Tra Ambiente e Arte: l’incredibile invenzione di Lady Be

Tra Ambiente e Arte: l’incredibile invenzione di Lady Be

MONDO – La celebre artista Pop Art si racconta su MyWhere. Da Lady Gaga a Nikola Tesla, da Anna Frank a Dante Alighieri e Marylin, Lady Be nei suoi quadri raffigura le grandi icone della società attraverso la plastica e gli oggetti riciclati. E le sue opere sono dei veri capolavori.

 “E’ indubbio: da un punto di vista strettamente tecnico, la giovane Letizia Lanzarotti, in arte, Lady Be, ci sa fare. E’ già molto (…) (penso, per esempio, alla sua fortissima tattilità, cosa per la quale le opere di Lady Be, solo in parte convertibili nella piatta bidimensionalità della fotografia, andrebbero sempre toccate non meno che viste), oppure, come é già successo, sperimentando performance collettive o tematiche d’impegno civile che comincino a emanciparsi dalla necessità di dover figurare qualcosa di già codificato. Letizia continuerà ad andare avanti (…), la vita ha ancora tutto da raccontarle, e da offrirle. Non potrà che sorriderle” (fonte  LadyBeart).

Chi ha pronunciato queste parole è il famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi dimostrando grande apprezzamento per il lavoro dell’ormai celebre Lady Be. Un’artista poliedrica, innovativa, geniale, con grandissima dedizione verso l’arte e l’impegno sociale e le cui opere, in questi giorni, sono esposte in diversi angoli del pianeta. Noi l’abbiamo incontrata e quello che ci ha detto merita certamente uno spazio importante.

Lady Be – 700 anni senza Dante Alighieri

Lady Be, lei è un’artista che ha deciso di far esplodere la propria arte con un tema di grande attualità. Da dove è nata l’idea di costruire opere d’arte con materiale riciclato?

In un’epoca in cui esistono così tanti materiali di scarto colorati, per me è stato naturale inventare il Mosaico Contemporaneo: è successo più di 10 anni fa. 

Credo che i tempi fossero maturi, e se non l’avessi fatto io qualcun’altro avrebbe fatto la stessa cosa, naturalmente con il suo stile. Le mie opere sono innovative e sono fatte con una tecnica di mia invenzione, definita dalla critica Mosaico Contemporaneo o anche Eco – Mosaico o Mosaico 2.0. 

Le mie origini affondano nella pittura classica, ho studiato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti per poter approdare al mio stile, disegnando ed esercitandomi con la copia dal vero. Come la pittura classica, infatti, i miei quadri partono dal disegno realizzato a matita o a carboncino, su tavola lignea, per poi essere “colorati” con gli oggetti e i pezzetti di plastica, come fossero delle pennellate di colore. La mia tecnica è definita mosaico ma quando l’ho creata nella mia mente era molto più simile alla pittura, in quanto non ho mai avuto l’impressione di attaccare dei tasselli, ma più che altro di “dipingere” con gli oggetti.  È quindi facile capire che, questa “pittura con gli oggetti riciclati” lancia un forte messaggio ecologico a chi osserva. Spero quindi, nel mio piccolo, di poter contribuire alla storia del Mosaico Contemporaneo, e che questa tecnica possa un giorno entrare a far parte della cultura collettiva.

Analizzando le opere si vedono gli oggetti più svariati, dai bottoni alle sorpresine, dai tappi ai Lego. E’ stato facile per lei reperire il materiale? A chi si è rivolta? Quali altri materiali ha utilizzato?

I materiali sono scelti essenzialmente in base al loro colore, meglio se sgargianti o con sfumature particolari. In particolare, sulle mie opere, è possibile vedere chiaramente oggetti come giocattoli riconoscibili a diverse generazioni (tra cui Barbie, sorpresine, mattoncini, macchinine…), tappi di bottiglie, tappi di penne, pennarelli scarichi, bottoni, cavi elettrici, tubi usati nell’edilizia, involucri vuoti di make up, bigiotteria rotta, e molti altri oggetti di plastica che provengono dalle mie raccolte sulle spiagge (mi capita di farle in solitaria ma anche con associazioni e gruppi organizzati di volontari), nelle scuole e da conoscenti e amici, che da anni conservano il materiale per me.

