ETIOPIA – Visitare la capitale Addis Abeba, ammirare il lago Tana, il Nilo azzurro, i castelli di Gondar e condividere la fede con gli etiopi, conoscere gli usi, i costumi e le tradizioni di una popolazione unica e ancora fortemente influenzata dalla cultura cristiana. Ecco il nostro reportage in Etiopia.
L’albero genealogico dell’umanità si è di molto allungato da quando un evento straordinario ha reso felici i cacciatori di antenati, da quando cioè nel 1974, i paleontologi ritrovarono in Etiopia, e più precisamente nella valle di AWASH, le spoglie di nonna Lucy. Così è stata chiamata questa cara vecchietta di circa 3,2 milioni di età, ora ospite del Museo Nazionale ed Etnografico della capitale Addis Abeba.
Per venire a tempi più recenti possiamo dire che l’Etiopia è l’unico paese africano ad essersi convertito al cristianesimo sin dalle sue origini e, successivamente, ad essersi contrapposto all’islamismo che andava diffondendosi in tutti i paesi del bacino del Mar Rosso.
Come possiamo dire che la storia d’Europa è permeata di cultura cristiana e sarebbe impensabile intraprendere un viaggio turistico in uno qualsiasi dei paesi europei senza imbattersi in un monumento cristiano ( cattolico, protestante o luterano) capace di raccontarci la storia del posto, così, per chi vuole conoscere la storia dell’Etiopia, deve affidarsi alle vestigia cristiane.
LA STORIA DELL’ETIOPIA TRA CRISTIANESIMO E POLITICA
La cultura giudaica, prima, e quella cristiana, in seguito, si sono diffuse in Etiopia in questi ultimi 3000 anni. Capostipite della dinastia salomonica, che ha visto succedersi sul trono etiopico 274 re, fu la regina di Saba che ebbe dal re ebraico Salomone un figlio Menelik. Questi portò in Etiopia, da Gerusalemme, una delle reliquie più importanti per gli ebrei : la mitica Arca dell’ Alleanza, contenente le tavole dei Comandamenti che Mosé ricevette dall’Onnipotente sul Monte Sinai.
L’ Etiopia è un paese straordinario che, pur essendo prossimo all’equatore, sugli altipiani gode di un clima confortevole, è abitato da una popolazione che non è ancora stata sfiorata dal benessere della civiltà consumistica. Gli abitanti sono di fede e cultura cristiana, parlano 80 differenti lingue e 200 dialetti. Il territorio non ha ancora subìto le ingiurie della civiltà. Visitare l’Etiopia è una esperienza esaltante, è un viaggio introspettivo che ci fa conoscere come eravamo e ci fa comprendere chi siamo.
Il cristianesimo cominciò a diffondersi nel 34 d.C., ma la vera evangelizzazione iniziò nel 341 d. C. Tuttora, il 50% della popolazione è di fede cristiana. L’ultimo imperatore è stato Hailé Selassié I, Neegus d’Etiopia dal 1930 al 1936 e dal 1941 al 1974. Negli anni dell’esilio (dal 36 al 41) l’Etiopia fu oggetto di mire espansionistiche da parte dell’ Italia. In realtà, l’Etiopia è anche l’unica nazione a non essere mai stata colonizzata dagli europei come accadde invece per tutti gli altri paesi africani. In Etiopia vi è sempre stato un legame indissolubile tra il potere politico e quello religioso. In pratica, il cristianesimo ha fatto qui della monarchia una istituzione religiosa di origine divina. Infatti, gli elenchi dei discendenti della dinastia salomonide preposti a regnare, venivano redatti dal clero.
Il 1974 è l’anno delle vera svolta politica dell’Etiopia. Il cambiamento avvenne dall’interno: Hailè Selassièz fu esonerato dal suo incarico e la nomenclatura politico-religiosa, che sino a quel momento aveva retto le sorti del paese, cedette il posto ad un regime totalitario che sancì, nellanuova costituzione, la definitiva separazione dello Stato dalla Chiesa. Oggi l’Etiopia è una repubblica democratica.
VIAGGIO IN ETIOPIA: ADDIS ABEBA E I TERRITORI INCONTAMINATI
Gli altipiani che la dominano al nord conservano tuttora splendide chiese e monasteri, alcuni dei quali sono patrimonio della umanità come quelli che si trovano a Lalibela Questi luoghi sacri ci parlano della profonda fede cristiana di quel popolo e ci raccontano la storia del territorio. La chiesa Etiopica attualmente conta 50 milioni di fedeli, 1000 monasteri e 50 mila parrocchie. Il cristianesimo è professato dal 50% della popolazione che abita al Nord, i mussulmani, che rappresentano il 30%, si trovano all’’Est, mentre al Sud sono praticati ancora i culti tradizionali.
