ITALIA – In onda oggi, Venerdì 4 settembre alle 23,00 su Rai 2 La prima cosa bella, dove Luca Bracali ripercorre in drone il Bel Paese nel periodo del lockdown. Noi l’abbiamo intervistato e vi mostriamo in anteprima il viaggio del fotografo regista ed esploratore in giro per un’inedita Italia.
C’è chi il mondo lo sogna, e chi invece lo vive. Luca Bracali, pluripremiato talento del mondo della fotografia e non solo, nonché l’unico giornalista ad aver raggiunto il Polo Nord geografico sugli sci, ci racconta il suo tour attraverso l’Italia in drone. Un viaggio in pieno lockdown per una produzione Rai, che gli ha permesso di godere delle città deserte, di giorno e di notte, e della bellezza dell’Italia in tutte le sue forme. Un modo certamente nuovo di pubblicizzare il Belpaese nel mondo, grazie ad un nome importante come quello di Bracali, con il quale “Il Minor Planet Center di Cambridge” ha intitolato il 198.616esimo asteroide scoperto.
Così eccomi con Luca Bracali ed inizio le mie domande. Luca, lei è un fotografo, regista ed esploratore di successo. Diciotto dei suoi ultimi reportage sono stati pubblicati dal National Geographic. E’ autore di 14 libri e vincitore di 14 premi in concorsi fotografici internazionali. Ha girato il mondo raggiungendo 145 paesi. Da dove nasce l’idea di fare un viaggio proprio in Italia in drone?
Nasce dalla mia lunga esperienza di fotografo, documentarista e pilota di droni. Dopo aver realizzato oltre 20 documentari per le tre reti Rai sono stato chiamato a marzo da uno dei dirigenti di Rai 2 che mi ha proposto di realizzare un documentario esclusivo su quattro importanti città italiane in epoca covid: Firenze, Roma, Milano e Venezia.
Lei ha diretto programmi importanti come Easy Driver, prodotto tantissimi documentari andati in onda sulle reti televisive e pubblicato centinaia di servizi sul travel, attestandosi un maestro della macchina da presa. Cosa significa tecnicamente realizzare un progetto di questo spessore?
Significa conoscere profondamente il proprio lavoro fin dalle basi. Io nasco dalla fotografia, la fotografia vera, quella a pellicola, dove tutto era manuale e dove si stampava ancora in camera oscura. Ma è importante anche sapersi evolvere con il tempo e andare a braccetto con la tecnologia, per cui l’utilizzo di action-cam, droni, mirrorless, gimbal, slider, ecc. ti consente oggi di realizzare produzioni video di alto livello per reti nazionali, prodotti da prima serata impensabili solamente 10 anni fa, a meno di non avere budget con molti zeri…
Può descriverci le tappe del suo viaggio spiegando che cosa ha significato per lei raccontare l’Italia? E se ci sono dei luoghi a cui è particolarmente legato o che ha voluto raccontare in modo più approfondito?
Sono partito da Pistoia, la mia città di nascita e residenza, dove ho iniziato a prendere confidenza con le riprese di monumenti d’arte di una certa altezza ed imponenza, come la cattedrale e il campanile di piazza Duomo. A metà aprile per Rai ho iniziato ufficialmente il mio lavoro di regista e dronista per questo documentario che andrà in onda il 3 settembre alle 23:15 per Rai 2 ed ho filmato Firenze per una settimana, giorno e notte, 12 ore al giorno per 7 giorni, utilizzando fino a 15 batterie al giorno per produrre un totale di 300 Gb di immagini, uniche, mai girate prima d’ora, in 4K. E passare in mezzo fra la torre di Giotto e la cupola del Brunelleschi, in notturna, è stato in assoluto l’emozione più grande!
Da Firenze sono sceso a Roma ed in due giorni ho dovuto filmare una città molto più estesa e molto più complessa di Firenze, con piazza Navona, piazza di Spagna, il Pantheon, la fontana di Trevi, l’altare della Patria e il Colosseo da documentare sia di giorno che di notte.
A Milano ho provato la sensazione più strana in assoluto quando ho filmato il Duomo e la sua piazza, un luogo affollato mediamente da 30.000 persone al giorno e non vedere l’ombra di nessuno mi ha davvero fatto capire la potenza silenziosa di questo nemico invisibile.
Venezia è una città che non ha eguali al mondo, in tre giorni ho percorso 52 chilometri a piedi lavorando dalle 5.30 sino alla mezzanotte. Mentre sorvolavo piazza San Marco in notturna ho incontrato un solo passante, anzi due, il Prefetto e la sua signora, che mi ha chiesto se mi rendessi conto di ciò che stavo filmando e se per questo avevo i permessi.
Nel corso della sua lunga carriera avrà conosciuto popolazioni e culture diverse. Cosa può dirci sulla cultura e la popolazione italiana vista dagli occhi di un esploratore?
Sicuramente parte dei miei viaggi sono stati mirati ad una ricerca fotografica dal taglio antropologico ed infatti ad oggi ho documentato oltre 20, fra ceppi etnici e tribali, sparsi fra America del Nord, America Latina, Africa, Asia e Oceania. Più che parlare della nostra popolazione mi piacerebbe parlare della nostra cara Italia, sicuramente uno dei paesi più belli al mondo se non il più bello in assoluto se mettiamo assieme paesaggi, storia, cultura, tradizione, architettura, orografia, enogastronomia. Come popolo credo invece non siamo più al primo posto come lo eravamo certamente ai tempi del Rinascimento, gli italiani di oggi li trovo interessanti solamente nelle figure dei più anziani che trovi nei piccoli e remoti borghi di montagna o in alcuni villaggi interni delle nostre isole, loro sì che hanno ancora qualcosa di bello ed autentico da raccontare! Siamo un popolo governato malissimo, piuttosto arrogante e menefreghista, dove la perdita di certi valori è assai evidente ed ha avuto la sua netta ricaduta. Rispetto molto chi ha il coraggio di fare le valigie e andare a vivere e a lavorare all’estero, dove avrà modo di far brillare quel talento e quell’inventiva da sempre tipica di noi italiani.
Un viaggio attraverso l’Italia in drone: può essere un progetto utile per sponsorizzare il nome del nostro Paese nel mondo?
Assolutamente sì, certo che può esserlo. Infatti, a parte le città che ho già documentato per Rai 2, continuerò a produrre per mio conto dei filmati su altre città della Toscana e territori italiani, proprio per avere immagini di grande effetto sulla nostra splendida penisola da poter diffondere attraverso le reti televisive ma anche via social, dove il potere della condivisione non conosce davvero frontiere. E proprio a Montreal sono atteso già dallo scorso marzo per fare un importante evento dedicato all’Italia e alla promozione del nostro territorio alla comunità di italo-canadesi che, oramai da decenni se non da generazioni, si sono spostati in Canada e dove la nostalgia della nostra terra è il loro sentimento più grande.
Tutte le foto sono gentilmente concesse da Luca Bracali©
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