Game Therapy da terapia…di gruppo!

Alla Festa del Cinema di Roma è stato presentato (purtroppo) il film Game Therapy. Ho messo tra parentesi la parola “purtroppo”, perchè non riesco a nascondere il mio sconcerto. Andiamo per gradi. Poco prima delle 16, le zone limitrofe al red carpet, sono state letteralmente invase da folle di ragazzine e ragazzini urlanti. Perfino dentro la sala, a proiezione iniziata le urla non si placavano. La motivazione era appunto la presentazione del suddetto film, che vede come protagonisti tutti i più famosi youtubers del momento. Chi sono gli youtubers? Sono in genere ragazzi che possiedono un canale You Tube dove postano video, con un numero impressionante di visualizzazioni. In questo caso i soggetti sono Favij, Clapis, Leonardo Decarli e Zoda. Io non voglio aprire una digressione sul valore (per me dubbio) di ciò che producono in rete.

Game Therapy Game Therapy_3

Voglio (s)parlare del film “Game Therapy”, consapevole che potrò ricevere minacce da orde di 15enni impazziti. Posso annunciare che siamo sul livello di “Troppo Belli” e “Alex l’Ariete” in quanto a bassezza cinematografica. La trama sarebbe stata di per sè un’idea interessante quanto poco originale, ovvero fondere vita vera e realtà virtuale. I clichè abbondano, e i nerd non hanno nemmeno la loro rivincita, ma vengono presentati come sfigati oppressi e asociali. Le donne all’interno del film hanno un ruolo puramente di oggetto del desiderio, e non hanno alcuna funzione ai fini della storia. Inutile dire che la recitazione rasenta il terrificante. Qualcuno potrebbe dire: “vabbè ma loro mica sono attori!” e allora mi sorge spontaneo chiedermi perchè diavolo si trovano sul grande schermo nella Sala Sinopoli dell’Auditorium, ed in migliaia di sale cinematografiche italiane.

La risposta è semplice: i soldi lucrati sui ragazzini urlanti.

Non sono vecchio, ho ventitre anni, e anchio nell’adolescenza avevo un idolo che ha fatto gran parte della sua fortuna grazie al web, ovvero Maccio Capatonda. Anche lui ha fatto un film per il cinema, ma lo ha fatto più che decente, e di tutt’altro spessore. Per coloro che hanno in mente di andare in un cinema a vedere il film ho un solo consiglio dantesco: lasciate ogni speranza voi che entrate. Sinceramente mi preoccupa pensare che Paolo Sorrentino, Wes Anderson e Joel Coen non abbiano avuto folle urlanti ad attenderli sul red carpet.

Dov’erano gli adolescenti in quel momento?

Forse pure loro si erano persi in qualche realtà virtuale…

Edoardo Andreotti
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