Lockdown in Barbados, foto stay home. Scatti della quarantena a Bridgetown

Lockdown in Barbados, foto stay home. Scatti della quarantena a Bridgetown

BARBADOS – Incontro (questa volta virtualmente) il fotografo Mario Porchetta, che avevo intervistato per il suo photobook Bridgetown Beat, per farci descrivere in parole e immagini, la quarantena nella capitale di Barbados. Ecco il progetto foto stay home: i suoi scatti che descrivono come ha vissuto il lockdown.

La nostra intervista è stata una lunga chiacchierata, che trovate anche qui pubblicata in inglese su YouTube e tradotta qui nell’articolo in italiano. Nella mente di ognuno di noi s’immagina che, vivere il lockdown a Bridgetown, o comunque nel paradiso di Barbados, abbia avuto i suoi vantaggi. Certamente rispettare #iorestoacasa immersi nella bellezza della natura di quest’isola non è come viverlo in un’appartamento di una metropoli, ma come lo vive un artista abituato a cogliere ogni aspetto del mondo che lo circonda ed interpretarlo con la sua creatività? Come avrà vissuto il cambiamento, soprattutto nelle sue vesti di fotografo?

Allora Mario, ci racconti questa quarantena a Barbados? Ci racconti per quanto tempo hai dovuto rispettare #iorestoacasa e come hai vissuto il lockdown in Barbados?

intervista a mario porchetta mywhere

Qui il lockdown completo e’ iniziato il 2 Aprile quando sono aumentati i casi, per tre settimane è stato più estremo che in Italia, poi progressivamente e’ stato ridotto. Un po’ di paura c’è stata solo il giorno prima della chiusura totale in quanto i supermercati sarebbero rimasti chiusi fino a data da destinarsi. La gente si è ammassata senza nessuna precauzione e ci sono stati malori e qualche scontro anche se non grave. Si temeva un contagio di massa ma per fortuna non è avvenuto.

Il mio lockdown non e’ stato affatto traumatico. I disagi pratici sono stati ridotti per via di buoni servizi di consegna a domicilio. Dal punto di vista pratico è stato solo faticoso dover fare tutto in casa in quanto mia moglie tornata dall’India in 22 Marzo ha dovuto prolungare l’isolamento in casa per oltre un mese per via di alcuni sintomi sospetti. Per fortuna è risultata negativa al test Covid.

 

Dal punto di vista psicologico nessun problema. Svolgendo una vita molto interiore con molta meditazione e pratiche di consapevolezza grazie alla amata India dove spendo una parte dell’anno, non ci sono stati cambiamenti nello stile di vita. Anche come fotografo non ne ho risentito. E’ stata un’opportunità per osservare le piccole cose e cambiamenti nella vita intorno alla nostra casa. Fortunatamente disponiamo di mille mq di giardino e di una piscina senza cloro di 13 m.

 

Pensavo spesso ad un mio amico a Roma, con cui siamo cresciuti insieme come fotografi, chiuso in un appartamento piccolo al primo piano da dove poteva a malapena vedere un pezzetto di cielo. Così ogni giorno prendevo la macchina fotografica ed osservavo: un fiore nuovo che sbocciava, i dettagli di un altro mai scoperti prima, il gioco delle ombre che cambiava a secondo della posizione del sole, i riflessi nell’acqua della piscina e via dicendo.

Da qui e’ nata l’idea di pubblicare 40 posts su Facebook rappresentando una quarantena a casa. Ne sono uscite fuori 221 immagini postate; un modo di far sentire la vicinanza con altri umani attraverso un medium visivo.   

Il lockdown alle Barbados tra gli scatti di Mario Porchetta

Com’è la situazione ora? Non è più un lockdown completo vero?

Si, non siamo più in lockdown in Barbados. Rimane l’applicazione della distanza sociale e il divieto di uscire dopo le 10 di sera nel weekend. Sono stati ristabiliti da pochi giorni i voli commerciali anche se con frequenze ridotte. Il paese ha bisogno di turismo anche se i rischi di nuovi contagi dagli Stati Uniti e Inghilterra sono alti.  

Oltre alla fotografia in bianco e nero che ci ha incantato con il tuo libro Bridgetown Beat, cos’è che ti piace di più fotografare della terra dove vivi?

Nel libro che hai menzionato emerge il mio stile principale, ossia la vita di tutti i giorni catturata in strada o in qualsiasi altro posto. Oltre a questo mi piace catturare composizioni dove la natura si integra con ciò che l’uomo crea, particolarmente quando l’uomo abbandona ciò che ha creato e la natura se ne impossessa.  Non con un senso di tristezza ma piuttosto di un nuovo inizio o un ciclo della vita. Su questo tema feci nel 2013 una mostra con 24 immagini incorniciate da un grande artista cubano applicando i principi dell’ “Arte Povera”, riciclando cartone e aggiungendo colla a caldo e pittura per crearle.

