Sicario su commissione: il 26 Ottobre è uscito il nuovo album di Santo Trafficante.

Sicario su commissione: il 26 Ottobre è uscito il nuovo album di Santo Trafficante.

ITALIA – Collaborazioni con artisti di livello, temi mai banali, il rapper italo tedesco comunica ancora una volta il suo punto di vista graffiante nei confronti della società.

Santo Trafficante nasce a Stoccarda nel 1982. Il suo vero nome è Fabian Santo, ma sin da subito usa questo singolare pseudonimo che riporta alla mente un famigerato italo americano di inizi novecento, un mafioso che gestiva varie attività illegali fra la Florida e Cuba.

Nei primi anni duemila un giornalista lo ha accusato di essere banale, di usare il nome di un malavitoso per apparire come il classico rapper vicino a pistole e storie di strada. Lui ha risposto semplicemente: <<L’ho scelto perché suonava bene>>. Santo è uno dei più longevi rappresentanti del filone gangsta rap, la sua produzione parte dalla fine degli anni Novanta.

Le sue prime pubblicazioni risalgono al 2003 grazie ad alcune etichette indipendenti. Dopo i primi passi arriva il successo su scala nazionale ed europea: si costruisce un pubblico che ancora lo segue nelle nuove pubblicazioni.

Nel mondo del rap è veramente difficile riuscire ad avere uno zoccolo duro di appassionati che rimanga legato allo stesso artista per anni, poiché la concorrenza è davvero feroce. Santo Trafficante ci è riuscito: è in attività da quasi vent’anni, sempre pronto a salire sul palco e a dare il meglio di sé durante i live.

Nella sua lunga carriera ha collaborato con tanti illustri colleghi, quali Club Dogo, Noyz Narcos, Marracash, Tormento, Inoki e Guè Pequeno. Nonostante queste importanti amicizie, Santo Trafficante è determinato a non subire influenze metriche altrui. Il suo flow impastato resta inconfondibile.

SICARIO SU COMMISSIONE: UN TITOLO PERFETTO PER SANTO TRAFFICANTE

Foto: Ufficio Stampa Nextpress

L’album appena uscito è cattivo al punto giusto; senz’altro non è ruffiano. Ad un primo ascolto s’intuisce subito non sia il solito ritornello di idee stupide, di cose già sentite da altri mille prima di lui. I testi rappresentano Santo Trafficante: la sua è una lucida e folle disamina che sputa verità pericolose.

Sicario su commissione: un titolo che rispecchia singoli pieni di ribellione contro una società fatta di mezze verità. Un sicario su commissione, dopotutto, è proprio colui che mette in ginocchio bersagli prestabiliti. In questo nuovo LP le vittime sono diverse: Santo Trafficante mira a distruggere dei puzzle già composti, a mettere in crisi chi pensa d’averla fatta franca.

Come in un sogno ricorrente, si diverte a buttar giù castelli di carte, dissacra barriere che altri preferiscono lasciare in piedi. Come in lavori precedenti, trafiggere mostri che altri non hanno il coraggio di affrontare. È un vero killer, un cecchino che apre questa raccolta con un singolo dedicato a Gesù.

GRAZIE GESU’: IL SINGOLO CHE TRAINA L’ALBUM DI SANTO TRAFFICANTE

Foto: Profilo Facebook @santotrafficanteboss

Trafficante racconta quello in cui crede cercando di dimenticare la falsità del mondo odierno, le brutte vicende che leggiamo aprendo un giornale. La canzone in questione s’intitola Grazie Gesù, ma ovviamente non è un passo del Vangelo o una dedica finale all’interno di un Concilio.

Non è nemmeno una canzoncina che troviamo stampata nel libretto dei canti la domenica mattina, ma ha comunque il suo perché. Il testo è interessante e rispecchia completamente la penna di Trafficante. Pazzo, pungente, trasparente, irriverente, coraggioso.

A tratti puoi capirlo, in altre situazioni ci ridi su: all’interno di una sola canzone puoi trovare fratellanza e disprezzo. Gesù viene ringraziato per motivi condivisibili dai credenti più incalliti: senza di te sarei nulla, tu mi dai libertà, salute, mi regali la vita.

Santo Trafficante lo ringrazia anche per obiettivi auspicati da molti, coloro che non hanno il coraggio di desiderarli a voce alta: fai morire presto i miei nemici, condanna i pedofili, ricoprimi di soldi, fai uscire di galera gli innocenti.

