Stravinskij e Venezia: dai concerti a La Fenice alla tomba a San Michele

Stravinskij e Venezia: dai concerti a La Fenice alla tomba a San Michele

ACCADDE OGGI – Il 15 aprile del 1971, esattamente 50 anni fa, il massimo artefice della musica contemporanea veniva sepolto a Venezia. Riviviamo la storia del capofila del Neoclassicismo novecentesco.

Il 15 aprile 1971 una grande folla seguiva da rive, campi e ponti, il solenne corteo funebre di gondole condotto dalla barca dei pope salmodianti che portava Igor Stravinskij alla sua ultima destinazione, l’isola di san Michele, cimitero storico di Venezia. Aveva voluto così lui, uno dei massimi compositori del Novecento, nato e cresciuto russo, cittadino francese, naturalizzato americano, vero cosmopolita e instancabile viaggiatore del mondo. Voleva riposare accanto a colui che lo lanciò nella vita musicale europea, Sergej Djagilev, creatore dei rivoluzionari Ballets Russes.

Djagilev lo convinse a scrivere musica per balletto, e nacquero così tre capolavori che reinventarono l’arte coreografica nella sua totalità: L’uccello di fuoco, Petruska, Le sacre du Printemps. Radicalmente innovativo sia per la danza, sia per la musica fu La sagra della Primavera – maldestra traduzione, come se fosse un’allegra festa campagnola con tanto di riffa, mentre invece è una storia terrificante di un rito pagano, di un sacrificio umano propiziatorio rivolto al dio della natura– esplose il 29 maggio 1913 al Theatre des Champs Elysées e degenerò in una vera e propria battaglia. Il pubblico inorridì sia per quel ritmo musicale forsennato e implacabile, sia per i folli movimenti dei ballerini. Da quel momento la notorietà di Stravinskij correrà per il mondo.

Era di statura bassa, aveva tratti marcati del volto lungo, e la testa a uovo, ma era fotogenico, molto di mondo e seduttivo. In Francia dove viveva dal 1920 frequentava e collaborava con artisti come Picasso, e corteggiava le signore della buona società parigina. Pur essendo affettivamente legato alla moglie, la cugina che morirà a trent’anni di tisi, e ai quattro figli, conduceva una vita sentimentalmente libera e densa di avventure extraconiugali di cui la più passionale si narra sia stata quella con Coco Chanel.

Fu nel 1921 che s’incontrarono, Stravinskij e Vera de Bosset, ballerina di origine baltica: lei lasciò il marito e lui si divise tra la famiglia e l’amante per quasi venti anni, quando nel 1939 la moglie Ekaterina morì. Vera diventata sua moglie in America, gli è ancora accanto all’Isola di san Giorgio.

La predilezione di Stravinskij, cittadino del mondo, per Venezia è testimoniata dalle numerose occasioni che lo portarono a dirigere concerti al teatro La Fenice a Palazzo Ducale e perfino nella Basilica di san Marco.

Venezia foto MyWhere

Nel 1951 alla Fenice debutta in prima mondiale assoluta La carriera di un libertino (The Rake’s Progress) un melodramma basato sugli schizzi del grande pittore inglese del Settecento William Hogarth. E’ un’opera capitale nella produzione di Stravinskij perché segna il culmine del suo periodo neoclassico, quello stile in cui l’autore ritorna e ricrea la storia della musica da Monteverdi a Gluck a Mozart. Egli stesso ammise che con La carriera di un libertino aveva concluso la sua rivisitazione del passato.

Nel 1956 Stravinskij riuscì a convincere il Patriarca Angelo Roncalli, imminente Papa e futuro santo (Giovanni XXIII), ad accogliere nella Basilica di San Marco un’orchestra da lui diretta nell’esecuzione del suo Canticum Sacrum ad honorem Sancti Marci nominis, dedicato alla città di Venezia. Fu un successo enorme a cui partecipò grazie ad altoparlanti esterni tutta la piazza San Marco.

La tomba di Igor Stravinskij nel Cimitero di San Michele a Venezia

La più famosa e rappresentativa frase di Igor Stravinskij, che ricalca l’idea dell’Art pour l’Art:

“Per sua natura la musica non può spiegare niente: né delle mozioni, né dei punti di vista, né dei sentimenti, né dei fenomeni della natura. Essa non spiega che se stessa”. Igor Stravinskij

Venezia foto MyWhere Stravinskij

Silvia Camerini Maj

One Response to "Stravinskij e Venezia: dai concerti a La Fenice alla tomba a San Michele"

  1. Giacomo Pompanin   18 Aprile 2021 at 12:54

    Mi vengono in mente molte cose… Nel film Youth di Sorrentino il protagonista è compositore e ha la fissa di Stravinskij e della sua tomba veneziana.

    E per strana associazione (Youth-Montagna incantata-Thomas Mann) mi viene in mente una buffa coincidenza: Aschenbach nel film di Visconti è compositore, il film è del 1971, data della morte di Stravinskij.

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