Addio a Richard Serra: l’arte in grande

Addio a Richard Serra: l’arte in grande

MONDO – Addio a Richard Serra. Noto in tutto il mondo per le sue opere scultoree monumentali e immersive, l’artista californiano è morto all’età di 85 anni il 26 marzo scorso.

Addio a Richard Serra, il grande artista è morto a 85 anni. Se ne va uno dei più importanti e innovativi scultori della seconda metà del XX secolo. E’ morto nella sua casa di Orient, nello stato di New York. L’annuncio della scomparsa, come riferisce il “New York Times”, è stato dato dal suo avvocato, John Silberman, che ha rivelato che la causa del decesso è stata una polmonite. Autore di opere di grandi dimensioni, interprete di un’arte in grande, fatta di blocchi monumentali, pareti inclinate di acciaio arrugginito e altre opere in ferro e piombo, ellissi e spirali, inserite spesso in contesti paesaggistici e architettonici site-specific.

Opere da attraversare, aggirare, vivere. Le sculture di Serra fanno pensare a templi antichi, ai siti immersi in una profonda sacralità. Ma ci sono opere inserite nel contesto urbano, come a Place de la Concorde a Parigi o a Brookside a Londra. In Italia nel 2003, Serra realizzò “Naples” per piazza del Plebiscito a Napoli, una spirale in fogli d’acciaio oggi conservata al Museo Guggenheim di Bilbao, dove è conservata l’opera “La materia del tempo”, realizzata con 1.034 tonnellate di acciaio ossidato.

Intersection by Richard Serra in Basel

Il mito di Richard Serra

Nato a San Francisco nel 1939, dopo gli studi all’Università di Santa Barbara, frequenta l’Università di Yale. Nella metà degli anni sessanta si divide tra Roma e Parigi, respirando il clima della Pop Art e dell’Arte Povera. Proprio a Roma, nel 1966, espone per la prima volta alla galleria “La Salita” una serie di gabbie contenenti animali vivi e impagliati. Poi tra il 1967 e il 1969, si stabilisce definitivamente a New York dove si concentra su un maggior rigore formale, indagando le potenzialità espressive offerte dalla materia. Realizza opere in gomma, legno, piombo, fibra di vetro, neon, acciaio e pietra. Ma è nell’indagine dell’interazione tra spazio e volume che Serra riesce a sviluppare il suo percorso creativo, con l’obiettivo d’instaurare un rapporto, talvolta di forte contrasto, tra l’opera d’arte e l’ambiente.

Sono anni di intensi contatti e scambi, in cui alla pratica scultorea Serra alterna la realizzazione di video d’impronta avanguardistica. È il 1970 quando installa nella 183ª strada del Bronx la prima opera site-specific. Da quel momento si impone il suo inconfondibile stile che è stato consacrato in importanti musei tra cui: Musée National d’Art Moderne di Parigi (1984), MoMA di New York (1986), Reina Sofía di Madrid (1992), Guggenheim di New York (2007).

Addio a Richard Serra
Richard-Serra

I punti fermi dell’artista sono l’economia formale, la semplicità e il rigore, senza mai scendere a compromessi con il sistema dell’arte, con la moda e con lo spettacolo. Guidato da una vocazione antimoderna. Serra ha guardato indietro, a mondi antichi e arcaici. E’ stato il suo modo di reagire a un’arte e a un mondo dominato dall’effimero. Le sue sculture sono fatte per essere percorse, abitate. Sollecitano spostamenti, esplorazioni, torsioni, evocano angosce ma anche meraviglie, puntano ad un solo scopo: uscire dal tempo.

Alex D'Alessandro
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