Aldo Sisillo, l’incontro al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena

Aldo Sisillo, l’incontro al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena

MODENA – Incontro con il maestro Aldo Sisillo al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena. La nostra intervista al leggendario maestro e direttore d’orchestra.

Aggiungiamo un altro tassello al ricco mosaico della musica in Emilia Romagna. Dopo gli incontri con Maddalena da Lisca sovrintendente e anche direttore artistico del Bologna Festival, con Fulvio Macciardi sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna e con Guido Giannuzzi presidente della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, è la volta di Aldo Sisillo da più di venti anni direttore generale e direttore artistico della Fondazione Teatro Comunale di Modena.

Con troppa superficialità si potrebbe pensare che lavorare nel modo dello spettacolo dal vivo, teatro, musica, danza, non sia un vero lavoro. Questo perché paiono prevalere gli aspetti di divertimento e amenità. Ovviamente non è così (o solo così): riuscire a realizzare un progetto teatrale e musicale bisogna davvero combattere con tanti veri problemi pratici primi fra tutti i soldi e poi i soldi e poi i soldi.

Aldo Sisillo

L’eccellenza di Aldo Sisillo

Aldo Sisillo oltre ad essere un interprete in piena attività, ha appena diretto con successo Così fan tutte al Teatro di Pisa, è da più di venti anni direttore organizzativo e artistico della Fondazione Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, che amorevolmente e armoniosamente cura assieme ai suoi collaboratori. La conoscenza profonda dell’argomento dall’interno come musicista lo porta a ponderare tutte le difficoltà di realizzazione. Idee chiare e precise, un modo calmo di fare ce lo fa immaginare ottimo mediatore sul lavoro di squadra.

Aldo Sisillo MyWhere
Aldo Sisillo

E poi l’entusiasmo di percorrere nuove strade, diversi progetti, visioni innovative, il tutto però sempre con concretezza. Sfogliare la cartella di presentazione delle attività annuale del Comunale di Modena rivela un ricco e composito programma. Ben 9 titoli lirici tra cui una nuova commissione voluta dal Teatro stesso, 13 concerti, 11 spettacoli di danza e 3 musical. Un cartellone degno di una Fondazione Lirico Sinfonica (“i magnifici 14” Enti Lirici nazionali di una volta).

L’intervista a Aldo Sisillo

Sono diversi anni che noi commissioniamo un’opera piccola, di durata compatibile con gli attuali tempi di percezione (un’oretta). Cerchiamo i migliori compositori di oggi, quelli che hanno digerito tutto compreso il rock e l’operetta, il jazz e il musical. I compositori capaci di utilizzare tutti i tipi di linguaggio. Finalmente oggi la musica contemporanea non è più costretta da barriere ideologiche che la facevano sottostare ad una rigida cappa cui ci si doveva adeguare, perché quello che poteva fregiarsi di essere considerato a pieno e unico titolo ‘musicista contemporaneo’ lo decideva Luigi Nono, Casa Ricordi, Marcello Abbado.

Adesso si può permettere una forma più variegata e senza limiti. Invece per una trentina d’anni, dagli anni Sessanta agli anni Novanta, in Italia la rigidità linguistica (il metodo era più importante dei suoni che venivano prodotti, diceva Franco Donatoni), aveva allontanato il pubblico dalla musica contemporanea. Poi negli anni Novanta giunse una lettera firmata da tre giovani compositori, Marco Tutino, Lorenzo Ferrero e Giampaolo Testoni. Una missiva indirizzata ai maestri italiani del post-webernismo, della post-scuola di Vienna, in cui dichiaravano che loro volevano essere liberi di usare anche l’accordo consonante e che erano stufi dell’avanguardia.

Teatro Comunale Modena

Come si fa ad interessare nuovo pubblico, giovane all’opera e ai concerti di musica classica?

Oltre ad esserci un “banale” problema di costo del biglietto, penso che sia assolutamente necessario un percorso di avvicinamento che parte senz’altro dall’abitudine in famiglia, poi dall’educazione infantile per i cori e la musica. Non credo che un diciottenne del tutto ignaro che assista per la prima volta ad uno spettacolo lirico se ne appassioni. Anzi penso che si possa prendere paura e non tornare mai più. Noi proponiamo ai giovani un percorso che passa dagli incontri col regista, dalle prove in sala per arrivare alla recita. La prova generale preferisco dedicarla alle associazioni di anziani che trovano più comode le pomeridiane, e al personale sanitario delle Asl, come segno di riconoscenza per il loro impegno durante l’emergenza covid.

Mi sembra che la musica barocca abbia più presa sui giovani ascoltatori. Sarà per le sue intrinseche qualità come il ritmo, il virtuosismo strumentale e vocale, la ripetitività dello stesso modello, l’uso magistrale della fuga e del contrappunto.

I nuovi modi esecutivi della musica barocca sono più facilmente comprensibili. Spesso poi è associata alla danza contemporanea amata dai giovani e giovanissimi. Assieme a Lipsia e Lione stiamo organizzando un “Progetto Bach” per rendere la musica classica più interattiva e accessibile per il pubblico proprio facendo leva sul particolare rapporto fra musica e danza di oggi: Hip Hop Baroque un connubio che funziona.