Inoltre, trova il modo di ringraziarlo anche per le donne in bikini, per le pistole e le lame: fattori lontani dalla prima panca in Chiesa, ma evidentemente importanti per Santo Trafficante.

Il video musicale è già uscito e si apre con una grande scritta nella quale il rapper precisa:

Questa canzone non intende offendere alcun sentimento religioso e non ha intenzione blasfema o irriguardosa nei confronti del Cristianesimo e della figura di Gesù Cristo.

Le immagini in primo piano vedono Santo Trafficante avvolto da un ambiente buio, indossa occhiali scuri, sembra imprigionato in un confessionale scavato nelle fondamenta di un palazzo. Gli esterni invece sono dominati da un bianco illuminato dall’ultimo sole, una periferia che si spegne sotto ai raggi del tramonto.

Ancora un contrasto fra il bene ed il male, fra l’augurio che una preghiera venga esaudita e la certezza che sarà complicato uscire dalle tenebre. Il corto è stato realizzato da November Rain Video, sotto la regia dello stesso Santo.

BLESS TO BE: LA SECONDA TRACCIA

Foto; Profilo Facebook @santotrafficantetheboss

Un secondo singolo dove Santo Trafficante inizia con un’apologia dedicata alla sua musica. Come un filosofo d’altri tempi, usa la sua oratoria per convincere chi ascolta che non può trovare di meglio, che ogni parola da lui partorita vale tanto.

È felice di non far parte del rap che va di moda, di essere qualcosa di diverso come un moderno Platone che alleva i discepoli nella sua palestra. Benedetto di essere vivo, diverso, anticonformista, di non calcare troppo la mano nell’offendere gli altri.

Non vuole farsi complicare la vita da chi lo circonda, concentra ogni suo sforzo a dare voce e potenza alle sue parole e a chi ha deciso di seguirlo. Anche in questo pezzo c’è un riferimento religioso alla Madonna, intesa come appiglio, come mano tesa alla quale aggrapparsi quando tutto gira per il verso sbagliato.

Al centro del pezzo c’è anche un coro che può ricordare l’inizio di Im Nin’Alu della cantante israeliana Ofra Haza. Nonostante ci sia una costante esaltazione del proprio essere, la canzone non compare come la classica autocelebrazione fine a sé stessa.

L’immagine che arriva ascoltandola è più profetica appunto, come quella di un esperto eremita che non invidia le barre dei più giovani. Il featuring di Metal Carter si abbina bene alla base decisa.

LO STILE DEL SANTO TRAFFICANTE

Foto: Profilo Facebook @santotrafficantetheboss

L’album è disponibile da martedì 26 ottobre su tutte le piattaforme digitali ed anche in CD pubblicato da Time 2 Rap. Condanna al capitalismo, alla corsa al successo che porta ad uccidere per denaro. Una denuncia aperta ai sicari, a tutti coloro che sono pronti a non guardare in faccia il prossimo pur di sbancare.

Chi ascolta è portato a riflettere sulla ricerca individuale di soldi, fama, rispetto, vana gloria. Un sistema economico chiuso, un metodo sterile che può correre solo verso la bancarotta e l’impoverimento dei meno sfacciati.

Lo stile del Santo Trafficante non cambia, urla la sua ribellione contro quattro pareti a specchio che stringono l’essere umano in una morsa egocentrica. Il Santo sfoga la sua rabbia mischiando simboli religiosi a desideri di speranza e positività.

Gli scenari sonori dei vari pezzi sono molto diversi fra loro: si va dalla melodia black, ai fiati tipici del jazz, ai beat elettronici, a chitarre abbinate a cori vagamente monastici. Per il featuring, oltre al già nominato Metal Carter dobbiamo segnalare Akran, Egreen, Lord Madness, Fetz Darko.

Per concludere, Santo Trafficante ha deciso di dedicare questo disco a due ribelli come lui, a due personaggi che non hanno accettato, in silenzio, il mondo che li ha ospitati. Il primo è Malcom X, il secondo è KRS-ONE, uno dei pionieri della musica rap e della cultura hip-hop. Per ricordare sempre i migliori musicisti rap della storia.

Scritto da Francesco Danti

Autore MyWhere

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