Numerose sono le motivazioni che inducono il turista avveduto ad intraprendere un viaggio nell’Etiopia del Nord: visitare la capitale Addis Abeba, ammirare il lago Tana e le sue chiese, il Nilo azzurro, i castelli di Gondar, le 11 chiese di Lalibela, condividere la fede con gli etiopi, conoscere gli usi, i costumi e le tradizioni delle popolazioni che abitano sull’altopiano e percorrere il territorio, tuttora incontaminato.
La compagnia aerea Ethiopian Airlines è senz’altro il mezzo di comunicazione più idoneo per muoversi in Africa e quindi anche per raggiungere l’Etiopia. Per effettuare un viaggio organizzato la cosa migliore è rivolgersi a chi conosce perfettamente la logistica e l’ospitalità etiopi. La Ethiopian Airlines arriva ad Addis Abeba la mattina presto, ciò che lascia tutta la giornata per visitare la capitale. La città è sorta come un piccolo agglomerato sull’altopiano, a 2.400 m., lungo le rotte carovaniere e ampliata successivamente da Menelik nel 1887. Oggi conta più di 3 milioni di abitanti e si fregia di essere la sede del più grande mercato di tutta l’Africa.
La prima visita è un doveroso omaggio a nonna “Lucy”, questa nostra antenata che si ricollega all’inizio della storia dell’uomo. Il pomeriggio è dedicato allo shopping: le belle gallerie d’arte e i negozi di artigianato propongono oggetti prevalentemente in legno e argento di foggia diversissima dato che provengono dalle differenti tribù dell’Etiopia che hanno una storia e una cultura totalmente diverse le une dalle altre. Per cena è d’obbligo la cucina etiopica che va gustata con le mani in locali animati dalle danze tipiche delle etnie indigene.
VIAGGIO IN ETIOPIA: ADDIS ABEBA-BAHAR DAR
Addis Adeba-Bahar Dar con vetture Toyota Land Cruiser 4.4 .Si transita per il monastero di Debre Libanos, che domina la valle del fiume Jemma, tributario del Nilo. La chiesa a croce latina del XIII secolo è ritenuta uno dei luoghi più mistici dell’Etiopia e le acque dei ruscelli attigui sono considerate miracolose. Un tempo il monastero ospitava fino a 4 mila monaci.
Il paesaggio dell’altopiano è molto spettacolare e lungo la strada si ha la possibilità di incontrare “bande” di babbuini Gelada, una specie endemica degli altopiani etiopici. Si potrà ammirare anche il vecchio ponte portoghese sul Nilo. In serata si giunge a Bahar Dar.
IL NILO AZZURRO E IL LAGO TANA
Il giorno successivo: in mattina, cascata del Nilo azzurro e, nel pomeriggio, lago Tana di 3.600 km2, che si trova a 1.800 m. di altezza ed è il più grande dell’Etiopia.
Il Nilo azzurro è un immissario del lago Tana e quando esce si butta a capofitto in uno strapiombo di 50 m, creando la cascata Tississat . E’ certamente una visione che ci porteremo sempre con noi . E’ emozionante essere a pochi passi dalla cascata dove l’acqua, precipitando, si polverizza con grande fragore in una nebbia ben visibile da lontano, sempre avvolta dall’arcobaleno. Il pensiero corre lungo i 6.761 km di vita che il fiume elargisce nel suo lento cammino verso il mare. E’ il fiume più lungo dell’ Africa e il più famoso del mondo.
La cascata si raggiunge camminando mezz’ora circa, tragitto interessante che permette di incrociare gente del posto carica di fardelli, in cammino verso i villaggi circostanti. Il Nilo azzurro, insinuandosi nella gola dell’ altopiano etiopico, raggiunge il Sudan dopo 640 km.
