The Damned di Minervini: la sua idea di guerra a Cannes 2024

The Damned di Minervini: la sua idea di guerra a Cannes 2024

CANNES – Al 77esimo Festival di Cannes, tra i vari film, ecco The Damned di Roberto Minervini. Uno dei capolavori del regista italiano che racconta una storia di guerra e non solo.

E’ già nelle sale dei cinema italiani, presentato ufficialmente in questi giorni al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard. The Damned di Roberto Minervini ha riscosso consensi, applausi e l’attenzione della stampa americana che ha sottolineato come si tratti di un’opera che riesce a raccontare la guerra in un modo diverso. Si tratta del primo film di finzione del regista 54enne marchigiano, che vive ormai da anni negli Stati Uniti. Minervini ha realizzato diversi documentari che hanno ottenuto riconoscimenti a livello internazionale, in cui ha messo sotto la lente la realtà americana in modo intelligente ed emblematico.

Da Ferma il tuo cuore in affanno, a Louisiana, dove ha affrontato il tema della dipendenza dalle droghe, fino al suo lavoro più complesso Che fare quando il mondo è in fiamme? presentato a Venezia 75, dove il regista accende i riflettori sulla condizione della comunità afro-americana. Per questa sua quarta volta al Festival di Cannes, Minervini ha costruito un film potente, profondamente simbolico e di grande attualità, nonostante sia ambientato nell’America del 1862, durante la Guerra di Secessione.

The Damned la trama

In pieno inverno, un gruppo di volontari dell’esercito degli Stati Uniti viene inviato a presidiare le terre del lontano e selvaggio Ovest. Il film si concentra sul viaggio di questi giovani soldati: chi sono? cosa significa per loro combattere? Man mano che l’inverno si fa più duro e le scorte si esauriscono, i loro ideali patriottici cominciano a vacillare. Si interrogano sulla fede, la famiglia e la patria stessa. Minervini non mostra scontri di guerra, nemmeno i personaggi hanno nomi, rappresentano i soldati di tutte le guerre, i dannati di tutti i conflitti.

The Damned Minervini
The Damned Minervini, scena del film

Il tentativo ultimo dell’autore è quello di riscrivere la guerra come viene rappresentata al cinema, come ha raccontato lui stesso nel presentare il film: La guerra, al cinema è stata caratterizzata da un’immagine molto muscolare della mascolinità. Erano tematiche che mi interessavano particolarmente e così mi sono riproposto di iniziare un percorso. Un percorso che mi portasse per certi versi a riscrivere la guerra al cinema.Con questa ultima opera Minervini ha saputo mettere a frutto concretamente anche la sua esperienza da documentarista, nel modo in cui ha saputo scavare nelle fragilità, nei sogni e le illusioni dei suoi personaggi, che si confrontano su senso della guerra, sulla morte e la sopravvivenza.

Il senso del film

Questi uomini stremati dal freddo e impauriti, rimandano ai soldati delle guerre attuali, dall’Ucraina a Gaza.Dopo molti film nati in quello spazio ibrido che è il ‘documentario di creazione’, I Dannati rappresenta per me una sfida nuova: un film di finzione, storico, in costume, senza sacrificare il realismo, l’immediatezza e l’intimità dei miei lavori precedenti, ha detto Minervini in conferenza stampa al Festival di Cannes. Aggiungendo di aver utilizzato anche l’improvvisazione per realizzare alcune scene del film. Anche il suono e la fotografia contribuiscono a raccontare la guerra nel modo più universale e trasversale possibile.

The Damned Minervini scena film

Così come è molto prezioso il lavoro sul territorio fatto in passato dal regista, che ha avuto modo di incontrare vari reduci di guerra americani. Molti di loro sono mercenari che si erano arruolati per denaro, senza interessarsi e comprendere davvero le cause della guerra.Un’esperienza che lo ha spinto a realizzare questo film, in cui, come avverte lo stesso regista:La guerra è uno scontro senza parole, dalle grida mute, in cui rimane solo l’eco degli spari, che parte dai moschetti dell’800 e arriva ai fucili automatici dei nostri giorni”.

Alex D'Alessandro

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