James Hunt, 75 anni fa nasceva il campione di Formula 1

James Hunt, 75 anni fa nasceva il campione di Formula 1

ACCADE OGGI – 29 agosto 1947. Veniva al mondo James Hunt, campione inglese di Formula 1. Rivale e amico di Niki Lauda, ha infiammato il tifo con il suo stile eccentrico e fuori le righe nel corso degli anni ’70.

James Hunt fu campione del mondo di Formula 1 nel 1976 e fu uno dei piloti più iconici di quegli anni, non solo per il suo grande talento ma anche (e forse soprattutto) per la sua vita sregolata che lo portò alla morte a soli 45 anni, nel 1993.

L’INFANZIA E GLI ESORDI

James Simon Wallis Hunt nasce il 29 agosto 1947 a Belmont un sobborgo di Londra. Il suo carattere estroverso ed esplosivo matura già in tenera età, quando a dieci anni fuma un’ingente quantità di sigarette. Appare comunque come un buono sportivo. Gioca a calcio, a cricket e tennis.

La svolta è, tuttavia, il conseguimento della patente appena compiuti 17 anni. In quel preciso istante James inizia a vivere.

Nel 1966 si reca dall’amico Chris Ridge con il quale giocava in doppio a tennis, James conosce suo fratello Simon, appassionato di corse che gareggiava con una mini di sua proprietà. Lo stesso fine settimana vanno tutti e tre a Silverstone per assistere a una competizione automobilistica.

L’esperienza lo affascina talmente tanto che nel 1967 acquista una Mini e la elabora di persona per poter partecipare a una gara club. Purtroppo, non riesce a prender parte alla corsa perché la sua auto aveva una sedia da giardino come sedile e così gli viene negato il permesso.

LE FORMULE MINORI

Il 1968 è l’anno giusto. Acquista un’auto per partecipare alla Formula Ford 1600. Proprio qui, iniziano a chiamarlo Hunt the Shunt ovvero Hunt “lo schianto”. Addirittura durante una gare finisce in un lago e si salva solo perché l’auto non montava le cinture di sicurezza.

Nonostante la propensione agli incidenti, riesce a vincere una gara (sul circuito di Lydden Hill a Wooton) e l’anno successivo, nel 1969, arriva in Formula 3.

L’inizio in categoria cadetta promette bene e gli occhi sono subito sul talento inglese. Tuttavia la fama di sfascia auto non cambia. Celebre quello accaduto nel 1970 a Crystal Palace con il rivale Dave Morgan.

James Hunt

I due, dopo un avvincente duello si toccano durante l’ultimo giro. Entrambi sono costretti al ritiro. Sceso dalla sua macchina Hunt, furibondo, si dirige verso il collega-rivale e lo spintona fino a farlo cadere a terra. Entrambi i protagonisti della lite vengono ufficialmente richiamati dal RAC (Royal Automobile Club). La commissione che li giudica dà ragione a James e sospende la licenza di Morgan per un anno.

James è sempre più al centro dell’attenzione e finisce per firmare anche un contratto di sponsorizzazione con Coca-Cola e, nel 1972, firma un contratto con al March, sempre in F3. Il suo carattere, però, è di ostacolo ancora una volta e finisce dopo pochi mesi appiedato. Riesce comunque a garantirsi un sedile senza, tuttavia, brillare in pista.

Quando la carriera di Hunt sembra al capolinea, arriva l’incontro con la persona che cambia radicalmente la sua storia. Il suo nome è Lord Thomas Alexander Fermor Hesketh, un giovane nobile inglese nonché terzo barone della dinastia Hesketh, il quale ha un proprio team di F3. Eccentrico e con una visione fuori dagli schemi, Lord Hesketh porta sempre in pista donne bellissime che popolano il suo box, dentro al quale non manca mai lo champagne e nemmeno la mamma del barone che è solita vagare con vassoi di aragosta fresca da offrire gentilmente gli ospiti. Quale miglior ambiente per il giovane spericolato James?

UN SOGNO CHIAMATO FORMULA 1

Hesketh, nonostante i continui danni del suo pilota, decide di fare il grande salto in F2. Ma il sogno di Lord Alexander è la categoria regina, la Formula 1. Per provare a renderlo realtà, acquista una vecchia Surtees e James Hunt fa il suo ingresso nel Circus iridato in occasione dell’edizione 1973 della Corsa dei Campioni, una gara fuori dal calendario ufficiale che però vedeva sempre la partecipazione di tanti protagonisti della massima serie.

All’esordio James riesce ad arrivare terzo. Con queste premesse, Hesketh si innamora ancor di più dell’avventura in cui si stanno imbarcando. Così noleggia una March 731 Cosworth e la iscrive al Gran Premio di Monaco. L’esordio non è dei migliori (James si ritira) ma, ancor peggio, la squadra e il suo proprietario non vengono presi sul serio. Ma si sa, sottovalutare un avversario non è mai cosa buona e giusta.

Infatti già al successivo Gran Premio di Francia, Hunt conquista il primo punto iridato grazie a un ottimo sesto posto, così come nella gara seguente di Silverstone, dove James arriva quarto. Per non farsi mancare niente in Olanda, a Zandvoort, giunge addirittura sul podio. All’ultimo appuntamento stagionale al Glen, Hunt conclude addirittura al secondo posto la gara, dietro a Ronnie Peterson su Lotus. Il britannico chiude la stagione d’esordio con 14 punti, che gli valgono l’ottava posizione finale nel mondiale piloti.