Nel pomeriggio, escursione in battello sul lago Tana per visitare alcuni interessanti monasteri (Ura Kidane, Asua Mariam) che si celano tra la vegetazione sulle rive e sulle isole del lago dove hanno trovato rifugio e sepoltura monaci e dove si conservano ancora pitture e manoscritti risalenti al Medio Evo. Gli affreschi che adornano le pareti illustrano scene del Nuovo Testamento e della vita dei Santi locali con uno stile primitivo dai colori intensi ed estremamente suggestivi. I monaci saranno orgogliosi di mostrare alcuni dei loro tesori: icone e manoscritti medievali, le stupende croci che vengono elevate durante le processioni, corone e paramenti sacri. Situato a 1.860 metri di altezza, a forma di cuore, il lago Tana, ampio come la Basilicata, è di origine vulcanica.
VIAGGIO IN ETIOPIA: BAHAR DAR – GONDAR
Bahar Dar – Gondar :221Km. Questa città divenne capitale dell’ Etiopia nel 1635. Vi regnava Fasiladàs il Grande, fu sede degli Imperatori Etiopi nei sec. XVII-XVIII, e di quell’epoca conserva lo splendore delle pittoresche rovine dei celebri castelli imperiali ed alcune delle sue quarantaquattro antiche chiese che ne fanno una delle città più interessanti del paese. Il grande “Castello di Fasiladàs“, con quattro torri angolari rotonde e un torrione quadrato, la cui elegante facciata ricorda vagamente le costruzioni del nostro Rinascimento, è a due piani con slanciati portali e finestre; poco distante c’è la piscina di Fasilida dove ogni anno il 19 gennaio la chiesa etiope ricorda il battesimo di Cristo, festa del Timkat. A fianco c’è lo slanciato “Castello di Iasù I” o della “Sella”, a pianta rettangolare con torri su tre angoli.
Tra una bella vegetazione è situata la chiesa di Debre Berhán Selassié, posta in cima ad una collina (m. 2.239), costruita durante il regno di Iasú il Grande, ricchissima di pitture e resa universalmente celebre dallo stupefacente e suggestivo soffitto “a serafini“. Tutto il monte, al tempo degli Imperatori, doveva essere fittamente abitato, come testimoniano i muretti e le rovine coperti dalla vegetazione. Gondar è passata alla storia per essere la patria dei Falasha, tribù etiope di origine e religione ebraica, abili orafi, fabbri e ceramisti, che, a seguito di carestie nel 1984 e1990, in 20 mila furono rimpatriati con due imponenti ponti aerei, in Israele, dove tuttora vivono e si sono integrati perfettamente.
GONDAR – LALIBELA
Gondar- Lalibela :350 km. La strada non è molto trafficata e quando passa un fuoristrada, si è accolti festosamente. Gli abitanti di questa zona sono “agricoltori”, vivono in capanne con il tetto di paglia o in baracche di legno con le pareti di paglia impastata con la terra e il coperto in lamiera. Qui si lavora la terra ancora con l’aratro di legno trainato da buoi. Durante il viaggio di trasferimento, in qualsiasi punto del percorso venga decisa una sosta, appaiono immediatamente dal nulla bambini che corrono verso le automobili per salutare e regalare un sorriso.
Un viaggio vacanza per conoscere la storia dell’ Etiopia, durante il tragitto Gondar- Lalibela, può risultare estremamente prezioso ed importante se il sorriso innocente che regalano i bambini può essere contraccambiato con un dono : scarpe, indumenti usati, un ombrello o altri oggetti portati dal nostro paese. Un gesto di amicizia e di fratellanza non obbligatorio ma che può farci capire quanto il nostro superfluo datoci dalla civiltà consumistica possa essere importante per chi è abituato a vivere con un solo indumento 365 giorni all’anno. Il gesto del donare non deve essere inteso come elemosina, ma come segno di fratellanza cristiana verso coloro che hanno sempre sudato per guadagnarsi l’indispensabile per non soccombere.
VIAGGIO IN ETIOPIA: LALIBELA – ADDIS ABEBA
Lalibela: 2.630m. Guardata a vista dal monte Abuna Josef (4.190m.), é stata visitata per la prima volta dagli europei nel 1520. Lalibela è rimasta sempre isolata a causa del difficile accesso che ne ha mantenuto intatta l’originalità e la bellezza. Secondo la tradizione locale, le celebri 11 chiese monolitiche costruite sottoterra sarebbero state costruite nell’arco di 23 anni da Alliberai, imperatore della dinastia Zagué, prima del 1225, forse ad opera di artigiani copti venuti dall’Egitto o da Gerusalemme. Sono evidenti le influenze bizantine ed arabe nonché uno spiccato senso artistico che si riflette nei decori delle facciate delle chiese scavate nel tufo rossastro.11 chiese, ciascuna delle quali scolpita partendo da un unico grosso masso di roccia situato sottoterra, e isolato dalla roccia circostante con una trincea profonda quanto l’altezza della chiesa in costruzione .