Mario Porchetta foto stay home

Alcune di queste foto sono ora in casa di collezionisti nel Nord America e Europa. Inoltre mi piace cogliere dettagli durante le passeggiate con la nostra cagnolina. Una mano per il guinzaglio e l’altra per la macchina fotografica o il cellulare. Ho creato una serie di centinaia di immagini prese a non più di uno o due chilometri da casa. Un modo per dimostrare che c’è così tanto intorno a noi ma che difficilmente abbiamo la consapevolezza “del vedere” sempre presi dai nostri pensieri.  

In questi giorni difficili hai realizzato un tour fotografico virtuale che ritrae scene della quotidianità provenienti da paesi dove hai vissuto. Cosa ti ha lasciato questa esperienza, logicamente un po’ diversa dalle altre? Come ti è venuta l’idea?

L’ ispirazione è nata da un romanzo che ho appena finito di scrivere in cui racconto le mie esperienze, soprattutto lavorative, tramite quattro personaggi inventati. Ho accompagnato l’immagine con piccole storie vissute nel momento degli scatti. Sono 12 ministorie che coprono cinque paesi:  Kenya, Senegal, Cina, Hong Kong e la Somalia. Durante il lockdown ho ritirato fuori da uno scaffale piccole stampe sopravvissute ai miei trenta traslochi e ai sette paesi in cui ho vissuto. Quasi tutti i negativi persi e solo qualche diapositiva rimasta anche se non in buone condizioni. Così ho restaurato alla meglio le immagini e creato la serie.       

Domanda facile ma risposta difficile. Qual è la tua fotografia del cuore? Quella che più rappresenta questo periodo per te?

Sicuramente quella di mia moglie mentre fa il suo lavoro di avvocato in uno studio improvvisato nel nostro patio. E’ un esempio felice e fortunato di come il lockdown ha creato altre opportunità per migliorare la propria esistenza. Qui si può parlare di smart working a tutti gli effetti.     

Una compagnia di produzione inglese sta lavorando su un progetto fotografico virtuale per ripercorrere il lockdown e ha richiesto tre foto per ogni nazione. Racconteranno anche le Barbados.  Ci parli di questo progetto?

E’ per via dell’iniziativa foto stay home descritta all’inizio di questa intervista. Una persona che stava lavorando su un progetto che racconta il lockdown tramite immagini, ha notato i miei post su FB.

Una compagnia inglese sta lavorando su questa iniziativa e mi ha chiesto di poter usare delle foto. Ho accettato e firmato il loro modulo per l’autorizzazione. Non so quanti paesi riusciranno a coprire alla fine. Mi hanno detto che hanno selezionato due mie foto per Barbados.     

Circa un mese fa abbiamo parlato della Giornata Mondiale dell’Ambiente. La quarantena e l’emergenza Covid hanno portato a qualche beneficio nelle variopinte Barbados? Come viene percepita la salvaguardia dell’ambiente da quelle parti?

Purtroppo il tema ambiente è poco sentito da queste parti. A parte una compagnia che raccoglie vetro, plastica e metallo non esiste raccolta differenziata. Molto è lasciato all’iniziativa privata. E’ una consapevolezza che ancora non è emersa a livello globale anche se il nuovo Primo Ministro si sta adoperando per arrivare in 30 anni a coprire il fabbisogno energetico del paese attraverso l’energia solare. Nella nostra casa produciamo con  pannelli più energia di quanto consumiamo quindi con il grid contribuiamo a produrre energia pulita per il paese. Nel garage abbiamo dei contenitori separati per il riciclo e quando sono pieni stipiamo la macchina e li portiamo al suddetto centro di riciclo.

Un americano figlio di ricchi Barbadiani è tornato nel suo paese di origine e sta trasformando una cava di sabbia in un parco forestale, produzione di alimenti biologici e laghetti per favorire il ritorno di molte specie aviarie scomparse da tempo. Speriamo che queste e le altre piccole iniziative come la nostra possano sensibilizzare la popolazione locale.   

La prima immagine è stata scattata nelle prime fasi del progetto. Nella la seconda, lo stesso luogo cinque anni dopo.

Gli scatti di Mario Porchetta in Barbados

THE LIVE INTERVIEW WITH PHOTOGRAPHER MARIO PORCHETTA

intwervista porchetta - cinque mywhere

 

Tutte le foto sono MarioPorchetta©

Fabiola Cinque

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