di space-opera della storia del cinema, questo preistorico titolo danese vede l’aviatore Avanti Planetaros (Gunnar Tolnæs) intraprendere un viaggio avventuroso alla volta di Marte, ove troverà una popolazione aliena che è riuscita a edificare un’utopica civiltà pacifica e in armonia con le forze naturali. Himmelskibet, malgrado le ingenuità dovute all’età, è uno stimolante esperimento che ragiona sulle idiosincrasie del mondo moderno, messo a paragone con una società extraterrestre dove violenza, egoismo e avidità sono stati debellati. Le scelte estetiche, scientificamente improbabili, suscitano tenerezza ma sono ancora oggi in grado di affascinare.
Rocketship XM (Kurt Neumann, 1950)
Primo film di esplorazione spaziale girato all’indomani della seconda guerra mondiale, narra le peripezie di una equipe scientifica diretta sulla luna che, a causa di un errore di manovra, sbarcano invece sul Pianeta Rosso. Naturalmente, i protagonisti realizzeranno di non essere soli sul corpo celeste, incontrando una comunità marziana provata da un conflitto di proporzioni disastrose. Palese metafora degli orrori atomici e dei pericoli insiti nel progresso (temi molto gettonati al tempo), Rocketship XM è un’opera dai risvolti dolenti, un omaggio alla resilienza dell’umanità che mai deve lasciarsi abbattere dagli ostacoli della vita.
Marte distruggerà la Terra (Ib Melchior, 1959)
La conferma che un basso budget può generare risultati assai accattivanti. In Marte distruggerà la Terra (orribile adattamento di The Angry Red Planet), uno shuttle ritorna sulla Terra da Marte con solo due dei quattro astronauti sopravvissuti alla missione; il racconto dei ricercatori rivela gli sconcertanti pericoli vissuti dall’equipaggio, sulle tracce di una specie aliena (dalle memorabili sembianze aracnidi) che minaccia il nostro pianeta. La trama è un classico da fantascienza di serie B di quegli anni e offre uno spettacolo d’artigianato di prim’ordine, caratterizzato da una combinazione di sequenze live-action e dettagliatissimi effetti speciali disegnati a mano.
Atto di forza (Paul Verhoeven, 1990)
Tratto da un celebre scritto di Philip K. Dick, questo cult di Paul Verhoeven annovera tra i protagonisti i divi Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone. Doug Quaid (Schwarzenegger) è un operaio dal fisico erculeo che si sottopone a viaggi virtuali su Marte, ritrovandosi al centro di una cospirazione dove memoria innestata e percezione reale giocano un ruolo fondamentale. Lo schema del film, basato sulla più tipica azione violenta schwarzeneggeriana e su clamorosi effetti speciali pratici, esplora i pericoli degli impianti cerebrali, una tecnologia che ancora è in fase embrionale. Pur datato in alcuni aspetti, Atto di forza resta un action fantascientifico estremamente coinvolgente, che ha nel suo curatissimo comparto visivo l’aspetto più memorabile. Da evitare il recente remake con protagonista Colin Farrell.
Mission to Mars (Brian De Palma, 2000)
Una missione di salvataggio su Marte non va per il verso giusto, e il resto dell’equipaggio si trova di fronte alla chiave per comprendere meglio la natura di Marte, della Terra e dell’intero universo. Strana creatura questo controverso titolo di Brian De Palma, aggiornamento dei temi creazionisti kubrickiani dai notevoli effetti speciali; la grettezza di alcuni passaggi della sceneggiatura impedisce al film di spiccare sopra un livello di decorosa funzionalità, controbilanciando una però ottima recitazione oltre al ben noto, spericolatissimo virtuosismo registico di De Palma, drogato di suspense al punto giusto da regalare più di una sequenza degna di nota. Suggestiva colonna sonora di Ennio Morricone.