Gli scalpellini, in pratica, hanno creato ogni chiesa dall’ alto verso il basso e dato forma agli ambienti dall’esterno verso l’interno. In successione sono state scolpite la facciata e le pareti, le porte e le finestre che hanno consentito agli artisti di “entrare dall ‘esterno “ e togliere la roccia per creare gli ambienti interni della chiesa. Opera finissima di alto ingegno che presuppone un progetto assolutamente lucido ed originale e denota un vivo senso dell’arte coadiuvato da una mano d’opera abilissima. All’interno alcune chiese sono decorate con bassorilievi ricavati direttamente nella roccia. La chiesa di Giorgis, a forma di croce greca, presenta un tetto sostenuto all’interno da quattro colonne collegate da archi. Attraverso cunicoli e passaggi scavati nella roccia si potrà passare da una chiesa all’altra per ammirare nel suo complesso questi 11 monumenti monolitici dedicati alla religiosità, unici al mondo e oggi Patrimonio dell ‘Umanità.
Da non perdere le cerimonie religiose mattutine : sono momenti unici, taumaturgici , assolutamente autentici, che fedeli di tutte le confessioni, o anche atei o miscredenti, possono condividere assieme a un popolo sorretto da una fede incrollabile, e ognuno potrà trarre le proprie conclusioni su questa profonda spiritualità che permea il quotidiano e traspare in ogni espressione della cultura etiope. C’è sempre stata e c’e tuttora una presenza della chiesa etiopica presso il Santo Sepolcro di Gerusalemme. L’epoca in cui le chiese furono costruite coincide con il dominio islamico di questa città. Le chiese di Allibierai, invisibili in quanto sottoterra, sono una rappresentazione dei luoghi santi di Gerusalemme, meta per i pellegrini etiopi che, a quei tempi, non potevano raggiungere il Santo Sepolcro in terra occupata dai maomettani.
Lalibela-Addis Abeba. In aereo il viaggio volge al termine . Nel pomeriggio full immersion per spendere gli ultimi Bir al mercato o nei negozi di artigianato per acquistare: incenso, caffè, spezie, oggetti in legno utilizzati dalle differenti tribù del Sud come poggiatesta, vasi, pestelli o croci copte in argento elaborate dalle popolazioni dell’altopiano.
Cristianesimo etiopico e cattolicesimo della chiesa di Roma
L’Etiopia entrò in contato con il cristianesimo molto probabilmente a seguito degli assidui rapporti commerciali che intratteneva con l’Arabia Sauidita , la cui popolazione, prima dell’ islamizzazione, era pagana, giudaica o cristiana. Questa tesi spiegherebbe anche la presenza della confessione ebraica professata dalla popolazione dei Falasha di Gondar.
Il cristianesimo, da duemila anni ad oggi, è stato oggetto di varie interpretazioni che hanno generato differenti chiese, le quali, pur muovendosi su diversi percorsi teologici, hanno tutte il medesimo obiettivo : la fede in Cristo.
Citiamo quelle più conosciute: cattolica, protestante, ortodossa, copta egiziana ed etiopica, siriaca, armena e malankerese.
La chiesa cattolica romana ed il cristianesimo monofisita etiopico sono assimilabili a due binari paralleli: le stazioni di partenza e di arrivo sono le stesse. I passeggeri trasportati dal treno divergono e disputano, dialogando tra loro se sia più giusto viaggiare stando seduti, appoggiandosi al binario di destra o a quello di sinistra. Pensate, la discussione va avanti da 1600 anni e non sono ancora arrivati ad una conclusione, pur sapendo che il tragitto e la meta sono gli stessi. I più evoluti dei passeggeri ogni tanto lanciano il suggerimento della monorotaia, ma la proposta cade sempre nel vuoto. La disputa principale tra i passeggeri è sulla figura del Redentore: per i Cristiani Monofisiti Etiopici ha una sola natura divina che assimila anche quella umana, mentre per i Cattolici della Chiesa Romana ha due nature distinte, una umana e una divina. Sono ottimista, certamente prima della fine del mondo, pur continuando il convoglio a viaggiare su due rotaie parallele , il Capotreno metterà d’accordo i viaggiatori.
Come ha potuto l’Etiopia, che si trova a due passi dall’Arabia, resistere agli assalti più o meno velati della religione Islamica?
