Post Olimpiadi: intervista al Medico della Federazione Italiana Nuoto.

Post Olimpiadi: intervista al Medico della Federazione Italiana Nuoto.

Post Olimpiadi. Al rientro da Rio 2016 abbiamo incontrato Lorenzo Marugo, Medico Federale della FIN, Federazione Italiana Nuoto, che ha seguito i nostri atleti plurimedagliati delle ultime Olimpiadi.

Ho voluto intervistare il Medico Federale della FIN perchè quando nuotavo io non eravamo seguiti da nessuno, medici e psicologici compresi. Anzi avevamo degli allenatori che erano l’antitesi della psicologia, capaci di instaurare un rapporto con noi atleti pari a quello che il pilota ha con la sua auto da corsa. Anzi no, forse nei motori c’è più ricerca, ed anche più affezione…!

Ad ogni modo sappiamo tutti che queste Olimpiadi di Rio 2016 ci hanno dato infinite soddisfazioni per il totale complessivo di 28 medaglie (28 come a Londra 2012), quindi immagino che molti di voi abbiano la stessa mia curiosità che va “oltre” il guardare le gare in televisione: cioè quella di entrare più in contatto con il mondo degli atleti.

E dato che la Federazione Italiana Nuoto ha conquistato il bottino record di otto medaglie nelle diverse  discipline (nuoto, nuoto di fondo, pallanuoto maschile, pallanuoto femminile, nuoto sincronizzato, tuffi e salvamento) , voglio condividere con voi la disponibilità di Lorenzo Marugo per entrare più nel “backstage dello sport”, quello appunto creato dai preparatori atletici.

Lorenzo tu sei il medico della nazionale, ma ci puoi raccontare bene in che cosa consiste il tuo lavoro?
Come Medico Federale mi occupo prevalentemente dell’assistenza sanitaria, della prevenzione del doping, del controllo alimentare e degli integratori, dell’effettuazione di test di controllo metabolico in allenamento ed in gara, dell’effettuazione di eventuali esami di controllo, della valutazione dei carichi di allenamento con gli allenatori e coordino la mia attività con quella dei fisioterapisti e dei preparatori atletici. Inoltre collaboro con il SIT (settore istruzione tecnica).

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Lorenzo Marugo

Ogni federazione sportiva ha il suo medico ed il suo team sanitario?
Si, ogni Federazione deve avere un Medico Federale come da regolamento CONI, nominato dal Presidente Federale all’inizio di ogni quadriennio olimpico. Lo staff sanitario di ogni Federazione varia in funzione del tipo di sport , del numero delle squadre nazionali e delle diverse necessità. Negli sport di contatto, per esempio, il medico di squadra necessita di maggiori competenze nel campo ortopedico traumatologico.

Collabori solo con la FIN o anche con altre Federazioni?
Ho un rapporto diretto solamente con la Federazione Italiana Nuoto. Individualmente però posso seguire anche atleti di altri sport.

Il team comprende altri medici? E psicologi? Quanti in tutto?
Lo staff sanitario della FIN è così strutturato: 1 Medico Federale (il sottoscritto), 1 responsabile Centro studi e Ricerche (Professor Marco Bonifazi) che si occupa prevalentemente dell’impostazione della ricerca scientifica e di alcuni aspetti metabolici della preparazione e con me fa parte della Commissione Federale Antidoping, 7 medici di settore (ognuno per le cinque discipline Fin) compreso il sottoscritto per quanto riguarda il nuoto. Sono compresi nel settore sanitario i medici che occasionalmente seguono le squadre giovanili o sostituiscono i medici di squadra. Sono compresi i fisioterapisti, in numero variabile ma di cui una decina fanno stabilmente parte dello staff. In alcune discipine (pallanuoto, tuffi) lo psicologo fa stabilmente parte dello staff sanitario, mentre in altre come nel nuoto esercita una funzione di supporto all’occorrenza durante le fasi di preparazione. Oltre a queste figure in caso di necessità ci rivolgiamo ad altri specialisti di riferimento anche all’interno dell’Istituto di Scienza dello Sport di Roma.

Da quanti anni segui la Nazionale e quale è stata la meta più importante?
Dopo le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 (medico federale era il prof. Santilli, ma nell’occasione la squadra era seguita dal prof. Conconi), l’allora CT della Nazionale Costantino “Bubi” Dennerlain chiese di rinnovare la struttura sanitaria partendo dalle nazionali giovanili chiamando i medici Marco Bonifazi, Lorenzo Marugo, Franco Sardella. Da quel momento rimasi sempre più coinvolto in questa attività. Di anno in anno ogni meta è importante anche se le Olimpiadi rappresentano ovviamente il top.

