Un muro ci separa dal Red Carpet a Venezia 77 ma cosa siamo riusciti ad apprezzare?

Un muro ci separa dal Red Carpet a Venezia 77 ma cosa siamo riusciti ad apprezzare?

VENEZIA – E’ stato complicato assistere al red carpet a Venezia 77, ma è stata comunque un’impresa ben ripagata. Anche se da “separati in casa” siamo riusciti ad ammirare, tra un film ed un altro, le mise glamour dei personaggi che hanno calpestato il fatidico tappeto rosso. Possiamo complimentarci con Barbera per la ripartenza della kermesse cinematografica più antica del mondo, nonostante il COVID-19, edizione targata 2020.

Sarebbe troppo facile parlare della ineccepibile bellezza di Cate Blanchett, che ebbi la possibilità di “incontrare” alla conferenza stampa alla Festa del Cinema di Roma 2018, per non parlare di quella eterea, o androgina se preferite, di Tilda Swinton (Leone alla carriera) o ancor più della meravigliosa madrina di Venezia 77 Anna Foglietta. Ma qui stilo una classifica controtendenza sui sentimenti che mi ha provocato il Lido di Venezia blindato (luogo già nostalgico di per sé), dove l’atmosfera fashion svaniva dietro una coltre di mascherine, termoscanner e muri separatori obbligatori e necessari per l’emergenza Covid-19. Insomma, com’è stato il Red Carpet a Venezia 77?

Venezia 77 Anna Foglietta
Qui Anna Foglietta in vesti diverse dalla femme fatale che si è mostrata a Venezia 77 in un’edizione precedente del Festival (alla Lexus Lounge con Rosaria Renna)

Per cui, se parliamo di sentimenti, parto con quello che mi ha emozionato sin dal primo giorno: Lacci. Certo sono influenzata dal fatto che, secondo me, Luigi Lo Cascio può interpretare qualsiasi ruolo rendendolo sempre drammaticamente veritiero. O sarà perché è ambientato a Napoli, la mia città, descritta con verità e sentimento. Siamo nei primi anni ‘80. Lacci, diretto da Daniele Luchetti è un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. La pellicola ruota intorno ad una coppia, Aldo e Vanda e presenta una struttura a flashback per far andare avanti e indietro le vite dei protagonisti. Luigi Lo Cascio interpreta Aldo da giovane, mentre tocca al buon Silvio Orlando vestirne i panni in età anziana. Stesso discorso per il ruolo di Vanda con Alba Rohrwacher e Laura Morante ad interscambiarsi a seconda delle fasi della vita. Nel cast troviamo anche Giovanna Mezzogiorno (Anna) e Adriano Giannini (Sandro), e il risultato finale non può che essere un mix di autenticità ed espressività recitativa.

Lacci non è solo la storia del matrimonio di Aldo e Vanda ma è la storia dei nostri lacci famigliari. Ottima scelta, che appoggio fermamente, quella di Barbera di aprire con Lacci il festival di Venezia 77.

Red Carpet LIDO di VENEZIA 77 foto Mywhere
Il giorno che sono arrivata al LIDO di VENEZIA con il diluvio universale. Per questo scatto mi sono completamente inzuppata d’acqua dalla testa ai piedi, menomale che il cappellino antipioggia ed il mio trench mi hanno un pò riparato dall’intemperie. Poi, nei giorni a seguire, (per fortuna) a VENEZIA 77 è piovuto poco.

Sempre a proposito del cinema italiano, un altro film che mi ha commosso è stato Padrenostro che ripercorre i contorni di una generazione dimenticata, o quantomeno assopita. Lo sguardo da bambini non disincantati dai giochi d’infanzia, ma al cospetto delle grandi prove che la vita, ci ha decisamente segnati.

LIDO Biennale VENEZIA77 2

Nonostante assistere al red carpet sia un’impresa oramai troppo complicata anche per gli addetti ai lavori, ed un’impresa impossibile per il grande muro bianco che separa gli umani dalle star, qualche look l’abbiamo notato e lo vogliamo commentare.