La fase successiva del lavoro consiste nella divisione del materiale di plastica nei vari colori e sfumature intermedie: giallo, blu, verde, rosso, arancio, rosa e fucsia, viola, bianco, nero. Applico questi oggetti e i loro frammenti senza alterarne il colore per comporre i ritratti. 

Amo molto l’utilizzo dei giocattoli, perché a mio parere sono gli oggetti di plastica che custodiscono più ricordi e memorie anche inconsce, come quelle legate all’infanzia. Infatti, mi capita di acquistarne grossi lotti su internet o nei mercatini, ma per me è importante che siano materiali usati, e quindi che possano in questo modo avere una seconda vita. Inoltre, cerco di inserire oggetti il più possibile inerenti il soggetto rappresentato per dare anche un valore aggiunto. Nella serie delle Barbie tumefatte per esempio, realizzata per dire No alla Violenza sulle Donne, l’idea è stata di utilizzare molte Barbie inserendo anche i loro capelli, per evocare la moltitudine di donne che subiscono ogni giorno violenze, e per sottolineare che le violenze vanno denunciate. 

Tra i sui mosaici più celebri emergono Van Gogh, Cristo e immagini legate alla pandemia. Quanto tempo ci vuole per realizzare un mosaico di questo tipo?

Il tempo stimato per comporre un mio mosaico è di circa un mese, ma è una tempistica molto relativa. 

Infatti, anche se il tempo effettivo e reale che solitamente passa dalla commissione del soggetto alla sua finitura è inferiore (circa 1-2 settimane in base alla dimensione) a questo va aggiunto tutto il tempo che viene precedentemente impiegato per raccogliere il materiale. Una volta completata questa prima fase si passa alla suddivisione degli oggetti nei colori, quando necessario viene effettuata una pulitura, un trattamento antibatterico (è il caso di giocattoli usati o di materiale raccolto per terra o sulle spiagge), successivamente i pezzi più grandi vengono frammentati con strumenti specifici (forbici per materiali duri, cesoie, pinze, seghetti, tenaglie…). Il risultato sono oggetti suddivisi nei contenitori trasparenti, piacevoli alla vista e pronti per comporre l’opera, ma nella creazione complessiva di ogni singola opera vanno considerate le fasi precedenti che porto avanti da anni nel mio lavoro quotidiano di artista.

Naturalmente poi ogni opera ha uno studio particolare e un progetto realizzato ad hoc. Nel caso dell’opera Van Gogh, il tempo della ricerca è stato maggiore in quanto ho voluto realizzare un suo ritratto con giocattoli anche di modeste dimensioni, dal colore misto e variegato, diversamente da altre opere in cui viene selezionato un materiale più pulito e dalla tinta unica.

Corona Jesus, 2020

Con l’opera intitolata “Corona Jesus”, invece, ho voluto rappresentare il volto sofferente del Cristo che al posto della corona di spine porta la rappresentazione del Coronavirus (simile a quella vista al microscopio elettronico) e per fare questo sono stati utilizzati oggetti molto piccoli, in alcuni punti quasi granulati. Corona Jesus rappresenta il sacrificio del Dio che si fa uomo oggi, il Coronavirus il simbolo di espiazione dell’uomo. Ognuno di noi, nell’emergenza, ha compiuto un sacrificio, dai medici e infermieri alle persone comuni, espiando con il sacrificio, il male dell’umanità. Umanità che per anni ha rovinato il pianeta, con sostanze inquinanti nell’aria e tonnellate di plastica negli oceani. La stessa plastica che da anni raccolgo e suddivido per colore per poi creare le mie opere.

Sono stata poi molto felice e orgogliosa di aver potuto dare un contributo concreto attraverso la mia arte per aiutare gli ospedali durante l’emergenza. La mia opera battuta all’asta per gli ospedali Covid, “L’infermiera con l’orecchino di perla” (anche in questo caso un personaggio iconico, la ragazza con il turbante di Vermeer) è divenuta inoltre copertina di un libro i cui i ricavi sono stati devoluti alla Protezione Civile; un piccolo “aiuto nell’aiuto”.

Lady Be

Alcune opere realizzate sono molto famose come il ritratto di Marylin Monroe o dei Beatles. Ne ha create alcune ex novo?