La convocazione per queste Olimpiadi a Rio de Janeiro è stata scontata o una sorpresa? Immagino che anche tra gli altri membri dello staff sanitario ci sia molta concorrenza…..o mi sbaglio?
Il Medico Federale è l’unica figura che per regolamento ha diritto alla convocazione olimpica, anche se alcune piccole federazioni cercano di sostituirlo con un dirigente o un allenatore a causa dello stretto contingentamento dei pass olimpici. A Rio erano presenti altri due medici FIN, Giovanni Melchiorri e Gianluca Camillieri, con competenze fisiatriche ed ortopediche di eccellenza, ricordo che a Rio gli atleti FIN erano circa 80 (tra le varie discipline) e rappresentavano oltre il 25% di tutti gli atleti italiani, il nuoto aveva tre fisioterapisti al seguito, oltre ad uno per ognuna delle altre rappresentative FIN e ad uno psicologo. La scelta finale dei fisioterapisti dipende dal prof. Marco Bonifazi e deve bilanciare la professionalità, la disponibilità e le esigenze degli atleti di vertice. La partecipazione olimpica dei medici è quella burocraticamente più complessa, infatti è necessario produrre laurea con voti, abilitazione professionale, eventuali specializzazioni, certificato iscrizione ordine dei medici, certificato di “good standing” ministeriale dove si deve dimostrare non solo di non avere carichi pendenti o condanne precedenti ma nemmeno di aver mai avuto denunce da parte di pazienti anche se risolte con assoluzione. Inoltre è necessario effettuare prima delle Olimpiadi un ulteriore corso on line in Inglese sul doping con relativo esame finale.

Lorenzo tu sei stato anche un nuotatore. Eri fondista giusto? Raccontaci anche della tua carriera sportiva.
Sono stato atleta di nuoto, le mie specialità erano soprattutto i misti, poi facevo 4×200 e 1500 sl. Sono stato in Nazionale Giovanile nel 1968-1969, dal 1970 al 1977 in Nazionale Assoluta. Ho conquistato vari titoli di Campione Italiano, tre titoli ai Giochi del Mediterraneo, finalista Europei e Mondiali, una partecipazione olimpica 1972, in seguito vari titoli mondiali e record mondiali “master” fino al 2012.

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Lorenzo Marugo atleta

Quindi a quali Olimpiadi hai partecipato? Da atleta ho partecipato alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Invece ho seguito gli atleti a quelle di Barcellona 1992, Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016.

Quanti e quali atleti hai seguito nella tua carriera? C’è qualcuno che hai seguito più a lungo e che ti ha dato più soddisfazione? Immagino che ci sia stato qualche atleta con cui ti sentivi più in sintonia. Ce ne puoi parlare?
Penso di aver vissuto quasi il 50% della storia del nuoto italiano. Come medico ho seguito la carriera degli atleti al vertice negli ultimi 30 anni e di tutti ho un ottimo ricordo. Vedo e sento occasionalmente molti di loro, alcuni mi chiamano ancora per pareri o consulenze mediche, con molti ho condiviso ansie, vittorie e delusioni, da alcuni ho avuto confidenze e richiesta di consigli per problematiche inerenti la vita privata . Ricordo con affetto e talora ho modo di incontrare ancora Lamberti, Fioravanti, Battistelli, Rosolino, Brembilla, Merisi e tanti altri. Il legame di amicizia si crea maggiormente nel momento della sconfitta, quando scompaiono gli adulatori occasionali e rimangono gli amici. Penso di essere stato molto in sintonia con Brembilla e Magnini, ora con Detti e Paltrinieri. Ho un sincero affetto per Federica Pellegrini, grande atleta, grande professionista, persona molto più dolce e disponibile di quanto appaia in pubblico per necessità di autodifesa.