Ad esempio venerdì 4 settembre, in occasione del red carpet del film Padrenostro, la pellicola di Claudio Noce candidata alla 77ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, era originale il look dell’attore Gianmarco Vettori. Qui ci ha colpito il contrasto della camicia rosa antico un pò retrò che rievocava antichi cavalieri, indossata sotto un abito dallo stile asciutto e moderno, seppur classico, in grigio scuro firmato dalla maison Carlo Pignatelli.

Venezia 77 Red Carpet Gianmarco Vettori
Il Red Carpet a Venezia 77: Gianmarco Vettori interprete di Padrenostro a Venezia 77

Qual’è la donna che mi è piaciuta di più? (e quella che mi è piaciuta meno).

Sinceramente sono rimasta un pò sorpresa dal nude look di Matilde Gioli firmato Armani Privé ospite del red carpet di Miss Marx. Chi è Matilde Gioli? La perenne innamorata di Luca Argentero nella serie Doc (e come darle torto?). Preferisco soprassedere sul red carpet fuori luogo della (seppur bellissima) Jasmine Trinca che ha presentato qui, come esordio da regista, il corto Being My Mom con Alba Rohrwacher. Salto anche il total black gonfio e groffato in modo esponenziale di Arisa. Purtroppo non possiamo che constatare che la bravissima cantante interpreta look improbabili, e chi la consiglia credo non sia in grado di far emergere la sua personalità. A differenza dell’altra cantante italiana qui sul red carpet di Venezia 77, la carismatica e sempre dallo stile affascinante ed ineccepibile Levante.

Ma se parliamo di red carpet quella che c’entrava meno con il mondo del cinema, che purtroppo non ha recitato un ruolo ma l’ha vissuto interamente sulla sua pelle, è quella che ci ha emozionato di più: l’infermiera simbolo della lotta contro il Covid Alessia Bonari. Sicuramente meno a suo agio, ma dal volto finalmente sereno (l’avevamo conosciuta nel selfie dove mostrava i segni provocati dalla lunga permanenza della mascherina sul suo viso durante gli infiniti turni lavorativi dell’emergenza Covid). Al Red Carpet di Venezia 77 Alessia Bonari indossava un esclusivo abito in organza nera con scintillanti fili lurex che le illuminavano l’incarnato, firmato dalla maison Momonì.

Red Carpet a Venezia77 77 Venezia - Momonì - Alessia Bonari
Alessia Bonari al Red Carpet di Venezia77 indossa l’abito firmato dalla maison Momonì

Qual’è il il personaggio cinematografico che mi ha emozionato di più?

Una donna, ma vi assicuro che è assolutamente casuale. Anche se a Venezia 77 ci sono tante registe, attrici e donne dello spettacolo che presenziano con le loro opere, io mi sono impersonificata in una donna di due secoli fa. Per quanto riguarda il personaggio cinematografico voto Eleanor (la figlia minore di Karl Marx) nel film Miss Marx di Susanna Nicchiarelli. Non è solo il ritratto di una tra le prime donne che combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Ma aldilà dei temi del femminismo, e quindi alla sua partecipazione alle lotte operaie, Eleanor viene descritta come una donna ironica, colta, libera e appassionata. Ecco è questo il suo “difetto”: la passione. Quella che governerà la sua vita in questo dualismo tra la fermezza e la fragilità, la forza e la sensibilità e che la porta a vivere sempre storia d’amore sbagliate. Come ha detto la regista, non è un film sul femminismo, ma è la storia di una donna che vive la contemporaneità del suo tempo (siamo circa nel 1880) riuscendo ad essere attuale con le sue fragilità. “Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi”, aggiunge Susanna Nicchiarelli. E questa contemporaneità è esaltata anche dalla magnifica colonna sonora che eleggo come favorita.

Qual’è la colonna sonora più innovativa?

Eccola, la colonna sonora del film Miss Marx. Perchè ho amato tanto gli U2 nel film ambientato nel ‘700 Marie Antoinette di Sofia Coppola e quindi ancor di più questo: Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo con i Downtown Boys. Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo è un gruppo musicale italiano, torinese, e qui sono stati autori anche insieme alla punk rock band americana Downtown Boys. Ascoltate la colonna sonora del film Miss Marx e mi darete ragione.

Qual’è stato l’abito maschile più “coerente” che ha sfilato al Red Carpet?