Marilyn Monroe è sicuramente una delle opere alla quale sono più affezionata, in quanto è stato il primissimo soggetto su cui ho lavorato, ispirandomi al maggior esponente della Pop Art, Andy Warhol.

Allo stesso modo reputo molto importanti per la mia produzione tutte le opere a tema Beatles. Il mio nome Lady Be è un’assonanza con la canzone Let It Be, ho voluto rendere omaggio ai Beatles che per gran parte della mia vita sono stati miei ispiratori. Inoltre, contrappongo il verbo “Be” essere, all’apparire, per conclamare un’arte che è “essenza” (l’essenza dei ricordi e delle memorie legate agli oggetti) e non solo “apparenza”.

Nelle mostre attualmente in corso (aperte dal mese di aprile 2021), sono presenti opere totalmente inedite. Ad esempio, l’opera che ritrae il profilo di Dante Alighieri per celebrare i 700 anni dalla sua morte, che ricorrono quest’anno. 

L’opera, che è stata pubblicata il 19 marzo 2021 sull’inserto del Corriere della Sera, rappresenta il classico volto di Dante di profilo. Si caratterizza per una sintesi cromatica dove il tipico copricapo rosso attribuito al poeta assieme alla caratteristica corona di alloro, si trasforma in un 7 completato, sul lato apposto, dal simbolo dell’infinito che vuole rappresentare anche i due zeri per comporre la scritta 700. Questa simbologia indica, che ora celebriamo i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, ma egli sarà ricordato all’infinito, ma anche dei temi attuali, come l’inquinamento e la sostenibilità ambientale, l’economia circolare e la solidarietà; tematiche differenti ma legate da loro che non possono prescindere dal grande patrimonio culturale nazionale, che abbiamo il dovere di difendere.

Beatles Selfie, 2017,

Tra le mie opere più recenti presente anche la preziosa opera “Puliamo il Mondo”, che è un soggetto di mia invenzione realizzato a Bergamo in diretta tv, con oggetti di plastica di recupero raccolti anche dai volontari Legambiente, realtà con cui collaboro da diversi anni; l’intera creazione dell’opera è stata trasmessa su Rai 3 Domenica 27 Settembre 2020. 

L’opera è stata realizzata per celebrare la forza degli abitanti Bergamaschi che hanno dovuto per primi affrontare l’emergenza Covid nel 2020. Rappresenta un volto umano con il pianeta come testa, la bocca ingerisce il mare di plastica, a voler dire quanto il problema dell’inquinamento sia globale e inquinare il mondo significa fare del male a noi stessi, pensando come possibile conseguenza anche a problemi globali come la diffusione di pandemie.

Oltre a numerose opere che ritraggono icone e personaggi storici, come Tesla, Darwin, Guglielmo Marconi, Leonardo da Vinci (accompagnato da una piccola opera raffigurante la Mona Lisa), Mao Tse Tung, Anna Frank e altri importanti ritratti esposti nel 2018 nella mia personale istituzionale ai Musei Civici di Pavia,  ho realizzato importanti ritratti più contemporanei, come quelli di Lady Gaga, Vasco Rossi, e anche un recente ritratto del critico Vittorio Sgarbi.

Lady Be
Nikola Tesla

In un tempo in cui si parla tanto di riciclo e riutilizzo, creare opere come queste può contribuire a rafforzare l’importanza del tema. Crede che questo sia un modo per sensibilizzare la gente?

Ciò che penso fin dall’inizio della mia carriera, è che qualunque soggetto può essere un mezzo e non un fine, e il fine è sensibilizzare al riciclo e alla sostenibilità ambientale. Meglio ancora se il “mezzo” è popolare, universalmente “bello” e amato da più persone possibili; solo così sarà possibile far giungere questo importante messaggio alle masse.

Oggi sento l’esigenza di realizzare soggetti inediti e più impegnati, che abbiano quindi un valore sociale e soprattutto un “timbro” personale e riconoscibile, che possa quindi caratterizzarmi maggiormente come artista della mia epoca e che mi permetta di realizzare qualcosa di ancor più personale ispirato a tematiche attuali. Ciò che rimane costante, è la scelta di personaggi comunque già conosciuti e iconici.

