Cosa rappresenta The International Jazz Day per un musicista jazz?

Cosa rappresenta The International Jazz Day per un musicista jazz?

MONDO – Il 30 aprile il mondo celebra la Giornata Mondiale del Jazz , evento istituito dall’Unesco nel 2011. Per omaggiare la bellezza di questo genere musicale e conoscere meglio questa ricorrenza abbiamo intervistato il jazzista e fotografo professionista Mario Porchetta.

È la musica della speranza, della nostalgia e della malinconia, della gioia e del vigore. È la musica della preghiera, che canta gioie, dolori, splendori e angosce. È il Jazz e il 30 aprile, ricorre il Jazz Day, un evento che riunisce paesi e comunità di tutto il pianeta. Ma cosa rappresenta questa ricorrenza? L’abbiamo chiesto a Mario Porchetta, fotografo professionista, insegnante di Taichi e Yoga spirituale, agronomo e, appunto, musicista jazz.

Mario ha voluto raccontarci la sua grande passione e le sue emozioni.

Il 30 di questo mese si celebra la giornata internazionale del jazz. Quale significato assume questa celebrazione per chi come te è un musicista jazz?

Anche se questo evento è patrocinato dall’UNESCO bisogna specificare che il creatore e promotore non è altro che il grande pianista e compositore Jazz Herbie Hancock. Da moltissimi anni Hancock si è impegnato per promuovere questa cultura afro americana in tutto il mondo come Presidente della Herbie Hancock Institute of Jazz (ex Thelonious Monk Institute of Jazz), ed è il principale partner organizzativo del Jazz Day. Ogni anno questo istituto organizza un concorso per giovani pianisti jazz proveniente da ogni lato del mondo. Nel 2006 mi sono recato a Washington per assistere alla finale di questo concorso in occasione dei 25 anni di questo istituto. Sul palco si alternarono diversi tra i più grandi jazzisti e fece anche un’apparizione Stevie Wonder. Un’esperienza indimenticabile.

Herbie Hancock e Wayne Shorter con dei studenti del Telonious Monk Institute al concerto del 2013

Ma torniamo al Jazz Day. L’UNESCO collega la celebrazione della Giornata Internazionale del Jazz alla Convenzione del 2005 sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, sostenendo che il Jazz Day “integra la cultura in quadri di sviluppo sostenibile”, “promuove i diritti umani e le libertà fondamentali”, e “protegge e promuove la diversità delle espressioni culturali (* fonte Wikipedia). Durante questa giornata oltre a un concerto principale in una città scelta ogni anno, si svolgono concerti in molti paesi e le registrazioni sono messe a disposizione in podcast dai gestori dell’evento. Inoltre si svolgono seminari e tutto viene messo a disposizione al pubblico tramite il website dell’evento.

Mario Porchetta a Nairobi 1998

Da quando si svolgono questi concerti, li hai seguiti ed eventualmente partecipato da Barbados?

Il primo importante concerto si svolse a New Orleans il 30 Aprile 2012. Li ho seguiti tutti a partire dal 2013. Questo fu per me l’evento più affascinante in quanto si svolse a Istanbul nella chiesa bizantina del IV secolo Hagia Irene. La celebrazione del Jazz Day 2020 è stata presentata virtualmente a causa della pandemia COVID-19. Il concerto finale delle All-Star è stato visto più di 10 milioni di volte su Facebook. Per quest’anno le attività saranno simili al precedente. Qualche anno fa diedi la mia disposizione all’associazione Jazz to Barbados per organizzare il concerto per l’evento. Fu un’idea innovativa per Barbados in quanto misi insieme e cominciai a dirigere un gruppo di sole donne jazziste. Purtroppo per dissidi tra gli artisti e l’associazione non portai a termine l’iniziativa ma diedi il mio contributo per la fotografia del concerto di un altro gruppo.

Giornata Mondiale del Jazz Mario Porchetta
Barbados 2019

Che cosa suoni e che rapporto hai con il Jazz? C’è uno stile di Jazz che preferisci suonare?

Sono un percussionista. Ho studiato in Italia alla fine degli anni 70 sotto la guida di un percussionista afro americano (Karl Potter) scomparso nel 2013. Nel 1990 prima di andare a vivere in Senegal ho anche studiato percussioni senegalesi presso la scuola Timba di Roma. Il mio primo concerto fu a Perugia nel 1982 quando era ancora studente universitario. Poi ripresi veramente a suonare dal vivo in Senegal e dal 1998 in Kenya prima e Barbados poi sono entrato in gruppi Jazz fino a creare il mio trio nel 2011. Oltre a performances al Festival Jazz internazionale di Barbados che purtroppo non esiste più, ho suonato in tre concerti al Festival di Santa Lucia, il più importante nei Caraibi.

Giornata Mondiale del Jazz Mario Porchetta

Suono anche l’armonica, anche se prevalentemente Blues. Il mio rapporto con il Jazz iniziò veramente nel 1975 quando andai a vedere un concerto di alto livello a Roma. Da allora quasi abbandonai ogni altro genere musicale lasciando solo qualche piccolo spazio per la classica, l’africana e la bossa nova. Avendo ricevuto un’impronta afro-jazz dal mio maestro ed essendo vissuto per 12 anni in Africa posso dire che questo genere sia il mio preferito sia nella sua purezza che nelle versioni afrocubane e funk.

Avevamo iniziato a conoscere Mario Porchetta nell’intervista che gli feci in occasione della pubblicazione del suo photobook Bridgetown Beat in cui ritrae il lato più intimo della capitale di Barbados, dove da tempo vive e lavora. Lo incontrerò a breve proprio per farci descrivere la terra dove vive, e, per questa volta, del suo mondo a colori.

Jazz Mario Porchetta

Grazie Mario di averci accompagnato per mano attraverso il Jazz Day. Continueremo a seguire la tua arte, fotografica e musicale, a presto!

 

In homepage Young musicians in Barbados Foto Mario Porchetta

Fabiola Cinque

Leave a Reply

Your email address will not be published.