La Biennale Arte 2022 in un itinerario diviso in tappe per vivere un’inedita Venezia

La Biennale Arte 2022 in un itinerario diviso in tappe per vivere un’inedita Venezia

VENEZIA – Itinerario diviso in tappe per la Biennale Arte 2022 che oltre alle sedi deputate dei Giardini e dell’Arsenale, si sparge in tutta la città, rendendo così visitabili luoghi di solito non aperti al pubblico. 

Se non ci fossero, purtroppo sempre presenti, le nere nubi di guerra e i tuoni dei cannoni che fanno da tragico sfondo a questi inquieti giorni, si direbbe che Venezia abbia proprio ritrovato la sua affollata vita quotidiana, densa di occasioni culturali e artistiche.

Avevamo visto un grande successo anche al Salone Nautico Venezia giunto alla sua terza edizione. Su tutto impera la 59° Biennale Internazionale d’Arte che oltre alle sedi deputate dei Giardini e dell’Arsenale, si sparge in tutta la città, rendendo così visitabili luoghi di solito non aperti al pubblico. E questo è già una grande e rara opportunità da cogliere al volo.

Incominciamo con la prima tappa di questo tour delle esposizioni intorno alla Biennale Arte 2022.

UNO

Parecchie sono anche le mostre collaterali a quelle targate Biennale, e alcune sono assolutamente da non perdere come la fitta personale della scultrice ucraina naturalizzata americana Louise Nevelson, una protagonista della scena artistica del Novecento.

Biennale Arte 2022 MyWhere
Louise Nevelson alla Biennale Arte 2022

Ospitata negli spazi appena ripristinati delle Procuratie Vecchie proprio in piazza San Marco, sede storica delle Assicurazioni Generali, e prima ancora, nel Cinquecento sede degli amministratori dei beni della Serenissima, i Procuratori di san Marco, la più alta e potente carica dopo quella del Doge.

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Louise Nevelson allaBiennale Arte 2022

La Pace Gallery e la Galleria Giò Marconi sono i supporters dell’evento voluto nella ricorrenza dei sessant’anni da quel lontano 1962, 31° Biennale, quando il Padiglione USA ospitava le opere della Nevelson, che fecero scalpore e impressionarono perfino Alberto Giacometti.

Louise Nevelson Biennale Arte 2022 Mywhere
Louise Nevelson allaBiennale Arte 2022

L’articolato mondo creato da Louise Nevelson è solido, potente, e misterioso, composto da oggetti scartati e recuperati dalla visione dell’artista per assemblarli in complesse e enigmatiche architetture come totem, colonne e armadi monumentali a scomparti su cui scende totalizzante un velo nero (più raramente bianco o oro), una densa mano di colore nero che trasfigura le forme, e dà loro un nuovo aspetto e un nuovo segreto significato.

Louise Nevelson Biennale Arte 2022 Mywhere

Fu tra i primi a lavorare con il legno recuperato nel cantieri edili e nelle discariche, e a utilizzare elementi casalinghi come sedie, tavolini, testiere di letto, tavolette del water, cosa che la rese molto popolare tra gli artisti italiani dell’Arte Povera anni Sessanta. Capolavori sono i grandi collages in cui brani di oggetti trovati riprendono vita organizzati in una composizione sempre di forte impatto visivo.

DUE

Le Stanze del Vetro all’Isola di san Giorgio dal 2012 sono il palcoscenico internazionale di questo magnifico e duttilissimo materiale.

FontanaArte Louise Biennale Arte 2022 Mywhere
FontanaArte Biennale Arte 2022 ph. Enrico Fiorese

La Fondazione Cini assieme alla Pentagram Stiftung ha l’obiettivo di mostrare le innumerevoli potenzialità del vetro e di riposizionarlo al centro del dibattito storico culturale e della scena artistica divulgando la conoscenza dell’arte vetraria del Novecento con mostre, convegni, seminari e pubblicazioni. Adesso le Stanze ospitano la retrospettiva di una leggendaria e blasonata azienda milanese di arredi in vetro, FontanaArte nata nel lontano 1881.

