La via del successo – tre interpreti d’eccezione, all’Europauditorium.

La via del successo – tre interpreti d’eccezione,  all’Europauditorium.

Il 28 e il 29 aprile un trio d’eccezione porta al Teatro EuropAuditorium il musical La Via del Successo-Dreamsisters che prende ispirazione dalla storia di un’intramontabile band del panorama della musica internazionale in auge negli anni ’60, The Supremes.
Il musical vede protagoniste tre interpreti d’eccezione Sherrita Duran, Lucy Campeti e Francesca Haicha Touré che con straordinarie capacità canore interpreteranno 26 brani tra cui “Joyful joyful”, “Respect” e “Think”. The Supremes, Aretha Franklin, Tina Turner, James Brown e le Dreamgirls saranno riproposti sul palcoscenico in chiave moderna e con una robusta dose di r&b, soul e pop. I brani che hanno fatto la storia della musica verranno non solo interpretatati ma anche danzati da 6 ballerini e orchestrati dal vivo dal M° Maro Tiso; a essere trasmesso in scena sarà un contagioso entusiasmo grazie al talento degli artisti e  all’eccentrico allestimento scenico e dei costumi.
Karen, Mary e Frenchie, le tre protagoniste del musical, fanno parte dello stesso gruppo di studi della Detroit Art School. Il loro sogno è quello di mettere in scena uno spettacolo musicale. Riusciranno a strappare un appuntamento a un importante manager che promuoverà un loro concerto nel prestigioso Saint James Theatre di New York. Da quel momento l’ascesa verso il successo sarà inarrestabile.

Lucy Campeti è una vera professionista della musica gospel, soul e Rythm & Blues, essendo imbibita in questi generi praticamente da sempre; musicista con un formazione pianistica alle spalle, vincitrice di concorsi ha al suo attivo un ragguardevole numero di collaborazioni con tanti artisti, tutti di rilievo (Concato, Branduardi, de Gregori solo per fare alcuni nomi) nonché  parecchie partecipazioni a vari programmi televisivi, ma soprattutto è stato presso le tantissime rassegne e festival jazz di grande importanza, che ha fatto sentire la sua voce e non solo in senso metaforico: insomma un curriculum sostanzioso e davvero inarrestabile, il suo!
Ho modo di intervistarla proprio a ridosso del debutto dello spettacolo che la vedrà protagonista sul palcoscenico dell’Europauditorium assieme alle altre due “sisters”: Sherrita Duran e Francesca Haicha Touré.  Lo spettacolo si ispira alla storia del fortunatissimo gruppo The Supremes, attivissimo durante gli anni ’60 e ‘70 fra le cui componenti c’era nientemeno che Diana Ross.  Sarà questa un’occasione ottima per riascoltare brani che hanno contribuito alla storia della musica moderna, qui arrangiati e riproposti  dal M.° Marco Tiso che dirigerà l’ottima orchestra dal vivo,   la presenza importantissima poi, in scena di sei bravi ballerini, completeranno il tutto.

TheSisters-LucyCampeti

Nessuno meglio di te può parlarci della parte che tu affronterai domani sera e dello spettacolo, ti lascio quindi carta “bianchissima”  per raccontarlo.

 Sicuramente come dicevi tu lo spettacolo è ispirato a Diana Ross e il suo team, però non è esattamente e storicamente la loro carriera, diciamo  che Tiziana D’Anella – l’autrice del nostro testo – si è ispirata a loro per metter su questo  spettacolo strutturato come il classico musical americano, ma è stato studiato per mettere in risalto la musica.  Quindi la gran parte dello spettacolo è musicale: abbiamo un’orchestra di 12 elementi diretta dal M° Marco Tiso, quindi anche visivamente è un gran bel colpo d’occhio, ci siamo noi tre: io, Sherrita Duran e Francesca Touré, sono in scena con noi anche Martina Gatto che è il nostro jolly perché interpreta vari personaggi, c’è Jean Michel Danquin che è anche il nostro coreografo sia nostro che dei 4 ballerini che sono in scena, Will Weldon  Roberson, un   performer e  cantante di grande bravura,  chi  parteciperà con noi allo spettacolo lo vedrà in opera anche nel pubblico è uno che coinvolge tantissimo, e lui interpreterà colui che è l’artefice del nostro successo, il nostro manager.  Scenicamente lo spettacolo è molto bello perché abbiamo un allestimento molto sfarzoso.  Per noi  è stato molto duro entrare   nei personaggi, perché musicalmente sono un’ispirazione per molti di noi che facciamo questo lavoro però sono anche state un’icona di classe, erano donne molto chic; forse noi siamo arrivate in un periodo storico dove noi donne siamo molto simili ai maschietti per questioni di lavoro, comunque sia, la donna si è emancipata sotto tanti punti di vista però forse abbiamo perso di vista la nostra femminilità, in quel senso e quindi ci  siamo dovute rimettere a studiare come si fa ad essere delle “femminucce di classe”!

