Intervista a Vito e a Claudia Penoni

Intervista a Vito e a Claudia Penoni

Com’è nato questo incontro con la psicoanalisi? E come mai questa scelta di portare questo personaggio che è un po’ una summa di tutti i personaggi eccentrici che hai già interpretato ?
Vito: Mah, io non ho mai avuto nessun tipo d’incontro con la psicoanalisi perché sono convinto che un attore non può andare in psicoanalisi, perché non farebbe più l’attore, perché… l’attore ha senso se è matto perché se non è matto farebbe l’impiegato di banca o qualcos’altro. Io sconsiglio a tutti gli attori di fare della psicoanalisi quindi… è una cosa nuova che mi è capitata… e quindi mi ci sono buttato dentro divertendomi molto, io i miei privati drammi sociali e psichiatrici, li sviluppo sul palco tutte le sere, e mi pagano per questo… è una cosa straordinariamente giusta… e quindi, no… faccio oddio 7 o 8, personaggi, esorcizzo tanti lati oscuri… ma appunto perché era una cosa che io non avevo mai toccato… risulta molto… bella, divertente, appunto, perché è un a cosa nuova e come tutte le cose nuove ti dà quel brio insomma, e ci metti dentro tutto un entusiasmo, appunto perché è una cosa nuova, che non hai mai fatto…

 Il personaggio che ti piace di più, fra questi?
Vito: Be’ tu lo vedrai… è sicuramente Batman.

Ci stavo pensando anch’io, è quello che promette bene…
Vito
: Eh sì. Perché sono i fumetti che prendono vita, però è improbabile che io sia Batman però alla fine si capirà, che invece è molto probabile che io sia Batman…

Quindi una sorta di tuo alter ego, mettiamola così.
Vito
: Sì, sì…

IMG_7166E invece tu sei impegnata nel ruolo della psicanalista, un ruolo non semplice dato il paziente.
Claudia: No perché davvero c’è da diventare pazzi a star dietro a un paziente come il signor Bonetti, infatti c’è una frase che lei dirà ad un certo punto… si può dire perché non si svela niente: “Sono io adesso ad aver bisogno di analisi” perché la fa (Bonetti) diventare matta: lei è brava e preparata, si intuisce che è una dottoressa che da diverso tempo pratica questo mestiere, però con lui è davvero in grosse difficoltà!

Ebbè ma succede nella realtà, in quest’ambito?
Vito: Sìììì, ho tanti amici psichiatri che vanno a loro volta… vanno a scaricare la valvola! Ehm? Come quando scarichi l’acqua nei termosifoni perché c’è l’aria dentro e fffffffff… dopo riprende a scaldare un’altra volta.

Ecco il tecnico che salta fuori, meraviglioso! Un’ultima domanda: è meglio il teatro o è meglio la cucina, che cosa è meglio?
E’ meglio la cucina sul palcoscenico, sarebbe…. ma ci stiamo arrivando! Il top è proprio cucinare sul palcoscenico. Ma ci stiamo arrivando, ci stiamo arrivando! Già io in “Se perdo te”, il ragù lo cucinavo, sul palcoscenico, e, infatti, si sentiva l’odore di cipolla (…) e quindi ci saranno…tra un po’ ci sarà, ci sarà proprio!

In attesa, allora, che questo ammaliante progetto gastronomico-teatrale possa un giorno prendere vita, non mi resta che attendere di vedere – nel frattempo – cosa il Signor Bonetti e la Dottoressa Galeotti sapranno imbastire sul palcoscenico, fra poco.

Daniela Ferro

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