Sull’onda del successo, Lord Hesketh grazie alle ingenti risorse in suo possesso, decide di dare a James la nuova Hesketh 308. Dopo alcune difficoltà iniziali, Hunt arriva terzo in Svezia ad Anderstorp, in Austria a Zeltweg e ancora negli Stati Uniti a Watkins Glen. Un buon bottino di punti che permise nuovamente a James di classificarsi nuovamente all’ottavo posto nel campionato piloti.

James Hunt

Ma il meglio doveva ancora arrivare per il britannico. Il 1975 l’auto viene perfezionata e centra subito un risultato positivo nella gara d’esordio in Argentina, con Hunt che sale sul podio in seconda posizione. Poi, dopo un sesto posto in Brasile e ben cinque ritiri in fila, arriva finalmente la prima vittoria nel Gran Premio d’Olanda a Zandvoort, dove James beffa le due Ferrari 312T di Lauda e Regazzoni.

La gioia non è calcolabile. La squadra da inizio a una festa che finisce solo dopo alcuni giorni. Nel Gran Premio successivo in Francia, Hunt giunge ancora secondo e, con i successivi risultati, si classifica quarto alla fine del campionato. Nonostante il successo, James continua nei suoi eccessi e i suoi atteggiamenti fuori dagli schemi lo rendono una vera e propria icona, un divo. Un divo circondato da modelle. Continuamente.

Tanto che finì per sposarne una: Suzie Miller. Il matrimonio dura poco e il divorzio viene ufficializzato nel 1976. E il 1976 corrispose proprio alla grande occasione per il pilota inglese, che grazie all’abbandono della McLaren da parte di Emerson Fittipaldi riesce a farsi ingaggiare dalla scuderia inglese

FINALMENTE L’IRIDE!

Alla prima uscita con il nuovo team, in Brasile, Hunt conquista subito la pole salvo poi doversi ritirare per un problema tecnico, ma già a Kyalami (Sud Africa) arriva secondo dietro a Lauda dopo aver realizzato la seconda pole su due Gran Premi disputati. Insomma, le premesse per una grande stagione c’erano tutte.

Infatti in Spagna James coglie il secondo successo in carriera proprio davanti a Lauda, ancora dopo la pole position. Il duello che pare poter durare tutta la stagione è quello Hunt – Lauda. Ma la sfortuna è in agguato. James è costretto al ritiro per ben due GP consecutivi e finisce quinto in Svezia. Niki e la Ferrari, invece, non sbagliano un colpo.

Alla vigilia del Gran Premio di Francia, Niki ha ben 52 punti in classifica contro i soli 17 di Hunt. Ma proprio a Le Castellet, James torna al successo approfittando anche del ritiro di Lauda. Il pilota austriaco, però, non sa che il destino sta per giocare con lui.

James Hunt

L’incidente di Lauda al Nürburgring apre a James le porte della rimonta. Vince due delle tre gare seguenti e si piazza quarto in Austria.

A Monza, il grande rivale decide a sorpresa di tornare in pista ancora grondante di sangue per le ferite aperte e giunge quarto. Hunt e Lauda, completamente differenti sul piano personale, si stimano e sono comunque buoni amici. E James sa che Niki è tornato più motivato che mai.

L’epilogo del campionato del mondo di F1 va in scena nella terra del Sol levante, in Giappone, dove Niki ha 3 soli punti di vantaggio. La pioggia è tanta. Torrenziale. Ha giocato con la morte una volta di troppo e Lauda, saggiamente, decide che non ne vale la pena e si ritira.

Ma quella gare vale tutto per James. Il britannico termina al terzo posto in quella piovosa domenica di ottobre la gara del 1976. James Simon Wallis Hunt diventa campione del mondo per la prima e unica volta in carriera.

UNA PARABOLA DISCENDENTE FINO ALLA MORTE DI JAMES HUNT

Poi, da qui, inizia una parabola discendente che non cambia più. Nel 1977, con il numero uno sulla McLaren vince ancora tre Gran Premi, tra cui l’ultimo in Giappone, mentre nel 1978 le cose precipitano irrimediabilmente. Per il 1979 si accasa alla scuderia del miliardario canadese Walter Wolf, ma ormai gli stimoli sono finiti. Dopo il Gran Premio di Monaco, là dove tutto era iniziato solo sei anni prima, disse definitivamente addio al Circus come pilota. Da campione del mondo.

La sua vita continua passando da un eccesso all’altro, tra sigarette, alcool e donne. Nel 1980, dopo aver fallito come agricoltore (cosa che gli costa gran parte del patrimonio) diventa, con il tempo, un ottimo opinionista, serio e molto ben considerato dalla critica, tanto da restare per alcuni anni al servizio della prima rete britannica come voce dei Gran Premi.

La sua vita sembra assestarsi. Si sposa una seconda volta, legandosi molto ai figli che ne derivano. Poi, a un passo dal terzo matrimonio, a soli 45 anni James muore per un arresto cardiaco nella sua casa di Londra il 15 giugno 1993.

La sua carriera, seppur breve, ha saputo regalare a molti una finestra sulla Formula 1. A regalo stupendi duelli con il rivale numero uno, Niki Lauda e ha saputo infiammare le folle con il suo fare pirotecnico e fuori le righe. Chissà, chissà cosa avrebbe potuto fare davvero con uno spirito più sereno e tranquillo. Forse, non sarebbe stato James Hunt.

Francesco Frosini

Leave a Reply

Your email address will not be published.