Cinecittà si Mostra e riapre al pubblico: i nuovi allestimenti dedicati a Fellini, Masina, Manfredi e Pasolini

Cinecittà si Mostra e riapre al pubblico: i nuovi allestimenti dedicati a Fellini, Masina, Manfredi e Pasolini

MONDO – Gli studi di Cinecittà compiono 84 anni e si festeggiano anche i 10 anni di Cinecittà si Mostra. Siamo stati alla riapertura al pubblico per scoprire e raccontarvi tutte le iniziative dedicate e gli omaggi al grande cinema del 900 in programma. 

Oltre 3 mila pellicole girate, 47 Oscar e 90 candidature. Cinecittà, la fabbrica dei sogni e del cinema, compie oggi 84 anni. Non solo, dal 28 aprile, si festeggia negli studios capitolini il decimo compleanno di Cinecittà si Mostra (di cui vi avevo parlato diversi anni fa in quest’articolo), l’iniziativa culturale che valorizza patrimonio storico e architettonico degli Studi di Cinecittà, consentendo di visitare i Set e i percorsi espositivi. Tante le iniziative in programma che vogliamo mostrarvi dopo aver visitato gli studi, ma prima facciamo un passo indietro.

LA CASA DEL CINEMA SPEGNE 84 CANDELINE: I GRANDI FILM GIRATI A CINECITTA’

 

28 aprile 1937. Nella periferia di Roma, nel quartiere Quadraro, viene inaugurato un complesso di studi cinematografici. Si chiama Cinecittà e da lì a pochi anni sarebbe divenuto così importante da dare il nome all’intera zona.

La fabbrica dei sogni in questi anni ne ha viste e vissute tante. Creata dal regime fascista per valorizzare il cinema come strumento di propaganda, Cinecittà subito dopo la caduta di Mussolini si trasformò nel simbolo del cinema italiano nel periodo di maggior successo. Negli anni 50 e 60, le star di Hollywood la consideravano una seconda casa ed è proprio qui che hanno girato alcuni tra i più grandi capolavori del ‘900. Ettore Scola, Luchino Visconti, Federico Fellini per citare i decani nostrani, ma anche Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Orson Welles.

Dai registi ai film, vere gemme incastonate tra gli studi di Cinecittà. Da Quo Vadis? con Robert Taylor a Ben Hur con Charlton Heston, fino ad arrivare a Cleopatra con Liz Taylor, pellicole che ebbero il merito di risvegliare un cinema di genere tutto italiano che portò la produzione nazionale ad un vero e proprio rilancio.

La Golden Age di Cinecittà si interruppe negli anni ’80 anche se qualche acuto negli anni avvenire non si è certo fatto attendere, su tutti Gangs of New York di Martin Scorsese che valse il premio Oscar allo scenografo nostrano Dante Ferretti.

I 10 ANNI DI CINECITTA’ SI MOSTRA

foto MyWhere©

Per festeggiare il compleanno di Cinecittà e il decimo anniversario di Cinecittà si mostra, sarà possibile varcare di nuovo l’entrata di via Tuscolana 1055 per farsi incantare dal luogo dove i sogni del cinema prendono vita.

Le novità in programma sono molte, tutte volte a tributare la storia degli studios capitolini. A cominciare dalla nuova esposizione temporanea dedicata a 25 incredibili pezzi originali provenienti dai set di alcuni film di Federico Fellini, maestosi e barocchi elementi scenografici creati appositamente per arredare e arricchire le scene di film come La dolce vita (1960), Il Casanova (1976), La città delle donne (1980), Intervista (1987). Per la prima volta il pubblico potrà ammirare da vicino il Cristo redentore visto volare sotto a un elicottero nei cieli di Roma nell’incipit del film italiano più conosciuto al mondo, La dolce vita.

Di grande impatto anche tre enormi teste che ritraggono le attrici Joan Crawford, Greta Garbo e Marlene Dietrich realizzate per La città delle donne, così come un grande bassorilievo del volto di una donna ispirato all’antichità.

Da Il Casanova, film che valse a Danilo Donati, qui scenografo e costumista un Oscar per gli abiti di scena, il nucleo più nutrito di manufatti composto da 10 busti di cardinali ispirati alla scultura seicentesca, che compaiono insieme alle corazze nella sequenza della gara amorosa presso il palazzo di Lord Talou, insieme a una scultura di rinoceronte e a due corazze. E poi ancora un’imponente armatura per cavallo, l’effigie del Leone di San Marco simbolo di Venezia, la scultura di un uomo di cera oltre ad alcuni arredi come un camino e una vasca da bagno. Da Intervista, invece due splendidi torcieri intarsiati.

foto MyWhere©

Autori di queste meraviglie maestri artigiani e artisti del cinema come Gianni Gianese e Adriano De Angelis, capaci di lavorare gesso e vetroresina con una talento tale da simulare materiali quali bronzo, rame, porfido, marmo, celebrando così il gioco più affascinante del cinema quello della finzione.