Il regista e interprete del suo film, Il Banchiere Anarchico, presentato a Venezia 77: Giulio Base. Classico, elegante, “borghese” come descrive i personaggi del suo film tratto dal romanzo “O banqueiro anarquista” di Fernando Pessoa. “Quello della storia di tutte le società: la storia delle lotte di classe. La borghesia pare essersi eclissata dagli schermi. Ho provato a guardare in faccia il potere. Senza satira. Senza manicheismo. Pessoa ci ha insegnato che l’iconoclastia può celarsi dietro modalità sofisticate. Ho azzardato farne cinema.”  Per questo l’ho trovato il più “coerente” e meno azzardato, infatti Giulio Base appariva a suo agio (grazie anche alla sua lunga carriera) nell’esclusivo abito firmato Carlo Pignatelli.

Red Carpet a Venezia77 GIULIO BASE IN CARLO PIGNATELLI
Red Carpet a Venezia 77: Giulio Base un abito firmato Carlo Pignatelli.

Riporto qui una sua dichiarazione rilasciata alla Cerimonia inaugurale della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. “Pur dopo 35 anni di lavoro vivo questo film come opera prima. Da sempre desideravo farlo e finalmente ne ho trovato il coraggio. Ho vagheggiato a lungo la messinscena spoglia e da ragion pura di questo pamphlet fulminante con primi piani alla logica – ove si possa – e non agli attori. Il cinema regala ancora la possibilità di inquadrature ripulite dalle scorie. Da cinefilo inesausto amo gli autori così, le loro opere. In questa (per me nuova) ottica di rigore desideravo restituire l’impegno dell’ossimorico titolo. Quello della storia di tutte le società: la storia delle lotte di classe. La borghesia pare essersi eclissata dagli schermi. Ho provato a guardare in faccia il potere. Senza satira. Senza manicheismo. Pessoa ci ha insegnato che l’iconoclastia può celarsi dietro modalità sofisticate. Ho azzardato farne cinema”.

Qual’è il manifesto più cool di Venezia 77?

Beh non vi ho parlato di lei a proposito di red carpet ma non potevo esimermi dal citare il poster del film di Almodovar con Tilda Swinton… Voi che ne pensate? Pazzesco vero? Almeno mette allegria (anche se la storia non proprio…).

poster for Pedro Almodóvar and Tilda Swinton

Qual’è l’albergo più bello per il Red Carpet più green?

Negli anni passati vi avevo parlato dello splendido hotel Hungaria, incredibile esemplare dell’arte Liberty, luogo d’incontro che anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni, ha ospitato buona parte dello star system del Lido di Venezia (oltre all’Excelsior).

Hotel Hungaria Lido Venezia 77
Io all’Hotel Hungaria al Lido Venezia 77 con la mascherina surrealista dipinta a mano da Di.viso di Alessia Clementi

Ma questa volta ho voluto conoscere un luogo “nuovo”, seppur ricco di storia, dalla parte opposta di Venezia, sulle sponde del Canale della Giudecca, ma dove ho vissuto un’atmosfera irripetibile: il molino Stucky. 

Molino Stucky VENEZIA77 Foto Mywhere

Uno dei maggiori esempi di architettura neogotica applicata ad un edificio industriale, il molino Stucky, che sorge accanto all’antico stabilimento Fortuny.

E’ ora di ripartire con la navetta del LIDO, non rimarrò per il Red Carpet finale ma non importa, lo seguirò da casa. Ma intanto ditemi la vostra.

Red Carpet a Venezia77 foto Mywhere

Ora mi auguro che anche la crisi provocata dall’emergenza Covid non sia fatale perché vi assicuro, è un luogo che va vissuto, amato e rispettato. Io ho già voglia di tornarci. In quale stagione? Non importa. Che sia autunno o inverno o per il prossimo Festival del Cinema, chissà. Regalatevi una vacanza in questo hotel, la magia che vi potrà donare sarà un ricordo che porterete a lungo nel vostro cuore.

In homepage un red sunset “in tinta” con il Red Carpet di VENEZIA77 che ho potuto ammirare dal Skyline Rooftop Bar del Molino Stucky. Foto MyWhere©

Fabiola Cinque

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