MONDO- Oggi sarebbe il compleanno di Kobe Bryant, leggenda della pallacanestro che giocò in Italia per poi affermarsi nell’NBA internazionale.
Kobe Bryant, una persona che non ha mai fatto smettere di sognare e ha contribuito alla creazione dei sogni di tanti giovani che non ci credevano abbastanza.
Primi passi verso il basket, e l’Italia
Kobe è nato il 23 agosto del 1978, figlio di Joe Bryant che giocò in diverse squadre italiane, portando quindi Kobe a crescere in Italia per seguire la carriera del padre.
Ovviamente non c’è da dire che Kobe prenderà anche le orme del padre, infatti tra il 1984 e il 1991 passò da Rieti a Reggio Calabria, per poi finire a Pistoia e Reggio Emilia.
Tornato in America e non ancora compiuti i 18 anni, Bryant si dichiara eleggibile per il Draft Nba (evento annuale attraverso il quale trenta squadre selezionano i 60 migliori giocatori in arrivo da campionati o dai college).
A sceglierlo con il numero 13 sono i Charlotte Hornets, che lo cederanno poi ai Los Angeles Lakers.
Lakers, quando Kobe non è più solo un nome
Con i Lakers, Kobe diventa un nome che non si dimenticherà mai. Infatti, durante la prima stagione con i giallo-viola, totalizza più di sette punti di media a partita.
E non solo, nella stagione successiva totalizza addirittura raddoppia addirittura, con più di 15 punti di media a partita. Il suo nome inizia a farsi sentire tra la folla, e verrà inserito nel quintetto base dell’All Star Game diventando il più giovane titolare di sempre.
Finito l’anno, Kobe viene eletto secondo miglior sesto uomo dell’anno e infine, titolare del quintetto dei Lakers.
Anni 2000
Dal 2000 al 2002 i Lakers vincono tre titoli Nba con l’allenatore Phil Jackson.
Nel 2003, vedono invece la sconfitta contro i San Antonio.
Nel frattempo Kobe viene accusato per una causa di stupro, con la denuncia successivamente ritirata dalla ragazza. Questo chiaramente lo porterà al centro dell’attenzione mediatica che vedrà molti marchi famosi interrompere i rapporti di collaborazione con lui.
Tornato a concentrarsi sul campo, Kobe rinnova il contratto con i Lakers per altri sette anni, per una cifra complessiva di poco meno di 140 milioni di dollari.
E’ nel 2006 che Kobe segna ottantuno punti, nella vittoria stratosferica con i Toronto Raptors, 122-104 secondo miglior punteggio di sempre in un match Nba.
Nel 2007, Kobe diventa il quarto giocatore nella storia della pallacanestro a segnare in tre partite di seguito almeno 50 punti, dopo Michael Jordan, Wilt Chamberlain ed Elgin Baylor.
Partecipa due volte alle Olimpiadi a Pechino nel 2008 e a Londra nel 2012, conquistando entrambe le volte l’oro.
Verso il ritiro
Nel dicembre del 2012, nel match vinto contro i New Orleans Hornets, tocca i 30 mila punti in Nba, diventando il più giovane di sempre a raggiungere tale traguardo.
Pochi mesi dopo subisce un grave infortunio al tendine d’achille piuttosto grave, ritrovandosi dunque a dover fare una pausa.
Dopo però un ritorno in campo e la conquista della terza posizione nella graduatoria dei realizzatori di tutti i tempi, nel 2015, si ritira.
Gioca il suo ultimo match il 13 aprile del 2016, segnando sessanta punti contro gli Utah Jazz.
La tragica morte
Il 26 gennaio 2020 a Calabasas, muore Kobe Bryant. Un tragico incidente d’elicottero porta via il Black Mamba e altre nove persone, tra queste la figlia tredicenne Gianna (avuta con la moglie Vanessa).
Quel giorno si porta via 9 persone, segnando una data triste e difficile da ricordare.
La memoria
Kobe viene ricordato in tutto il mondo. A Reggio Emilia, una piazza dedicata a lui e a Gianna, proprio vicino al PalaBigi dove giocava le sue partite.
Sempre in loro onore, una statua di bronzo a Calabasas, California che raffigura proprio Kobe e Gianna insieme.
E infine non si può dimenticare il meraviglioso e toccante discorso di Vanessa Bryant, moglie di Kobe e madre di Gianna. Memorial organizzato allo Staples Center, che vede questa incredibile donna parlare per venti minuti con amore di Kobe e Gianna, ricordando la loro vita e le loro avventure tra lacrime e sorrisi.
Per sempre Kobe
Il giorno del compleanno di Kobe si deve ricordare la sua tenacia, la sua professionalità e il suo spirito. Sapeva arrivare dritto ai suoi obiettivi, con determinazione. E quindi, non resta che dire tanti auguri Kobe Bryant, per sempre Black Mamba.
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