Ciao: recensione del libro di Walter Veltroni dedicato al padre

Presentato all'auditorium il libro dedicato al padre scomparso quando Walter aveva solo un anno. Presente anche Giorgio Napolitano

ROMA – Una storia di famiglia. Una storia italiana del dopoguerra. O forse il romanzo della Rai degli inizi, che sarebbe poi diventata LA televisione italiana.

Tutto questo e altro ancora è il nuovo romanzo di Walter Veltroni, presentato mercoledì 4 novembre all’Auditorium di Roma e dedicato al padre Vittorio. Vittorio Veltroni è stato uno dei pionieri della Rai e capo dei radiocronisti tra i quali militavano i celeberrimi Nicolò Carosio, Nando Martellini e Roberto Bortoluzzi. Lo stesso Veltroni nasce come radiocronista sportivo diventando in seguito fondatore e direttore del primo Tg.

600 ospiti in Sala Petrassi, tra cui alcuni nomi che hanno fatto la storia della Rai come Pippo Baudo e Renzo Arbore, ma anche personaggi del mondo del cinema, della musica e della politica come Ettore Scola, Antonello Venditti, Bianca Berlinguer, Gigi Proietti, Massimo D’Alema, Gianni Letta, Giovanna Melandri e Giovanni Malagò.

Ci sono nomi forse ancora più illustri anche sul palco, a partire da Giorgio Napolitano, accolto da applausi scroscianti in sala perfettamente in forma e incisivo. Siede sul palco con Ezio Mauro, la direttrice della Rai Monica Maggioni e Massimo Gramellini, giornalista del quotidiano “La stampa” e editorialista nella trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa”.

Una presentazione a tratti commovente, a tratti anche divertente come ad esempio quando viene evocato in sala Silvio Berlusconi o quando Veltroni ricorda che Mike Buongiorno, anche lui scoperto in Rai da suo padre, riteneva quelli con Vittorio Veltroni e Berlusconi gli incontri più importanti della sua vita. Veltroni, scherzosamente,  nomina mai il cavaliere, utilizzando la stessa definizione che aveva usato in campagna elettorale nel 2008: “Il leader del principale schieramento avversario”.

Il nuovo libro di Walter Veltroni si intitola Ciao (editore Rizzoli) ed è un romanzo autobiografico. Racconta la storia di un orfano che cerca suo padre con tutta la determinazione possibile, tanto da decidere e riuscire a riportarlo in vita.

Il padre viene letteralmente resuscitato nel racconto, immaginando che una sera dell’ultima estate, rincasando il figlio sessantenne trovi ad aspettarlo il padre trentasettenne (Vittorio Veltroni morì a 37 anni per una leucemia fulminante quando Walter aveva appena un anno).

L’incontro tanto atteso restituisce al figlio tutti quei momenti, importanti o meno, solenni o quotidiani, che non ha potuto vivere a causa della morte del giovane padre.

Ciao non è soltanto un racconto autobiografico, ma costruisce anche un ragionamento di storia politica e di costume dell’Italia dal dopoguerra ad oggi. Inoltre, si rivolge a tutti coloro che hanno perso qualcuno lungo la loro strada e che sentono ancora il bisogno di un contatto, di un momento di confronto con la persona cara venuta a mancare.

Sono messe a fuoco le differenze tra le generazioni: “La generazione del dopoguerra, nonostante tutti i problemi che ha dovuto affrontare, viveva la ricostruzione “tutti insieme” e con una maggiore allegria rispetto a oggi. Questa allegria, questo entusiasmo si sta perdendo sempre di più, ha ricordato Veltroni nel suo intervento, sottolineando un altro aspetto fondamentale del suo libro, ovvero il valore della memoria: “Nel mio libro ho cercato di distinguere nostalgia e memoria, che spesso vengono confuse. Io non ho nostalgia del passato. Il passato era molto peggio di oggi. Pensiamo ai nostri nonni o ai nostri genitori, alle guerre mondiali, alla fame, al freddo, alla vita che durava meno. Non ho nostalgia neanche degli anni ‘70 e ‘80. Ma ho memoria di tutto ciò. La memoria è un’altra cosa. La memoria è uno strumento fondamentale. Dobbiamo stare attenti alla perdita del ricorso alla memoria o alla perdita del senso della storia. Il ricordo consente di giudicare, valutare, discernere e discriminare le cose giuste da quelle sbagliate. La memoria è un valore”.

 

Veltroni dice "Ciao" al padre

Paolo Riggio

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