Allo stesso modo, l’evento del Covid non poteva lasciarmi indifferente, quindi ho scelto di realizzare una serie di opere ispirate all’emergenza, che potevano anche dare un aiuto concreto nell’affrontarla, attraverso la vendita all’asta e la donazione diretta in beneficienza del ricavato.

Lady Be
Kurt Cobain

Molto spesso sposiamo cause come questa ma non sappiamo come contribuire. Cosa potremmo fare ognuno di noi nel nostro piccolo?

Ciò che dico sempre ai miei incontri, soprattutto con i più piccoli, è che attraverso le mie opere non potrò certo salvare il mondo o gli oceani dall’inquinamento, ma sicuramente posso mandare un messaggio attraverso il mio piccolo contributo e sensibilizzare le persone su questo importante tema. Non solo l’artista, ma l’uomo di oggi non può essere insensibile a queste tematiche. Io ho iniziato a parlarne più di 10 anni fa, quando ancora l’argomento non era così “popolare” ma non per questo mi definisco, ambientalista; semplicemente cerco di fare il possibile per l’ambiente, attraverso il mio lavoro di artista, ed è a mio parere ciò che dovrebbero fare tutti nei piccoli gesti e attraverso la loro attività di ogni giorno, indipendentemente dalla professione svolta.

Lo si può fare anche attraverso piccoli gesti quotidiani nel tempo libero, come dividere i tappi dalle bottiglie o raccogliere qualche rifiuto a terra durante le passeggiate. Come diceva Madre Teresa di Calcutta “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.”

Come umanità, abbiamo ormai capito che il mondo, tra crisi ambientale, economica, e pandemica, non poteva certo andare avanti così. Sono certa che, a partire dagli organizzatori di grandi eventi, si capirà come ottimizzare le risorse, e oltre a porre attenzione a materiali e mezzi sostenibili dal punto di vista ecologico, si punterà a soluzioni che implichino una sostenibilità economica, senza dimenticare che “sostenibilità” significa anche “sostenersi a vicenda”. Quando senti termini come “svolta green” o “transazione ecologica”, io cerco di pensare a qualcosa di concreto. Spero lo facciano tutti. Solo così si potrà ripartire insieme.

Lady Be
Lady Gaga

In questi giorni sono stati organizzati diversi eventi per promuovere i suoi mosaici. Noi siamo stati alla mostra di Busto Arsizio, quali altre città hanno contribuito?

Attualmente le mie opere si trovano nella prestigiosa sede di Castel dell’Ovo, a Napoli, all’interno della Mostra “Troisi Poeta Massimo” visitabile fino al 25 luglio 2021. Altre opere a tema musicale si trovano nella mia mostra personale a Milano Malpensa (aeroporto) dal 2019, negli stessi giorni in cui è stata inaugurata la mostra a Busto Arsizio una mia opera ha fatto parte della collettiva “Segnalati” in Piazza San Marco a Venezia, all’interno del Palazzo “Scuola Grande di San Teodoro”, mentre tra agosto e settembre 2021 esporrò all’interno della “White Space Chelsea” a New York, 555 W 25th St.

Collaboro con Legambiente e Fai con cui realizzo costantemente eventi, e nel 2019 ho collaborato con Disney Pixar, reinterpretando con la mia tecnica alcuni dei principali personaggi di Toy Story 4. 

Infatti, da diversi anni, ho scelto di realizzare performance live ed esposizioni speciali non espressamente nei contesti artistici tradizionali, come la mia esposizione di opere a soggetto musicale riservata al backstage del Concertone del 1 Maggio a Roma, e la performance live alla Fiera K di Düsseldorf 2019, la più importante fiera delle materie plastiche al mondo.

Negli anni passati ho esposto in Musei, Palazzi, Monumenti, Fondazioni, Gallerie in varie città: New York, Parigi (sulla Torre Eiffel), Amsterdam, Londra, Barcellona, Budapest,  Berlino, Düsseldorf, Lisbona, Bruxelles, Malta, e nelle principali città Italiane. Tra le mostre istituzionali italiane selezionate, nel 2016 a Milano (Brera) presso l’Ex Studio di Piero Manzoni, nel 2017 all’intero dello storico Palazzo Oddo di Albenga (SV), nel 2018 al Castello Visconteo di Pavia (Musei Civici).

Federica Virgillito

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