L’Arabia pre-islamica era abitata da famiglie riunite in tribù e clan che professavano il paganesimo, la fede giudaica o il cristianesimo . La nuova religione che Maometto diffuse in tutta l’ Arabia (630), fece di questo popolo una nazione unita e forte, capace di contrastare gli imperi di allora ( bizantino e persiano), e conquistare i paesi limitrofi lambiti da mar Rosso e si espanse anche del bacino mediterraneo. I mussulmani giunsero sino a Roma e la saccheggiarono nell’ 846. L’unico Stato ad opporsi e a resistere alla avanzata islamica in Africa fu l’Abissinia (Etiopia) che restò sempre indipendente e fedele al cristianesimo.
E’ scritto che lo stesso Maometto, essendo perseguitato dai pagani della Mecca (615), si rifugiò dal re etiope (primo incontro pacifico tra cristiani e mussulmani e primo caso di relazioni diplomatiche con l’Islam ). Da allora la gratitudine verso l’Etiopia è diventata un santo precetto dell’Islam. A seguito di questo episodio Maometto ed i mussulmani, riconoscenti, hanno sempre rispettato e ritenuto amico il popolo etiope.
In realtà, alcuni secoli dopo ci fu una invasione mussulmana di Ahmed detto il mancino che, nel XVI secolo, distrusse completamente ogni segno cristiano nel paese, per essere poi successivamente sconfitto.
Parte della morfologia del territorio etiope è caratterizzata dalla presenza di acrocori (altipiani ) con montagne che raggiungono i 4.000 metri e sono sempre state delle barriere naturali che hanno difeso le popolazioni cristiane dagli invasori, mentre nelle pianure sottostanti, l’islamizzazione ha preso piede. Di converso, l’estrema povertà che incombeva in Etiopia sugli altipiani e la conseguente mancanza di contatti con altre civiltà ha fatto sì che la cultura si cristallizzasse e tuttora abbiamo esempi di tribù ancora allo stato primitivo che vivono in Etiopia.
I Viaggi di Maurizio Levi (tel. 02 34 93 45 28) Sito
IL SILENZIO DELL’ ETIOPIA
Le cose che più stupiscono chi visita l’Etiopia per la prima volta sono due : l’assenza di automobili e di biciclette nelle strade lontano dalla capitale e la folla di etiopi, di qualsiasi età, che durante il giorno incontri ovunque sulle strade. Camminano a piedi, anche scalzi, senza mai fermarsi, in compagnia dell’inseparabile bastone appoggiato sul collo per sorregge le braccia o di un ombrello buono per tutte le stagioni . Sono affiancati da amici o in compagnia di una capretta o di un bove allampanato. Non riesci a comprendere quale sia la loro meta perchè per chilometri, sia prima che dopo averli incontrati, non scorgi né villaggi né punti di ristoro.
LA DEMOGRAFIA
L’annuario De Agostini riportata che nel 1914 l’Abissinia, ora Etiopia, era popolata da 8 milioni di abitanti, mentre l’ Italia ne contava 35 milioni.
Oggi, a distanza di 98 anni la popolazione etiope è aumentata 10 volte arrivando a 80 milioni, mentre in Italia gli abitanti sono attualmente meno del doppio, ossia 60 milioni. Questo enorme sviluppo demografico non ha portato nessun benessere alla popolazione che per l’80% è ancora impegnata in una agricoltura di sussistenza e dove l’ aspettativa di vita non supero i 50 anni, con punte di 35 anni nel sud del paese.
Se vi affascina l’Ethiopia, potete viaggiare attraverso le foto di Marco Paoli
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In un periodo in cui, causa covid, ci si impone di non viaggiare, i racconti, le descrizioni di paesi lontani, ci affascinano e rafforzano in noi il desiderio di tornare alla vita di prima e di visitarli.
Interessante ed avvincente é il viaggio che Selleri ci fa compiere in Etiopia: ci sembra di percorrerla al suo fianco e ci fa scoprire un paese che ha ben tremila anni di storia documentata (contando anche Lucy molti di più!) e una tradizione cristiana di duemila anni. E mentre Selleri ci descrive le bellezze naturali e i monumenti, ci sembra di essere lì e ci rattristiamo pensando che una delle più antiche nazioni indipendenti del mondo è ora minata dalla povertà.
Non potendo per ora fare il viaggio descritto da Selleri cercherò nella città in cui abito un ristorante con cucina etiope.