FontanaArte Biennale Arte 2022 Mywhere
FontanaArte. Vivere nel vetro, installation view, ph. Enrico Fiorese

Fu tra i primi a capire che il vetro in lastre per l’industria poteva diventare un sorprendente materiale in mano a designers e artisti. Infatti in mostra ammiriamo la versatilità e la grazia delle creazioni di Giò Ponti negli anni Trenta, di Max Ingrand negli anni Cinquanta e Sessanta e di Gae Aulenti dal 1979 al 1996. Ancora una volta il grande design italiano ci meraviglia con le sue capacità tecniche ed estetiche sempre lungimiranti.

FontanaArte.
FontanaArte. Vivere nel vetro, installation view, ph. Enrico Fiorese

TRE

Restando sull’Isola di San Giorgio suggeriamo ‘caldamente’ (trattandosi di fuoco) di visitare l’intensa mostra On Fire promossa da Tornabuoni Art e Fondazione Cini. L’elemento imprendibile per eccellenza, il fuoco, spettacolare e pauroso, di grande potenza trasfigurante, ha da sempre affascinato anche gli artisti.

Arman MyWhere
Arman per la mostra On Fire  MyWhere

Le Avanguardie del Secondo Novecento in particolare hanno spesso giocato col fuoco, eccitate dagli effetti allo stesso tempo distruttivi e generativi del fuoco, che divenne per alcuni grandi artisti il protagonista e il mezzo innovativo del loro linguaggio plastico.

Arman MyWhere
Arman per la mostra On Fire

Il curatore Bruno Corà ci mostra con significativi esempi le diverse modalità d’impiego dell’elemento fuoco: per Arman, Burri e Klein è uno strumento per bruciare dei materiali.

Alberto Burri Biennale Arte 2022 MyWhere
Alberto Burri Biennale Arte 2022 MyWhere

Per Kounellis e Calzolari e anche Klein è una presenza vitale evidente nei suoi effetti sensoriali fino allo spettacolare; per Calzolari e Parmiggiani un altro mezzo pittorico, il fumo.

Biennale Arte 2022 MyWhere
On fire. Claudio Parmiggiani Biennale Arte 2022

Yves Klein è stregato dai due aspetti contraddittori del fuoco: “E’ dolcezza e tortura, E’ un dio tutelare e terribile, buono e cattivo insieme”.

Yves klein Biennale Arte 2022 3

Le sontuose ed elegantissime combustioni di Alberto Burri non lasciano nulla al caso, ma sono frutto di una tecnica raffinata che tutto governa e controlla nell’atto della combustione.

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Alberto Burri Biennale Arte 2022

E lo si vede bene in un filmato storico dove Burri con il suo pennello di fuoco padroneggia con delicatezza ma anche con decisione la combustione della materia plastica. Arman brucia con la fiamma ossidrica antichi mobili e strumenti musicali poi ne blocca con la resina i resti carbonizzati, relitti dell’apocalisse.

QUATTRO

Un simbolo dell’aristocrazia culturale di Venezia che affonda le radici nella sua centenaria storia è la Biblioteca Marciana, capolavoro rinascimentale di Jacopo Sansovino, in cui sono conservate come in uno scrigno preziosissime gemme librarie, apre le sue austere porte all’arte ultra contemporanea di Federica Marangoni, artista multimediale veneziana.

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Leggere-è-un-rischio-2021-neon-rosso-low

Proprio in questo luogo percepiamo quanto memoria e sapere si materializzano nei libri e la lettura diventa un atto di libertà. Ma Leggere è un rischio come scrive col neon rosso la Marangoni all’entrata della sala di lettura. Con un video poi ci mostra come le fiamme della violenza e dalla guerra siano sempre in agguato per distruggere storia e civiltà.

Biennale Arte 2022
Leggere-è-un-rischio-2021-neon-rosso-low

Federica Marangoni da più di cinquant’anni opera nel mondo della videoarte elettronica, attraversando i linguaggi della materia video-visiva con quelli materici del vetro di Murano e dell’illuminazione al neon, tra installazioni, sculture e performance. La comunicazione con tutte le difficoltà e i conflitti; le relazioni tra soggetti, tempo e luogo; la memoria, Le parole filo del tempo, formano la materia concettuale su cui lavora e si esprime Federica Marangoni, mantenendo alto il livello e l’impegno creativo.