Oggetto di una nuova catalogazione che permetterà ora alle sculture di essere valorizzate e restaurate, prima di essere collocate definitivamente nelle mostre o date in prestito ai musei, questi manufatti felliniani sono solo i più recenti ad essere annessi alla collezione di Istituto Luce Cinecittà di cui già fanno parte pezzi importantissimi recuperati e restaurati negli anni come Venusia, la slitta del film Ludwig, e diversi tra costumi ed elementi scenografici dal Pinocchio di e con Roberto Benigni.

IL TRIBUTO AL CINEMA ITALIANO DI CINECITTA’ SI MOSTRA

foto MyWhere©

La collezione legata a Fellini è visitabile da oggi, 28 aprile, all’interno del MIAC, il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema che dalla fine del 2019 arricchisce l’offerta museale targata Luce Cinecittà con un viaggio lungo 120 anni nella storia dello spettacolo italiano attraverso video-installazioni ed esperienze immersive.

Oltre sé stessa Cinecittà si Mostra vuole celebrare anche tre grandi nomi del cinema italiano di cui quest’anno cade il centenario dalla nascita: Giulietta Masina, Alida Valli e Nino Manfredi che ricorda esponendo costumi unici e ricercatissimi a loro volta omaggio al lavoro di costumisti di primo piano. È anche grazie alla genialità e alla creatività di nomi come Danilo Donati (due Oscar), Piero Gherardi (due Oscar), Piero Tosi (Oscar alla carriera) Marcel Escoffier, e Lucia Mirisola se ancora oggi le maestranze italiane del cinema godono di una straordinaria reputazione internazionale.

foto MyWhere©

Ben 8 i nuovi costumi allestiti lungo i percorsi Girando a Cinecittà e Backstage all’interno di Cinecittà si Mostra. Provenienti da importanti sartorie dello spettacolo come Collezione Costumi D’Arte – Peruzzi, Sartoria Farani e Collezione The One, gli abiti sono stati selezionati da Istituto Luce Cinecittà e A.S.C. l’Associazione Italiana Scenografi, Costumisti e Arredatori, attraverso la supervisione del presidente, il costumista Carlo Poggioli.

In ordine di percorso, a omaggiare Alida Valli è una splendida maxi teca con due abiti, uno da sera e uno da giorno indossati nei panni di Livia Serpieri in Senso (1954) di Luchino Visconti e creati da Marcel Escoffier assieme a un giovanissimo Piero Tosi. Gli accessori sono stati cortesemente prestati da E. Rancati storica attrezzeria scenica che da anni supporta e collabora con Cinecittà si Mostra.

A seguire un esempio del sodalizio tra il regista Luigi Magni e la costumista Lucia Mirisola, coppia nella vita oltre che sul set con due abiti creati per Nino Manfredi protagonista di In nome del popolo sovrano (1990) e La notte di Pasquino (2003).

Lana grezza, cotone e juta sono invece le fibre naturali volute da Donati per una tunica africana realizzata per Polibo, uno dei personaggi dell’Edipo Re (1967) di Pier Paolo Pasolini, interpretato da Ahmed Belhachmi, il cui costume rappresenta l’unica eccezione agli omaggi per i centenari. Per questo abito Pikkio, casa di gioielli per cinema e teatro, ha realizzato una splendida corona ricostruita come l’originale andata perduta.

Pasolini. Foto MyWhere
Ritratto di Pasolini nella mostra Incontri a Sutri Da Giotto a Pasolini. Foto MyWhere

Più avanti, nel corridoio finale della mostra, è collocato l’omaggio a Giulietta Masina, formato da due abiti da Giulietta degli spiriti (1965) e uno da Ginger e Fred (1986).

Cinecittà Fellini Foto MyWhere
foto MyWhere©

Per il primo film Piero Gherardi disegna per la Masina un guardaroba estremamente ricercato come si addice a una borghese di livello tra plissé e shantung di seta. Nostalgico e di grande impatto anche il vestito da ballo realizzato da Donati in chiffon avorio completamente ricamato con strass e canottiglie, e rifinito con vere piume di struzzo bianche, che l’attrice indossa per ballare con Marcello Mastroianni nella scena più famosa di Ginger e Fred.

INFO E BIGLIETTI

Studi di Cinecittà – Roma, Via Tuscolana 1055

Apertura: tutti i giorni (escluso il martedì): 10 – 18 (la biglietteria chiude alle 16.30)

Orari delle visite guidate: 10.30 – 12.30 – 14.30 – 16.30

A partire da sabato 8 e domenica 9 maggio anche visite guidate in lingua su prenotazione: tutti i sabato ore 11.30 in francese, e tutte le domeniche alle 11.30 in inglesePrenotazione obbligatoria all’indirizzo visit@cinecittaluce.it

Fabiola Cinque

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