ROMA – La mostra Guido Laudani | L’arte del Burlesque è una personale fotografica accattivante che propone una selezione di circa venti immagini che l’autore ha realizzato seguendo una serie di spettacoli di burlesque e immortalando questo mondo particolare e seducente.
Il burlesque è quella forma d’intrattenimento, oggi assai nota, che gioca con l’erotismo in quadri scenici “vintage” che, come afferma la curatrice dell’esposizione, Barbara Martusciello: “deriva da un genere di spettacolo parodistico nato nella seconda metà dell’Ottocento nell’Inghilterra Vittoriana e adottato poi negli Stati Uniti dove ebbe un successo popolare tale da essere definito le foliès dei poveri. Tale acclamazione era motivata dalla leggerezza e dalla comicità della mise-en-scène ma soprattutto dalla presenza di nudi femminile che divennero veri e propri siparietti che via via si fecero portanti dell’intera rappresentazione. E fu dunque Burlesque.
Tra le pioniere di quegli inizi figura la ballerina inglese Lydia Thompson che con la sua The British Blondes, portò il suo piccante spettacolo britannico in Europa e negli Stati Uniti. Accanto a lei, e soprattutto dopo, altre si cimentarono nella pantomima, aumentando gli aspetti più audaci e portando il burlesque all’attenzione anche del gran mondo.”
Con il primo dopoguerra questa vivace, colorata rappresentazione ebbe un suo posto autonomo e frequentatissimo tra gli show leggeri e, negli anni, insistette un po’ di più sulla libertà nello spogliarsi seguendo specifiche interpretazioni.
Prosegue la curatrice: “Nomi come Barbara Yung, Dixie Evans, Gipsy Rose Lee, Tempest Storm, Blaze Starr, Ann Corio, Sally Rand, Lili St. Cyr non sono state semplici pin-up dello spogliarello ma hanno fatto della vestizione e svestizione un’arte particolare, con ironia e suggerendo una certa autonomia femminile che ha cercato di forzare e superare anche tabù e moralismi.”
Da quegli esordi il burlesque è cambiato via via anche interfacciandosi con i cambiamenti della pubblica morale e con i gusti della collettività; fu poi “[…] dimenticato un po’ dalla metà degli anni Sessanta, relegato a residuo rétro, e negli anni dell’impegno politico ha avuto vita più dura […]; tornò davvero in auge solo alla fine degli anni Ottanta, recuperando nuovo impulso con la moda e la cultura vintage dagli anni Novanta e non cessando di persistere, trasformarsi e rafforzarsi negli anni Duemila: mantenendo una sua fragrante leggerezza sino ad oggi.”
Guido Laudani ha raccontato quest nuovo Burlesque: “primo tra gli autori a fotografarlo e a farlo, soprattutto, durante le performances, dato che non ha praticato la fotografia in studio ma la più complessa scelta sul palcoscenico, con i soggetti in azione, nel turbinio delle luci, dei suoni, nella danza e nel movimento. Egli riesce a fotografare anche il temperamento dell’artista in esibizione, l’atmosfera della pièce e la ritualità dello spettacolo, che palesa la bellezza e la sensualità che dichiarano anche una differente idea del femminile, irridendo spregiudicatamente gli stereotipi e, per esempio, non celando qualche umanissima imperfezione.
Laudani immortala tutto con le sue inquadrature, che hanno sempre un forte segno distintivo, restituendo immagini accattivanti dove il glamour è tutto in quel che si vede, con una sua autenticità: senza, cioè, quell’affettazione esasperata di certa comunicazione pubblicitaria, quella banalità di tanta rappresentazione televisiva, quell’esagerazione nell’uso patinato di photoshop e quell’assenza di garbo dell’industria del porno.”
In mostra foto delle artiste di burlesque Candy Rose, Gabriella Giuditta Sin Infelise, Sophie Paola D’ishtar, Scarlett Martini, Vesper Julie, Marlene Closeou, Lola Maldad, Maria Freitas – quella Madame de Freitas che è anche abilissima, ingegnosa costumista e ha il suo strabiliante Atelier Ultramoderno – di cui è esposto un magnifico costume di scena; dell’americana LouLou D’ivil, e poi dei boylesque Gonzalo De Laverga e Le Male. “Oggi, anche grazie a loro e alle foto di Laudani, il Burlesque si rivela: come scardinamento, a suo modo, di preconcetti e cliché sul femminile (e anche sul maschile!), e se vi riconosciamo anche qualcosa di frivolo e forse ancora – per molti – vagamente scandalosa, ebbene: se è vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda, allora anche l’oscenità e il peccato lo sono.”. Così, la mostra indirettamente conferma, come scrive la curatrice, che: “Non c’è nessun peccato, tranne la stupidità.” Parola di Oscar Wilde.
Info mostra:
Guido Laudani | L’arte del Burlesque – mostra fotografica
A cura di Barbara Martusciello
In mostra anche un abito di scena dell’Atelier Ultramoderno di Madame de Freitas, Roma.
NAT by Natalia Rinaldi, Via Leonina, 87 Roma – Tel.: 339857 2393
Fino al 24 giugno. Orari: lunedì h 15.00-20-00; da martedi a sabato: h 10.30-14.00 e 15.00-20.00; domenica chiuso
Drink di cortesia: Bar La Licata – https://barlalicata.it/
Grafica e comunicazione visiva: Kgfree-Design for Humans –www.kgfree.com
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