Memory The Light of Time, Federica Marangoni
Video-all’ingresso_-The-Trace-2022-low di Memory The Light of Time, Federica Marangoni

CINQUE

Grazie alla collaborazione della Galleria Continua di San Gimignano, nei giardini dell’Hotel Cipriani alla Giudecca è comparsa una casa molto singolare fatta di pentole, tegami, padelle, teglie, vassoi, tazze, piatti, teiere, ciotoloni e ciotolini tutti rigorosamente in alluminio. Pare l’illustrazione fantasiosa di un libro di fiabe: “C’era una volta un mago cuciniere che abitava nel bosco in una casa fatto solo da pentole…”.

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Subodh Gupta all’Hotel Cipriani alla Giudecca per la Biennale Arte 2022

Una rete invisibile sorregge questo grande allestimento in cui si può anche entrare e sedersi ad un modernissimo banco da cucina e attendere di essere serviti dall’artista cuciniere (quando è in programma la performance). Le centinaia di oggetti appesi, guardati da vicino, raccontano la loro evidente storia anche travagliata a giudicare dalle bruciature e dalle ammaccature. E’ proprio questa vita passata che interessa all’autore Subodh Gupta, artista indiano conosciuto internazionalmente. Ogni tegame, ogni oggetto ha fatto parte della vita quotidiana e basilare di un popolo e sta a dimostrare nella sua forza iconica la complessa situazione socio economica oltre che culturale dell’India odierna.

Subodh Gupta Biennale Arte 2022 MyWhere
Subodh Gupta Biennale Arte 2022 MyWhere

SEI

Emilio Vedova, pittore veneziano, uno dei protagonisti dell’arte informale italiana, aveva il suo studio ai Magazzini del Sale alle Zattere. Ora qua c’è la Fondazione a lui dedicata e alla moglie Annabianca. Renzo Piano ha ristrutturato il cinquecentesco lunghissimo magazzino rispettando le originarie pareti di magnifici mattoni e le capriate che sostengono la copertura, e ha organizzato l’archivio delle grandi opere di Vedova attraverso un complesso sistema robotizzato capace di movimentarle facendole scivolare su un binario a soffitto ed esporle a varie altezze nel salone. Un gioiello della tecnica oltre che una meraviglia a vedersi quando è in azione: pare un balletto futurista.

Rainer - Vedova: Ora MyWhere

L’attuale mostra Rainer-Vedova: Ora scaturisce dall’amicizia tra i due pittori solidamente piantata sulle simili concezioni etiche, politiche e artistiche, e consapevole che l’essenziale è il contatto responsabile con le vicende del proprio tempo. Appartengono a generazioni diverse (Emilio Vedova italiano del 1919, Arnulf Rainer austriaco del 1929), ma la loro storia ha tracciato un pensiero forte nella ricerca artistica del dopoguerra, ed è stata interprete di un’umanità attenta e sensibile capace di esprimere la fragilità dell’esistenza.

Rainer - Vedova: Ora MyWhere
Emilio Vedova Autoritratto

Le due mostre, in parallelo, suonano la stessa musica con note diverse. Esposte in quel luogo straordinario dalle pareti impregnate di sale antico, le Croci di Rainer rimandano inevitabilmente allo strazio della sofferenza, mentre i lavori di Vedova scelti tra le sue opere dal 1949 al 1993 urlano lo smarrimento di quei delicatissimi equilibri che governano le relazioni tra gli uomini e con il mondo naturale. I demoni delle guerre si rifanno vivi, così come l’incubo della catastrofe nucleare.

Arnulf Rainer AR_CROSS MyWhere
Arnulf Rainer AR_CROSS

Questa è la mia panoramica della Biennale Arte. Proseguirò con la seconda tappa di questo tour delle esposizioni intorno alla Biennale Arte, seguitemi!

 

In homepage Memory The Light of Time di Federica Marangoni. Foto dal sito personale dell’artista

Silvia Camerini Maj

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