ROMA – Dopo il grande successo della prima tappa dell’art road show dedicata all’Universo di Cleto Munari, partita da Palermo in direzione di Torino per celebrare mezzo secolo di sperimentazione nelle arti e nel design, il progetto riprende il suo cammino verso la Capitale. Venerdì 1 dicembre sono stata all’evento esclusivo della casa orafa Eleonora Mantini Gioielli, nel centro storico della Capitale, ed ho avuto l’opportunità di intervistare Alessandro Munari.
Cleto Munari in un evento speciale all’interno del quale è stato allestito un elegante e accogliente salotto dove gli ospiti possonno assistere a un inedito dialogo tra gioielli appartenenti a mondi differenti, collegati dal fil rouge dell’unicità e dall’impatto artistico straordinario: quelli di Eleonora Mantini e di Cleto Munari.
E’ esposta una selezione dei gioielli più significativi della storia orafa della sua produzione, fatta di collaborazioni con i protagonisti della scena artistica del Novecento.
La storia di Cleto Munari è quella di una matita intelligente che si muove con eleganza all’interno degli schizzi e dei disegni dei suoi amici artisti e designer. Schizzi che traduce in un linguaggio inedito e originale con cui evolve il concetto tradizionale di gioiello.
La creatività di Cleto Munari passa attraverso linee essenziali, geometrie spensierate e distaccate che restano fedeli al suo carattere, dando vita a gioielli sorprendenti carichi di citazioni colte con un velo di ironia. Tra questi, sono in esposizione il celebre “Open Book”, un anello in oro giallo di Ettore Sottsass del 2002, la “Mano” di Mimmo Paladino del 2016 e tanti altri. Accanto ai gioielli sono in mostra i nuovi “Locletoys”, vasi scultura che raffigurano “Nove personaggi in cerca d’autore”.
Opus Project
Si è appena conclusa la mostra allestita in occasione della XI edizione di iDesign, la design week palermitana, presso il nuovo showroom Manima, su progetto espositivo ideato da Contemporary Concept. Grande affluenza di media, addetti ai lavori e studenti, ad ammirare dal vivo, onorati dalla presenza del grande artista vicentino, opere che rappresentano un “design della gioia”, che raccoglie il sogno e lo trasforma in realtà. La mostra fa parte del progetto globale dedicato al mezzo secolo di attività di Cleto Munari, Opus Project.
L’Opus Project di Cleto Munari, nasce con lo scopo di rendere omaggio a un talento visionario e al tempo stesso concreto con una formula dinamica che trasforma e supera il concetto statico dell’esposizione museale, in una esperienza che modifica la classica fruizione dell’oggetto d’arte. Opus Project sperimenta luoghi e formule diverse, ambientandosi nelle città in cui approda, dialogando con il genius loci.
Intervista ad Alessandro Munari
Eccomi quindi nel pieno centro storico di Roma, nella boutique di Eleonora Mantini gioielli, dove ho avuto l’opportunità di intervistare Alessandro Munari, nipote di Cleto nonché amministratore dell’azienda di famiglia.
In che materiale sono realizzati i gioielli?
Nella mostra ci sono circa 100 gioielli realizzati da Cleto con diversi materiali: lapis, diamanti, oro, pietre, corallo. La funzione non è quella di fare dei gioielli preziosi ma bensì delle creazioni attuali e che portino un’emozione. Cleto va spesso a ruota libera, crea anche arredi per la casa di diverso tipo e vari oggetti ma ai gioielli tiene particolarmente. La sua creatività è incredibile, lui ha la forza a 93 anni di essere ancora così attivo.
Il design, l’arte contemporanea e la creatività sono dunque il filo conduttore?
Si, circa 10 anni fa abbiamo iniziato a costruire una simbiosi tra design e arte poiché il primo, accanto alla seconda, può arrivare ad essere maggiormente qualitativo.
