BOLOGNA – Abbiamo assistito ieri sera alla prima de Il Borghese Gentiluomo di Molière, uno spettacolo scritto più di tre secoli fa ma che tutt’ora non ha certamente perso né smalto né umorismo. Un adattamento è stato comunque operato ma le varianti apportate alla trasposizione hanno reso il testo lo stesso divertente, comico e appetibile da un pubblico piuttosto allargato. Il protagonista, il bravo Emilio Solfrizzi, si è calato nel ruolo in maniera ottimale rivestendo i panni di M. Jourdain esibendo un tratto farsesco senza scadere mai nella volgarità mentre un cast, unanimamente ben preparato, gli ha fatto da contorno. L’ambientazione viene collocata in uno spazio quasi atemporale né seicentesco né contemporaneo né particolarmente interessante ma viene confortato da una bella rassegna di costumi il cui guizzo di eccentricità ben rispecchia i personaggi che li indossano.
Il plot è sostanzialmente fedele a quello dell’opera originale creata da monsieur de Poquelin alias Molière, fatta eccezione per l’accompagnamento musicale – qui stravolto e non così presente come nell’opera originale. Nella comédie ballet il lavoro di Lully, musicista di corte per antonomasia presso il Re Sole, era evidente e imprescindibile dal testo. Lully e Molière avevano collaborato spesso nella creazione di comédie ballet di grande successo, coadiuvati dall’esperto Pierre Beauchamp noto danzatore dell’epoca e artefice delle coreografie di allora.
Se Molière nel suo Borghese Gentiluomo criticava Luigi XIV, ridicolizzandolo nella figura di M. Jourdain divenuta perfetta parodia del sovrano, infieriva anche sul ridicolo di una società creata e in parte voluta dallo stesso monarca. L’autore, nel testo, prendeva inoltre una posizione contraria ai matrimoni combinati allora, per mero interesse economico.
Il Borghese Gentiluomo proposto da Solfrizzi invece enfatizza piuttosto bene l’atteggiamento di sciocca ingenuità di Jourdain che vorrebbe nascondere i propri natali accelerando l’ascensore della scala sociale, cercando in tutti i modi di recuperare una cultura e un’istruzione da gentiluomo che in gioventù non aveva ricevuto, prendendo lezioni di ogni materia, ma dimostrando ben poca attitudine per le stesse. Esilarante la scena durante la quale avviene la lezione di grammatica con il professore di filosofia che gli insegna a pronunciare le vocali, o quella di scherma con “lo spadaccino (che ndr) spadaccia”. La critica che nell’opera originale era rivolta alla società, qui viene parzialmente blandita e Solfrizzi riporta invece tutta l’attenzione sulle ingenue goffaggini del suo protagonista ottenendo un effetto esilarante e marcatamente comico.
Un’affluenza massiccia e ridanciana da parte del pubblico, durante la rappresentazione, ha mostrato un evidentemente alto gradimento e divertimento insieme.
INFO
IL BORGHESE GENTILUOMO
Di Molière
con Emilio Solfrizzi
e con Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Nico Di Crescenzo Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Lydia Giordano, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Roberto Turchetta
scene Andrea Taddei
costumi Sandra Cardini
musiche Antonio Sinagra
luci Gaetano La Mela
regia Armando Pugliese
traduzione e adattamento Annarosa Pedol
orari Venerdì e sabato alle 21. Domenica alle 16
051 231836 – biglietteria@teatrodusebologna.it
dal martedì al sabato dalle 15 alle 19
e da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli
biglietti prezzi da 15 € a 28 €
Incluso negli abbonamenti
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