E’ in mostra fino a domenica 22 maggio al MAMbo di Bologna l’originale esposizione curata da Jaqueline Berndt e promossa da Japan Foundation che, in occasione del bicentenario della pubblicazione del primo volume degli Hokusai Manga, illustra l’opera del celebre pittore Katsushika Hokusai presentandola dal punto di vista della più recente produzione artistica dei manga giapponesi.
Per chi non fosse familiare con manga e produzioni artistico-pittoriche nipponiche, un’ottima occasione per farsi sorprendere dalla straordinaria vitalità di queste antiche forme di rappresentazione e narrazione. Per gli appassionati di fumetti giapponesi contemporanei, un interessante percorso a ritroso nel tempo, dal presente al passato, alla scoperta di analogie e differenze.
La mostra ruota, programmaticamente, attorno alla figura di Katsushika Hokusai (1760-1849), uno dei più versatili e innovativi pittori-illustratori del periodo Edo (l’antica Tokyo dei Tokugawa), noto ai più per la sua famosa opera “La Grande Onda di Kanagawa”, inclusa nella serie di stampe “Trentasei Vedute del Monte Fiji” e realizzata con la tecnica Ukiyo-e (dipinti a stampa su matrice di legno, ndr) di cui l’artista era riconosciuto maestro.
“La Grande Onda”, presente in esposizione assieme ad altre due stampe della stessa serie, raffigura un’onda gigante che entra sorprendentemente nello spazio visivo da sinistra a destra – cioè in senso contrario rispetto alle convenzioni, se pensiamo all’ordine di lettura del giapponese. L’immagine, straordinaria per i suoi tempi, sorprende non solo per l’ardita inversione visiva rispetto alle pratiche di lettura consolidate ma anche per l’inusuale scelta del mare come soggetto e per l’utilizzo del nuovissimo colore d’importazione Blu di Berlino o Blu di Prussia in associazione ai più tradizionali e scontati nero, grigio e rosa carne, largamente impiegati da Hokusai nelle sue rinomate stampe a tre colori.
Ma in che modo i disegni del maestro, e in particolare quelli del suo compendio pittorico in 15 volumi chiamato Hokusai Manga – una collezione di stampe che è di fatto un manuale di tecnica pittorica (cfr. “trasmettere lo spirito, imparare il mestiere”) – sono in relazione con i “manga” contemporanei?
Qual è cioè, se esiste, il rapporto tra i manga di allora, quelli di Hokusai, intesi nella loro accezione originaria di “Schizzi Vari” (da 漫, man: accidentale, vagante, strano, buffo e 画, ga,: tratteggio, immagine, disegno) – e i manga di oggi, più comunemente noti come disegni umoristici, caricature, vignette, narrativa grafica serializzata in riviste, in una parola, i fumetti?
Sono 5 le sezioni tematiche che ci guidano in questo interessante raffronto:
1. Hokusai Manga: immagini comiche?
Anzitutto Hokusai stesso chiamò manga la sua più nota collezione di schizzi, codificando un termine che per quanto occasionalmente rintracciabile anche in epoche precedenti viene ormai comunemente associato alla sua raccolta. La sezione prevede i 15 volumi dell’epoca Meiji (1868-1912) e immagini di Hokusai, Kuniyoshi e altri, tra cui studi di movimento ed espressione talvolta così buffi da far parlare di giga, alias disegni comici.
2. Il personaggio Hokusai
Dagli anni Settanta Hokusai, in quanto grande maestro dell’arte pittorica, è stato spesso protagonista del fumetto moderno, in fogge via via sempre più diverse dall’originale, come testimonia il confronto tra le tavole degli autori manga che lo ritraggono come personaggio e i suoi autoritratti. Sono in esposizione tavole di manga storici, fumetti alternativi, bestseller commerciali.
3. Manga come ukiyoe, ukiyoe come manga
Le stampe popolari ukiyoe (dipinti a stampa su matrice di legno, ndr), XVII-XIX secolo, hanno sicuramente anticipato le tecniche fumettistiche moderne nell’espressione di movimenti e cambi di scena. La sezione indaga analogie e differenze esplorando setting narrativi e riferimenti culturali dei grandi maestri di ieri confrontandoli con gli autori di oggi. Sono presenti le prime tavole illustrate in cui compaiono le famose “nuvolette”, tanto caratteristiche del fumetto contemporaneo, che in passato venivano però utilizzate più per raffigurare pensieri e sogni dei personaggi che non per riprodurre il parlato. Degne di nota anche le tavole che presentano le prime apparizioni delle cosiddette “linee di movimento”: scontate nei fumetti odierni, queste linee astratte e puramente simboliche erano all’epoca utilizzate raramente. Quando fecero la loro prima comparsa, nel Giappone del 19imo secolo, fu in relazione alla rappresentazione di eventi naturali quali il movimento del vento o dell’acqua o per rendere visivamente effetti come esplosioni o aure.
4. Hokusai manga: manuale condiviso
Inizialmente concepito come manuale tecnico, la sezione ne esplora il potenziale culturale attraverso interessanti raffronti visivi con opere manualistiche e studi di Hokusai, Kuniyoshi e Hirokage, dei moderni Mitsuko e Kido e con manuali di tecnica manga degli anni 50.
5. I mangaka contemporanei rivisitano Hokusai
Opere create ad hoc da alcuni dei più noti autori di fumetti giapponesi contemporanei, liberamente ispirate all’opera del maestro; non ultime le due tavole di Shiriagari Kotobuki (2015) che rielaborano in chiave contemporanea la stampa della Grande Onda e sono emblematicamente utilizzate come manifesto (e visual identificativo) della mostra stessa.
La mostra è pensata dai curatori per essere percorsa in senso orario, secondo una logica che va dal presente al passato. Ma di fatto, abbiamo rilevato, nella mostra bolognese le sezioni sono organizzate in forma semi-circolare a doppia entrata e consentono pertanto – volendo – anche un più tradizionale approccio inverso.
Dopo il 22 maggio la mostra farà tappa a Bruxelles (BE) per proseguire poi in forma itinerante in tutti e 5 i continenti.
La mostra è a ingresso interamente gratuito.
Per info: www.jfroma.it
- Ferrari Land, la passione rossa accende Barcellona – 20 Ottobre 2016
- Depeche Mode: Global Spirit Tour 2017 – 17 Ottobre 2016
- Dopo il terremoto, gli Zombie… Sepulchrum il giorno dopo – 9 Ottobre 2016