Il vostro è pero un discorso anche internazionale…
Si, noi siamo in più di 100 musei nel mondo con una varietà impressionante di artisti, designer, architetti, scrittori, poeti. Non limitiamo la creatività di nessun artista. Partendo dal Medio Oriente fino all’America, abbiamo dato la gioia a questi artisti di dare vita ad un loro sogno senza vincoli.
Si tratta della vostra prima mostra a Roma?
No, a Roma abbiamo già esposto a Castel Sant’Angelo per la prima volta proprio con Cleto Munari negli anni ’90. Facciamo circa 10 mostre annuali in giro per il mondo.
A livello distributivo come vi muovete?
Negli anni ’90 avevamo circa 400 clienti in Italia poi, con la crisi, abbiamo deciso di fare una selezione più accurata delle vendite. Dunque i nostri principali acquirenti sono per lo più galleristi, collezionisti, musei, case d’asta. La distribuzione ci interessa fino ad un certo punto essendo noi un azienda familiare che non lavora sulla serialità delle opere ma sulla loro unicità.
La vostra forza è proprio l’unicità…
Abbiamo degli orafi interni ed esterni così come il design viste le nostre ottime relazioni con architetti e designer di valore internazionale. Dal 1995 ad oggi ho lavorato con circa 250 artisti di diverso tipo e nazionalità. Questo contribuisce all’unicità dei manufatti.
Cleto è riconosciuto a livello mondiale
L’azienda, la cui sede è a Vicenza, nasce nel 1972 e Cleto ha iniziato questo lavoro negli anni ’60 per via di una sua passione ma anche perché non trovava nel mercato oggetti di suo gusto. Ha deciso così di crearli lui. Avevamo in passato anche delle argenterie, una vetreria a Murano, insomma varie maestranze all’interno del bacino del Veneto. Abbiamo sfruttato ciò che il territorio ci offriva cercando di portarlo a livello mondiale.
Mi piacerebbe continuare a discorrere sull’arte di Cleto Munari e la sua storia condivisa con gli altri grandi designer del ‘900, dall’architetto Carlo Scarpa a Giò Ponti e Ettore Sottsass.
Faccio un inciso per non indurre il lettore in un equivoco: non c’è alcuna parentela tra Bruno Munari e Cleto Munari. La sua storia è affascinante e la sua energia è, tutt’oggi, elettrizzante all’età di 93 anni (è nato a Gorizia nel 1930). Ma devo interrompere l’intervista ad Alessandro Munari che è qui, giustamente, richiesto dal pubblico intervenuto all’esclusivo evento nella boutique di Via del Gambero.
E’ una serata tiepida, pur essendo oramai a dicembre, e mi accingo a bere un bicchiere di Franciacorta al cocktail bar allestito all’esterno. La luce soffusa e i colori dei liquori aggiungono un’aurea perfetta a questo prezioso evento.
Le tappe del tour Art Road Show Opus Project
L’edizione italiana dell’Art Road Show Opus Project, dopo l’evento di Roma, inaugurerà l’anno 2024 con le tappe di Bologna, Milano e Torino. Il tour poi proseguirà, nella seconda metà del 2024, nelle grandi capitali internazionali Dubai, Parigi, New York, e Seoul.
Esposizioni di Cleto Munari: dal 2 al 4 febbraio 2024, la produzione di Cleto Munari, attraverso l’esposizione di oggetti inediti, testimonierà l’inesauribile energia creativa in perenne movimento del designer veneto. Un’esposizione diffusa nel capoluogo felsineo comprenderà le sedi della Galleria Cavour, cuore pulsante dello shopping bolognese, un prestigioso palazzo storico e un’incursione in una vetrina con un allestimento site-specific nella bottega Liberty Doria 1905.
Dal 16 al 21 aprile sarà la volta di Milano, con una ulteriore retrospettiva di Munari, allestita in una prestigiosa location in Via Manzoni, in concomitanza con il Salone del Mobile, per poi approdare a Torino, cogliendo nuovamente il focus dedicato ai gioielli, nella tarda primavera del 2024.
Tutte le foto MyWhere©
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