Pianeta rosso (Anthony Hoffmann, 2000)
Uscito nello stesso anno di Mission to Mars, anche Pianeta rosso non è stato ben accolto dalla critica alla sua uscita. Questo film segue il destino della Terra nell’anno 2056, quando l’inquinamento e un’alta popolazione costringono i responsabili politici a iniziare a terraformare il pianeta usando le alghe trasportate da Marte; naturalmente le alghe iniziano a venir meno e un equipaggio guidato da Quinn Burchenal (Tom Sizemore) si reca sul Pianeta Rosso per indagare: da qui la storia prende una piega più violenta, tra robot fuori controllo e minacciosi marziani insettoidi. Il film spicca su molti dei titoli presenti per una maggior verosimiglianza scientifica, e si avvale di un cast straordinario che comprende Val Kilmer e Carrie-Anne Moss. Una buona computer-grafica e un ritmo mai assente rendono il film molto coinvolgente e senza particolari fronzoli.
Cowboy Bebop: The Movie (Shinichiro Watanabe, 2001)
Film ispirato alla fortunata serie anime incentrate sulle avventure di quattro cacciatori di taglie, Cowboy Bebop è temporalmente collocato nel 2071, e su Marte un attentato bioterroristico sta decimando la popolazione; il governo mette una taglia sulla testa dei criminali. Da lì, l’avventura prosegue con i Bebops che inseguono i colpevoli mentre cercano di distribuire un vaccino per coloro che muoiono sul Pianeta Rosso. Come ormai ci hanno abituato i prodotti animati giapponesi post-Akira, anche questo film non si smentisce sotto il profilo della certosina cura tecnica, messa al servizio di una trama semplice e apparentemente vuota che brilla per incandescenza emotiva. Consigliato sia ai fan della serie sia agli spettatori comuni.
Fantasmi da Marte (John Carpenter, 2001)
Forse questo titolo deluderà chi preferisce il John Carpenter più oscuro e provocatorio di Halloween e La cosa, perché Fantasmi da Marte è nientepiù che B-movie d’azione e fantascienza scanzonato e divertente, che non si prende sul serio e presenta personaggi il cui imperativo è l’essere più tamarri possibile (la presenza del rapper Ice Cube è decisamente esplicativa). Questo horror fantascientifico dalla genetica action segue l’evoluzione della società su Marte nel 22 ° secolo, quando gran parte del pianeta è stato terraformato e colonizzato; un gruppo di minatori scompare dopo aver disturbato accidentalmente gli spiriti di un’antica civiltà marziana: il resto della trama è facilmente intuibile. Carpenter mischia il tema dell’assedio e dell’invasione corporea a lui cari sin dai tempi del clamoroso Distretto 13, innestando una gradevole nota rock alla sua più tipica colonna sonora elettronica. Tutto molto basico e a tratti prevedibile, ma almeno c’è l’opportunità di godersi un team militare alle prese con demoni umanoidi simili a Marilyn Manson.
The Last Days on Mars (Ruairi Robinson, 2013)
Altra contaminazione di fantascienza e horror, passata quasi inosservata eppure degna di uno sguardo. Vincent Campbell (Liev Schreiber) e il suo equipaggio sono prossimi a ultimare un semestre su Marte quando un membro dell’equipaggio trova segni di possibile vita in superficie, scatenando una serrata lotta per la sopravvivenza contro un patogeno mutante che utilizza gli umani come ospiti. L’ispirazione principe di The Last Days on Mars è ovviamente Alien, però rispetto a numerosi cloni del capolavoro di Ridley Scott si fa notare per una buona costruzione della tensione unita alle valide performance del cast. Nulla di trascendentale, ma non se ne rimpiange la visione.
The Martian – Sopravvissuto (Ridley Scott, 2015)
E proprio con Ridley Scott chiudiamo la lista. The Martian è una delle vette più alte del regista inglese, un folgorante elogio alla mente umana, un cast-away interstellare non privo di ironia e dal ritmo incalzante, interpretato magistralmente da Matt Damon nei panni del Robinson Crusoe di turno. Questo positivismo differenzia The Martian dal nichilismo imperante dei precedenti fantascientifici di Scott, e si accompagna a una messa in scena mastodontica, che per la prima volta in tutta la storia del cinema esalta per davvero tutta la spaventevole bellezza del Pianeta Rosso. Un film su Marte che è già un classico, da vedere e amare.
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