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Lorenzo Marugo con Federica Pellegrini e le altre nuotatrici alle Olimpiadi di Pechino

Stimi e riconosci qualcosa di unico nel carattere di qualcuno di questi?
Ormai non basta più la predisposizione per diventare un campione di nuoto, essere baciato da Madre Natura con i geni giusti è condizione necessaria ma non sufficiente. Fioravanti è stato forse il maggior talento natatorio e quello che amava di meno nuotare, Alberto Castagnetti (primo allenatore di Federica Pellegrini, ndr), ha faticato parecchio con lui che spesso si nascondeva sotto le scalette in piscina o saltellava in acqua bassa con le mani sopra la testa prima di nuotare!!! Ma l’anno che ha nuotato duramente ha vinto tutto. Grande talento ed incredibile acquaticità anche per Lamberti, frenato all’apice della carriera da problemi fisici. Tra i professionisti con grande spirito di sacrificio metto Battistelli, caratteristiche fisiche non superlative, ma grande galleggiamento, grande cooordinazione, incredibile frequenza di bracciata, capace di lavorare a secco con centinaia di ripetizioni sugli addominali dopo ore di nuoto. Altro lavoratore amante della fatica e del dolore muscolare è stato Rosolino, serio e vero professionista, quanto decideva di fare lo portava a termine, talora con modalità parossistiche (come quando portava il bilancino a tavola per pesare al grammo qualsiasi alimento, in un parossismo alimentare maniacale), atleta aperto, simpatico, portato alle pubbliche relazioni e decisamente un vincente nella vita, non solo nello sport. La gestione degli atleti di vertice è più difficile di quelli meno bravi, i campioni si trovano spesso circondati da individui che vivono di luce riflessa, spesso parassiti che hanno tempo e voglia di creare una dipendenza e che possono condizionarli su scelte importanti (allenamento, lavoro in palestra, alimentazione , integrazione, psicoterapia, terapie fisiche estemporanee fino ad arrivare a pratiche quasi esoteriche o magiche) che possono comportare dipendenza. Federica Pellegrini, grande talento naturale e grande professionista, è però molto più sensibile e fragile di quanto appaia, mi faccio una colpa di non essermi accorto un paio di volte dei suoi stati di sofferenza. Talora l’atleta di alto livello lavora duramente e fatica indirizzando le sue energie in lavori che comportano esiti negativi (come nel caso della ossessiva ricerca di una eccessiva forza od ipertrofia muscolare) o concentrando la sua attenzione su aspetti del tutto secondari (integrazione con prodotti assolutamente inutili) o pratiche estemporanee o effettuando accertamenti inutili (analisi del capello, test alimentari improbabili) ma consigliati dal mago o santone di turno. Qualche volta si cerca di seguire l’immagine del nuotatore al top, aumentare la massa muscolare per diventare come Bernard, prototipo di nuotatore molto muscoloso, o diminuire la massa muscolare prendendo a modello Mc Evoy, nuotatore meno muscoloso. Atleta perspicace, intelligente ed arguto è Magnini, anche lui grande lavoratore, bella figura di capitano della nazionale, forse troppo sicuro e convinto delle proprie scelte tecniche.

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Lorenzo Marugo con Michael Phelps alle Olimpiadi di Londra 2012

Come sono state vissute queste Olimpiadi rispetto alle precedenti?
C’era il timore di una estrema impreparazione e disorganizzazione, alla fine è stato posto rimedio quasi a tutto. D’altra parte l’atmosfera olimpica è sempre magica e fa superare i disagi che sono stati evidenti e numerosi. A Rio de Janeiro sembra comunque di vivere in un sistema ai limiti, prezzi molto più elevati che in Europa (si comprano a rate anche calze e mutande), trasferimenti caotici, accoglienza e gentilezza comunque ottime.

Se devo “stilare una classifica” allora dirò che Atene 2004 è stata emozionante per il “ritorno all’origine” dei Giochi; l’organizzazione di Pechino 2008 è stata superiore, più comoda ed accurata; le Olimpiadi di Londra 2012 sono state sicuramente ben gestite e ben organizzate, ma non ho visto la cerimonia di apertura. Ad esser sincero però, non mi hanno entusiasmato, ma forse può aver inciso anche qualche delusione dei nostri atleti di punta… Certamente Monaco 1972 è stata l’olimpiade più avanti nei tempi ed ha preceduto di 20 anni quanto avrebbe offerto la tecnologia a tutti i comuni mortali.

Bene Lorenzo grazie, sono certa che i lettori di MyWhere, e magari qualche nostro collega ex atleta come noi, avrà piacere di scoprire, attraverso questa intervista, tanti aspetti che non conosceva dell’organizzazione federale e dei campioni olimpici. E sono felice che confermi le stesse emozioni narrate dalla nostra corrispondente dal Brasile: cioè che l’atmosfera olimpica di Rio de Janeiro era semplicemente magica, proprio come Barbara ce l’ha descritta.

Fabiola Cinque

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