Sotto il cielo di Zanzibar: l’amore Masai di Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani

Sotto il cielo di Zanzibar: l’amore Masai di Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani

MONDO – “Questo libro nasce dal nostro amore per l’Africa. Lì abbiamo vissuto e incontrato l’amore, ma le storie narrate non sono il racconto delle nostre vite. Sotto il cielo di Zanzibar è un romanzo e quindi l’immaginazione ha avuto un ruolo preponderante. La nostra esperienza in questa terra magica ci ha dato solo un piccolo spunto da cui partire e le due protagoniste sono personaggi di pura fantasia creati da noi”. Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani

Dall’Italia alla Tanzania il passo è breve se condotto da Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani. Le due scrittrici con il romanzo Sotto il cielo di Zanzibar ci fanno immergere nel cuore dell’Africa tropicale, a Zanzibar appunto, in una storia che ci ricorda che l’amore, quando c’è, non ha barriere e cancella qualsiasi distanza e differenza.

Il libro edito da Dialoghi per la collana Intrecci, attinge liberamente da avvenimenti biografici delle due ragazze e ha come protagoniste Sofia e Giada, due giovani donne che si trovano nello stesso momento a vivere a Zanzibar (se volete viaggiare con la mente, oppure iniziare a ragionare su come raggiungere questo luogo meraviglioso, date un’occhiata alle offerte KLM) , terra piena di meraviglie e contraddizioni, senza mai conoscersi.

Il tema centrale del romanzo è l’amore, unico e particolare, tra le due protagoniste e due guerrieri masai, un amore che fa partire un racconto emozionante, coinvolgente, ricco di intrighi e tradimenti, raccontati con l’abile strumento dell’ironia. Il tutto naturalmente, immerso nell’atmosfera della savana e dell’oceano Indiano.

Il libro di Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani è un omaggio alla magia e alle contraddizioni della cultura africana, ma soprattutto un inno all’amore mai come in questo caso senza barriere. Ecco la mia intervista alle autrici.

SOTTO IL CIELO DI ZANZIBAR: AMORE MASAI

sotto il cielo di zanzibar mywhere
Sotto il cielo di Zanzibar: la copertina del libro edito da Dialoghi e disponibile in tutte le librerie

Buongiorno a entrambe Cristina e Ilaria, ci raccontate com’è nata l’idea per scrivere Sotto il cielo di Zanzibar?

È nato tutto a Capodanno 2019, quasi per gioco. Eravamo insieme in cucina e tra una chiacchiera e un’altra abbiamo buttato giù l’idea. Ancora non immaginavamo che pochi giorni dopo ci saremmo trovate a scriverlo per davvero.

 E sulla scelta del titolo cosa potete dirci? Lo avete scelto prima o dopo averlo scritto?

Subito dopo, all’inizio non trovavamo nulla di adatto che potesse racchiudere tutto ciò che il libro conteneva. Poi siamo partite insieme, per un viaggio di 3 mesi tra Tanzania e Zanzibar e lì una sera di luglio con i piedi nudi sulla sabbia bianca e sedute con il naso all’insù verso il cielo stellato e magico della nostra amata isola abbiamo avuto l’ispirazione. Ci siamo guardate e ci siamo dette quasi all’unisono “ma se lo chiamassimo “Sotto il cielo di Zanzibar ?”. In fondo era da lì che aveva avuto inizio tutto e sotto quel cielo le storie delle due protagoniste avevano preso forma per poi evolversi.

Sotto il cielo di Zanzibar – Cristina Pedrinzani

E la copertina? Raccontateci com’è nata…

Avevamo già in mente il soggetto: due mani, una nera ed una bianca che si tenevano strette, contornate dai tipici gioielli Masai e dalle vesti sullo sfondo. Sia per il forte significato simbolico di unione tra due culture diverse sia per rappresentare il contenuto del libro stesso. E cosa fondamentale volevamo che fosse il più originale possibile nel senso che non volevamo attingere da archivi web e così Ilaria e Andrea,il marito Masai, si sono recati da un fotografo professionista muniti di vestiti masai e monili di perline. Il risultato è stato disastroso e non utilizzabile. Così con la consegna alle porte una cara amica fotografa amatoriale, Caterina Di Biase, si è offerta di aiutarci e insieme ad Ilaria hanno rincorso in pausa lavoro Andrea e quasi obbligato a indossare abiti e bracciali per scattare la fatidica foto di copertina. Il risultato fu ottimo ed incarnava appieno la nostra idea.