 Però non dovresti dire “femminucce di classe” perché se no svilisci il tutto! Se tu calcoli che loro sono state delle ottime concorrenti dei “quattro maschietti”di Liverpool, i Beatles,  a questo punto il discorso un po’ cambia.  

Assolutamente!

Mi parli un po’ del tuo personaggio, tu che cosa fai sulla scena?

Io sulla scena sono Mary, sono una di queste tre ragazze che stanno facendo  un percorso di studi musicali-artistici  a Detroit che però hanno un sogno grande: quello di mettere su uno spettacolo musicale  insieme, ma si ritrovano – a inizio spettacolo – a farsi coraggio l’una con l’altra, perché si ritrovano ad avere dei momenti di sconforto,  come accade nei percorsi artistici, alla fine una di noi arriva raccontandoci che ha avuto la fortuna di avere un incontro con un grandissimo manager, che è questo  Martin Thomas, il nostro William Roberson. Fondamentalmente Mary è una che cerca di motivare le altre soprattutto che crede come le altre, in questo progetto: che ci voglia passione, ma anche fatica e si fa coinvolgere.
Mary l’ho interpretata sia  come il regista Enzo Sanny mi ha indicato di leggerla, ma l’ho anche letta  in base anche al mio carattere: ho immaginato  questa ragazza simpatica,  però è anche un po’ impacciata, va all’appuntamento e cerca da subito di proporsi al primo appuntamento, però viene messa subito all’angolo: “Ma Lei chi è? Aspetti un attimo!”
Diciamo che lo  spettacolo è molto coinvolgente dal punto di vista musicale e anche visivo: abbiamo un allestimento scenico molto sfavillante, abbiamo le luci di  Massimo Tomasino che è un bravissimo Light Designer, che lavora con tutto il mondo; Paolo Grossi per quanto riguarda l’audio, come ti dicevo l’orchestra diretta da Marco Tiso, grande arrangiatore e direttore, e una bravissima orchestra.
Abbiamo dei costumi bellissimi di Martina Piezzo che ci aiutano molto a entrare nei personaggi, a farci sentire dive a farci diventare bellissime! Poi la cosa bella che vediamo con grandissimo piacere è che tutto ciò coinvolge tantissimo il nostro pubblico, abbiamo avuto appuntamenti nei quali la gente è salita spontaneamente sul palco a ballare e a cantare con noi sul finale; è stato davvero emozionante, uno scambio che ti   fa davvero capire molto quanto valga la pena sudare, per fare questo mestiere!

Dal punto di vista vocale, questo ruolo ti ha creato delle difficoltà, è nelle tue corde, ti ha fatto sentire bene interpretarlo?

Ma guarda, sicuramente – io penso  di parlare anche per le mie colleghe – è sicuramente nelle nostre corde, perché veniamo dal  soul, dal gospel…

Che è poi quello tradizionale: nella Black Music, il passaggio era obbligato, visto che tutte le grandi interpreti sia Aretha Franklin, Ella Fitzgerald e tantissime altre avevano iniziato proprio cantando in chiesa!

In realtà siamo all’interno di uno spettacolo in cui la musica è centrale e quindi noi dobbiamo essere sempre su di morale e su di voce, ballando e cantando insieme ogni tanto c’è un po’ di stress, però lo gestiamo bene! Ho grande stima delle mie colleghe, con l’orchestra che abbiamo dietro è impossibile non cantare  bene!

Pare  proprio che ci sia un grande gioco di squadra, per queste spettacolari “Sisters”, allora mettiamoci in coda per i biglietti!

 

Daniela Ferro

Leave a Reply

Your email address will not be published.