Aldo Sisillo
Don Carlo

Meritoriamente Aldo Sisillo sta aprendo le porte del teatro anche ad un pubblico altro.

Oltre ovviamente alle iniziative rivolte a tutte le scuole dell’obbligo, cerchiamo nuovi spettatori anche tra le comunità di stranieri che vivono a Modena, e che sono tanti, il 12% della cittadinanza. Organizziamo incontri di conoscenza di questi gruppi di africani, ucraine, polacche, latinoamericani, famiglie miste che si raccontano e fanno musica e canto secondo le loro tradizioni. Cerchiamo di creare un legame che poi li porti a vedere i nostri spettacoli. In estate portiamo spettacoli e concerti in Appennino, a Fanano, Montecreto, Sestola per cercare di creare prima la curiosità poi l’abitudine di venire a Teatro.

Mi fa tornare alla memoria i lontani tempi del “decentramento culturale” voluto da Carlo Maria Badini a Bologna.

E ricordiamo che a quei tempi, gli anni Settanta, il pubblico non mancava affatto anzi. La visione di Badini però era profeticamente rivolta al futuro per coltivarsi il pubblico di domani. Era tale all’epoca l’interesse verso l’opera che al Comunale di Bologna le repliche di un titolo di repertorio era solitamente di dieci serate, e addirittura vennero fatte sette recite di Wozeck. Oggi abbiamo tutt’altri numeri.

Aldo Sisillo
Turandot

Lustro del Teatro di Modena da anni è la stagione di danza che ospita quest’anno una dozzina di spettacoli di balletto classico e di danza contemporanea.

Incredibilmente oggi si fa fatica a trovare compagnie di balletto classico, bisogna dire che il contemporaneo è riuscito a prendere il sopravvento. Poi purtroppo le compagnie russe eccelse nel classico, vista la tragica situazione di ora non possono arrivare da noi.

La vostra attività soprattutto operistica si realizza attraverso la collaborazione tra teatri che per fortuna abbondano in Regione e nelle vicinanze.

Da soli non potremmo fare nulla, e poi è una scelta obbligata non avendo noi orchestra e coro stabili. Più coproduciamo e meglio è. I tanti titoli a stagione che riusciamo a presentare li dobbiamo al lavoro di molte forze diverse, anche per l’allestimento. Coprodurre uno spettacolo vuol dire mettersi d’accordo, faccenda spinosa e lunga, che richiede capacità di mediazione e pazienza. Ciò perché ognuna delle belle realtà teatrali della nostra regione ha la sua propria caratteristica che deve essere valorizzata per la buona riuscita della realizzazione.

Don Carlo

Da Piacenza a Rimini passando da Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna e Bologna sono tanti anni che si coproduce e bene. Infatti la maggior produzione di opere dell’Italia è proprio in Emilia Romagna, ma la distribuzione dei fondi statali, FUS, localizzandosi proprio più al nord provoca malumori nazionali. Ma non è certo una colpa dell’Emilia Romagna, semmai un merito. Come sempre il vero problema sono i soldi: il Comune di Modena da dieci anni ci sovvenziona con la stessa cifra. Il Ministero quest’anno taglia tutto il settore musica (i teatri di Tradizione) tranne per le 14 Fondazioni Lirico Sinfoniche. Trovare sponsor privati, oltre la Fondazione bancaria, a Modena è sempre stato difficile. Questo forse perché è gente concreta che oggi preferisce impegnarsi nel food e nella motor valley, oltre che alle attività sociali e allo sport.

L’importanza del teatro Comunale di Modena

L’attività del Teatro Comunale Pavarotti-Freni ci dimostra quante belle cose si possono fare in un teatro storico, persino rendere accessibile l’opera a tutti. In particolare ai disabili uditivi e visivi che con un training multisensoriale appositamente studiato sono accompagnati a scoprire l’opera in scena e dietro le quinte e aiutati da audio descrizione e soprattitoli e da esperienze tattili.

Ma non si può parlare di musica lirica a Modena senza ricordare solo i più recenti grandi protagonisti del mondo lirico italiano ed internazionale. Incominciando da Mirella Freni fino a Luciano Pavarotti passando per Raina Kabaivanska e Leone Magera. Una vera e propria vocazione per il canto lirico che ha radici profonde e antiche, e che il Teatro Comunale coltiva anche formando e promuovendo nuovi talenti. Così è nata Modena Belcanto Festival, Masterclass di alto livello per coltivare i giovani cantanti attraverso diverse tecniche vocali. Iniziativa dal repertorio barocco a quello popolare e contemporaneo, e ovviamente la grande pagina del repertorio operistico romantico.

Silvia Camerini Maj

One Response to "Aldo Sisillo, l’incontro al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena"

  1. Federico Grilli
    Federico   6 Aprile 2024 at 10:42

    Il Teatro Comunale di Modena, sotto la direzione del maestro Aldo Sisillo, è diventato “oggettivamente” il miglior teatro dell’Emilia Romagna

    Rispondi

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