I RINGRAZIAMENTI ALL’AFRICA E LA DEDICA SPECIALE ALLE FIGLIE

sotto il cielo di zanzibar intervista a Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani mywhere

Nel vostro libri sono presenti sentiti ringraziamenti all’Africa. Ci spieghi perché?

Eravamo in debito con questa terra, per quello che ci aveva dato in termini di emozioni e profondità umana. Ci ha cambiato la vita modificando la nostra prospettiva e il modo di vedere le cose. Lì abbiamo conosciuto un altro mondo, per tanti versi più umano, vero e ci ha accolte come sue figlie dandoci la possibilità di diventare un tutt’uno con essa. Non ci siamo mai sentite ospiti o viaggiatrici. Lì ci siamo sentite come a casa.

Non manca una dedica alle vostre figlie…

Sicuramente le nostre figlie vivendo tra due culture così diverse avranno un grande bagaglio, sia culturale e che di esperienze ma sappiamo bene anche che  essendo due bambine miste avranno più difficoltà e ostacoli sul loro percorso. Ci auguriamo che nonostante tutto e tutti riescano a trovare la loro strada verso la felicità così come l’abbiamo trovata noi.

Zanzibar

SOTTO IL CIELO DI ZANZIBAR: LA CULTURA MASAI

Ci raccontate un rito Masai?

Sicuramente quello che ci ha coinvolto più emotivamente e personalmente è stato quello avvenuto durante il matrimonio. Ilaria e Andrea si sono sposati in Italia con rito civile e subito dopo sono volati in Tanzania per celebrarlo con rito Masai nella Savana. Ilaria era totalmente inconsapevole di come si sarebbe svolto. Nel pomeriggio la cognata l’ha vestita con il tradizionale abito delle donne masai di colore viola e che consiste in due pezze diverse di stoffa: una legata intorno alla vita con una cintura e l’altra legata su una spalla per coprire il busto. Le hanno messo il tradizionale copricapo fatto di perline e medagliette in metallo che ricadono sulla fronte, bracciali e collane della stessa tipologia. Poi è entrata nel recinto del bestiame dove era stata adagiata una pelle di mucca essiccata e sulla quale si è inginocchiata insieme ad Andrea. Lì li attendevano i testimoni, giovani guerrieri amici dello sposo e gli anziani del villaggio. La cerimonia si è svolta in Maa, lingua orale dei masai. Sono stati benedetti con le preghiere e i due testimoni hanno preso un sorso di latte da una zucca essiccata chiamata Kibuyu ed utilizzata come contenitore per il latte e lo hanno sputato in faccia agli sposi. Successivamente anche gli anziani hanno fatto lo stesso e hanno sputato il latte tutti nello stesso momento su Ilaria e Andrea. Finita la cerimonia si sono alzati e diretti verso la capanna di famiglia senza mai voltarsi indietro come per lasciarsi alle spalle il passato. Avrebbero dovuto stare senza lavarsi fino all’alba successiva ma Ilaria al tramonto non ha resistito e si è fatta un bagno.

viaggio a zanzibar

Qual è il tema centrale del libro?

Sicuramente l’amore delle due protagoniste con due guerrieri masai che da luogo ad un racconto emozionante, coinvolgente e ricco di colpi di scena, intrighi e tradimenti raccontati con un tocco di ironia che catapulteranno il lettore tra savana ed oceano Indiano. Ma ha anche una tematica attuale dove lo scontro tra due culture differenti porta l’attenzione su un tema “caldo”: quello delle coppie miste, sempre più numerose nella nostra società.

“Il destino non si sceglie, si vive” e “Il Richiamo di Madre Terra”. Perché avete inserito due titoli?

Entrambi i titoli interni che dividono il libro in due sezioni distinte racchiudono il nostro sentire verso l’Africa e verso il destino.

Infatti da una parte c’è Sofia che si ritrova per caso su quest’isola ed è il destino che sceglie per lei: si trova in quel momento a vivere una storia d’amore e di passione che la travolge e che può soltanto “vivere” così com’è giusto a vent’anni, senza freni, senza tabù o pregiudizi.

Dall’altra c’è Giada che sente un richiamo quasi primordiale verso questa terra e che incarna a pieno il sentite di Cristina, l’autrice che si è sentita chiamata come i marinai di Ulisse al canto delle sirene.

La Zanzibar di Ilaria Beraldi

LA CONDIZIONE FEMMINILE IN AFRICA E LA RACCOLTA FONDI DI ILARIA E CRISTINA

Cosa potete dirci su Zanzibar?

È un’isola tropicale immersa nell’Oceano Indiano e piena di contraddizioni. Zanzibar è un’isola tropicale immersa nell’oceano Indiano e piena di contraddizioni. Da una parte ci sono i resort extra lusso scintillanti e perfetti ma tutt’intorno la povertà dei villaggi di pescatori, con le casupole malmesse e la gente a piedi scalzi con i vestiti strappati e rattoppati. È un tripudio di colori, sapori e odori che difficilmente si può spiegare a chi non l’ha vissuta davvero. E per vissuta davvero intendiamo non da turiste: bisogna addentrarsi nei villaggi polverosi, nei vicoli di Stone town, la capitale e perdersi tra la sua gente. Lì puoi respirare la vera anima di Zanzibar: dove anche chi non ti conosce ti da un saluto, dove si vive con poco e di cose semplici.

Cristina ha vissuto lì, in una casa con il tetto di lamiera, senza acqua corrente, tv o lavatrice. In infradito o a piedi nudi. Questa è Zanzibar: o la ami o la odi.

Parlateci della condizione femminile nella cultura Masai.

La donna nella cultura masai, così come un po’ dappertutto nel mondo è quella che porta avanti la famiglia, la casa e si fa carico di tutto. Nella tribù masai ancora di più che nelle altre poiché è la donna a svolgere compiti pesanti come la costruzione della capanna stessa fatta di pesanti pali conficcati nel terreno e ricoperti da fango e sterco o l’approvvigionamento di legna e acqua. Le donne di svegliano all’alba per mungere le capre o mucche e prepare il chai, il the speziato, per la colazione. Vanno a prendere l’acqua al fiume o lago (dipende dalla zona) e si caricano i pesanti pesi sulla testa. Già da bambine viene insegnato loro come si fa a trasportarla o ad accudire i fratelli più piccoli.

Sempre la donna si occupa della casa, di cucinare, dei figli o di lavare a mano la biancheria. Non le viene però riconosciuto un ruolo di potere ma deve sottostare al volere del marito o del padre. Anche le pratiche di circoncisione femminile sebbene illegali vengono ancora praticate nei luoghi più remoti della savana. Fortunatamente però anche la società dei masai sta subendo una trasformazione ed emancipazione. Se da una parte molti guerrieri si muovono in cerca si lavoro in città o sulla costa e si aprono verso il progresso anche tante donne seguono il loro stesso percorso. Per cui nel giro di qualche decennio il cambiamento sarà inevitabile.

sotto il cielo di zanzibar intervista a Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani mywhere
Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani

Vogliamo informare il nostro pubblico sulla vostra raccolta fondi?

La raccolta fondi era nata inizialmente per la costruzione di due pozzi. Cristina rimase profondamente segnata dal suo primo viaggio nella savana dove vide i guerrieri calarsi dentro a grosse buche scavate nel terreno per tirare su secchi di acqua fangosa usata da loro per bere, cucinare e lavarsi. Rimase cosi impressionata che di chiese a lungo come poter cambiare la situazione. Cosi insieme ad Ilaria aprì una raccolta fondi a gennaio. Purtroppo però a causa del coronavirus non potremo partire per la Tanzania e il progetto rimase in sospeso (a distanza e con i pochi soldi raccolti era impossibile realizzarli) finché su Instagram conobbero prima Stefano Lotumolo poi Nicola Magulo, un italiano che vive in Tanzania e porta avanti numerosi progetti. Iniziarono a seguirli con interesse finché Nicola mostrò il progetto di costruzione di una scuola per 40 bambini maasai. Quei volti e quegli occhi ci colpirono a tal punto da pensare di devolvere la somma raccolta in favore di quella scuola. E così i lavori iniziarono e in poco tempo furono portati a termine. Siamo immensamente fiere di aver contribuito a questo importante progetto e ringraziamo Nicola di Shot Tanzania per l’impegno concreto sul campo.

Il mio percorso di #IOVIAGGIOSULDIVANO è nato all’inizio del lockdown con l’intervista a Mario Cimarosti autore del libro AI CONFINI DELL’ASIA avventure e incontri tra zar sultani e maioliche. E’ un’altra intervista che vi consiglio di leggere se avete il desiderio di viaggiare con la vostra mente, ora più che mai.

L'Editore

One Response to "Sotto il cielo di Zanzibar: l’amore Masai di Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani"

  1. Melissa Turchi
    Melissa   23 Novembre 2020 at 08:39

    Seguo le pagine delle due autrici per il fascino dei loro racconti e l’amore e l’energia che sprigionano le loro foto. Ma le seguo, soprattutto in questo periodo, perché fanno viaggiare stando purtroppo relegati sul divano. Bravissime e complimenti per la loro opera di cui ho letto bellissimi commenti.

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